59.

12 0 0
                                    

ALEXIA

Sto tornando da lavoro, sono stanchissima, ho appena accompagnato Sarah da Alec e non mi sono fermata con loro semplicemente perché non vedo l'ora di gettarmi tra le braccia del mio fidanzato.

O di tenerlo tra le mie braccia, una cosa vale l'altra.

Brittany è ancora angosciata per ciò che è accaduto con Riven, anche se non sappiamo esattamente cosa sia accaduto, e Brandon vuole essere lì per lei il più possibile.

Però, Britt sta comunque un po' meglio di come stesse due giorni fa.

D'altro canto, Sarah sta cercando di andare avanti.

Io sto facendo in modo di non lasciarla mai da sola, di farla stare un po' con me quando ne ha bisogno. Oggi per esempio ero a lavoro e lei è stata con me.

Non sta molto bene, ma continua a tirare avanti in ogni momento. Non si lascia buttare giù da niente.

Le voglio tanto bene.

È per questo che mi sono arrabbiata così tanto con Kenneth, che gli ho detto anche in faccia che si è comportato di merda.

Brandon però insiste col dire che qualcosa non va. Che Kenneth non si sarebbe mai comportato in questo modo.

Sta facendo di tutto per capire cosa gli passi per la testa, cosa gli sia passato appunto per la mente quando l'ha lasciata in quel modo.

Si ostina a dire a Brandon che non può dirglielo, ed è per questo che il mio ragazzo non si dà pace. Crede che ci sia qualcosa dietro.

È stato strano quando Sarah mi ha chiesto di accompagnarla da Alec, perché ho pensato che potesse esserci anche Kenneth lì, ma lei mi ha garantito che non c'era.

Non so se Kenneth stia da solo o con i suoi amici, Harry e Tyler, sicuramente Brandon non è con lui perché non vuole lasciare Britt da sola in questi giorni dopo che è stata male. Anzi, dopo che sta male.

Però, parli del diavolo e spuntano le corna. Sto andando piano con l'auto perché qui ci sono sempre ubriaconi che passano la strada, oggi però di ubriacone ce n'è solo uno ed è proprio Kenneth.

Lo vedo distintamente seduto, con gli occhi chiusi e poggiato al muro del retro di un locale.

Non posso fare finta di nulla. Sebbene io lo abbia insultato dal momento in cui ha lasciato Sarah, ho ancora un minimo di umanità nei suoi confronti, anche se non lo saprà mai.

E poi, Sarah non me lo perdonerebbe mai, nonostante tutto..la stessa cosa Brandon.

Devo per forza almeno fermarmi.

Mi fermo con la macchina e abbasso il finestrino, lui è seduto sul marciapiede, con la schiena e il capo appoggiati al muro dell'edificio dietro. Ha solo una canotta addosso. Ed è quasi Natale.

"Ehy, coglione." lo richiamo scherzosamente. Aveva gli occhi chiusi, ma li socchiude un po' e quando mi vede strabuzza gli occhi, poi li richiude, come se gli costasse caro anche solo tenerli aperti.

Mi accorgo che ha una ferita sullo zigomo, che presto diventerà un livido.

Decido di uscire dall'auto.

Lascio la macchina accanto il marciapiede, non potrei parcheggiare qui ma tanto in giro non c'è nessuno.

"Non mi far pentire di avvicinarmi e aiutarti." scherzo, provando a vedere se almeno riesce a starci. Ma non mi guarda nemmeno.

È come chiuso nel suo mondo.

Mi avvicino con cautela, per poi abbassarmi alla sua altezza.

"Kenneth." Lo richiamo più dolcemente, e provo a picchiettare la mano sulla sua spalla, ma appena lo sfioro, spalanca gli occhi e cerca di scansarsi, come se si fosse scottato.

Maybe one dayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora