1.7 Encelado

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"Safiya... ecco, devo chiederti una cosa ma, per favore, non arrabbiarti."

"Come faccio a sapere se mi arrabbierò oppure no, se prima non mi dici di che cosa si tratta?"

"Sì, hai ragione, beh... ecco..."

Due occhi scuri lo spiavano con sospetto. Sebbene continuassero a suscitargli un certo disagio, con il tempo aveva notato che quando si posavano su di lui, si illuminavano di una luce particolare. Ogni volta che riusciva a captarla, la pelle d'oca gli intorpidiva le braccia. "Quello che hai fatto in mensa ieri... insomma, io non riesco davvero a spiegarmi quello che è successo. Il tuo potere è incredibile, come funziona di preciso?"

Safiya poggiò la schiena contro la finestra dell'osservatorio. Fece un respiro profondo, Will non riuscì a distogliere lo sguardo dal movimento del petto che si alzava e si abbassava. "Vedi, in realtà è molto semplice. Il tempo, il modo in cui noi lo concepiamo, è un'illusione. Passato, presente e futuro sono un meccanismo che la nostra mente adotta per scandirlo e ordinarlo. Dal nostro punto di vista il tempo è lineare, ma in realtà non è così. Esso non ha principio, né una fine."

Si soffermò con la mente ad assaporare il suono stesso delle parole e poi il loro significato. "Il tempo non ha un principio, nè una fine..." si portò una mano sul mento. "Quindi è come se bucassi il piano spazio-temporale. Un po' come fanno le nostre aereonavi quando viaggiano tra i pianeti. Ecco perché tutto sembra bloccarsi... tu dilati il tempo."

Safiya aggrottò le sopracciglia. "Di solito i civili non sono particolarmente edotti di tecnologia spaziale."

"Studio... studiavo ingegneria prima di..." si bloccò. Si morse la lingua. Per quanto si sforzasse, non riusciva ancora a trovare le parole adatte. La frase rimase bloccata nel tempo. "Ero solo al primo anno, ma qualche nozione di base la sapevo." La guardò di sottecchi. Safiya non gli levava gli occhi di dosso, la bocca sigillata, come se si aspettasse qualcos'altro da lui. Tornò sul paesaggio nero, intrecciò le mani e con un calcio allontanò da sè un ciottolo immaginario sotto ai piedi. "Quindi tu... insomma, come percepisci lo scandire del tempo?"

"A dire il vero lo percepisco come te. Ma la mia mente è in grado di comprendere che ciò che vivo, gli anni che trascorrono e le ore che passano, nulla di tutto questo è reale nel senso in cui lo intendiamo noi" sorrise. "È così che funziona il blocco temporale. Non si tratta di una sospensione nel vero senso della parola, ma di sfruttare l'illusione di sequenzialità del tempo che hanno gli altri esseri umani per manipolarla a mio piacimento."

"Io impazzirei."

Safiya si lasciò scappare una risata. "Sì, chiunque probabilmente. Quando ho ricevuto la maledizione dell'Ascensione ero soltanto una bambina. Per me apprendere una verità simile e realizzare che fosse parte di me è stato... un processo complicato."

Aveva appena usato quel termine, "maledizione", per riferirsi all'Ascensione. Era la prima volta che sentiva qualcuno esprimere un giudizio così duro ed era stata proprio un'Ascesa a farlo. Will poggiò la testa con il vetro, il contatto con la superficie fredda lo fece rabbrividire. Ganimede era ancora davanti ai loro occhi e, poco più oltre, poteva intravedere anche la figura ben più imponente di Giove che quasi lo sovrastava. "Posso immaginarlo..."

"No. No, non credo." Ma il discorso di Safiya non si interruppe lì, come se sentisse il bisogno di sfogarsi con lui. "All'inizio era impossibile da controllare. Il flusso del tempo mi scivolava dalle dita e trascorrevo intere giornate che duravano un minuto; altre volte, invece, i blocchi temporali non finivano mai e non riuscivo a riavvolgerne il corso in maniera corretta. Ci sono voluti anni prima di comprendere cosa volesse davvero dire manipolare e controllare il tempo."

Kepler 442-BDove le storie prendono vita. Scoprilo ora