1.22 Eredità

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Jada Alenko non era nata per essere un'Ascesa.

La sua famiglia era una delle più celebri e illustri sfornatrici di Ascesi di tutta la Congrega. Aveva l'Ascensione nel sangue, di generazione in generazione si erano tramandati il potere di chiaroveggenza e avevano tutti servito la Congrega, dal primo all'ultimo, dal momento in cui raccoglievano la loro eredità, fino alla morte. Quasi tutti i suoi antenati erano periti in modo violento, chi precipitato nel vuoto siderale, chi rimasto ucciso durante fallimentari missioni spaziali; altri ancora, risultavano dispersi nelle operazioni militari nella Nuova Frontiera, quando la Congrega decideva di schierarsi dalla parte di un Signore della Guerra, rientrato per cause fortuite nelle grazie dei piani alti, e allora inviava il proprio esercito a fargli il favore di sterminare qualche famiglia a lui rivale. Tra gli Alenko, tutti coloro che avrebbero dovuto ereditare l'Ascensione venivano educati fin dalla nascita in vista di ciò che il futuro avrebbe loro riservato. Nessun attaccamento materiale, nessun amore per la vita. Tutte le gioie terrene dovevano essere sepolte e sostituite, una a una, da un unico, grande totem: lo spirito di abnegazione nei confronti della Congrega.

Ma lei no.

Lei era la terza di quattro figli. L'Ascensione non l'avrebbe mai sfiorata, neanche per sbaglio: a schermarla, c'erano altre due persone, i suoi fratelli, non era necessario che si preoccupasse troppo di quell'incombenza. Era stata allevata nella bambagia, a lei e all'altro fratello minore avevano riservato un trattamento diametralmente opposto a quello dei maggiori. Era cresciuta nella consapevolezza che prima o poi avrebbe contratto un matrimonio felice, avrebbe avuto una carriera mondana e folgorante, magari come attrice, o come ballerina. Avrebbe vissuto in una casa ricca e sfarzosa, con vestiti eleganti e cene di gala. Amava il lusso e divertirsi, guardava i suoi fratelli che conducevano una vita ascetica e li compativa dal più profondo del suo cuore: non avrebbero mai saputo cosa si sarebbero persi nella vita. Lei, invece, la sua vita la amava; amava ogni cosa che la circondava, ogni diamante luccicante che le veniva regalato, ogni drink che le veniva offerto alle feste distinti signori in giacca e cravatta. Qualcuno l'avrebbe compatita, avrebbe detto di lei che era frivola e superficiale, ma non se ne faceva nulla dei pareri negativi altrui. Era felice della sua beata ignoranza, consapevole che il lavoro sporco lo stessero facendo altri, per lei.

Ma quanto a lungo sarebbe potuta durare quell'illusione?

Prima era morto Vasilij, il primogenito, a soli venticinque anni. La sua navicella spaziale si era ritrovata nel mezzo di in una tempesta solare violenta e senza via d'uscita. Non avrebbe mai saputo se fosse successo tutto a causa delle massicce dosi di radiazioni o se fosse rimasto carbonizzato sul colpo dalle temperature letali, ma una cosa era certa: Anastasia, sua sorella, divenne un'Ascesa all'età di ventidue anni.

C'era ancora lei che poteva proteggerla dalla maledizione. Certo, Vasilij era morto giovane, ma - da statistica - quante probabilità ci sarebbero state che una cosa del genere si verificasse una seconda volta?

E invece, con lei, le statistiche decisero di non funzionare e di accanirsi contro il suo ingenuo positivismo. Una notte, alcuni ufficiali della Congrega le annunciarono che Anastasia si era gettata nel vuoto. La sua astronave stava viaggiando verso Marte, ma lei non sarebbe mai arrivata alla destinazione designata. Il motivo dietro al suo gesto estremo rimase un mistero, non si preoccupò neanche di lasciare una lettera o qualcosa che spiegasse anche ciò che di spiegabile non era. Il suo corpo venne trovato fluttuante poco prima del Satellite Phobos, completamente mummificato.

Toccava a lei, ora, ereditare il peso dei suoi stessi fratelli. Ma, a differenza loro, era ben consapevole di ciò che stava perdendo. Aveva ventinove anni quando aveva preso in mano il fardello di essere un'Ascesa; era una donna, ormai, e tale sarebbe voluta restare. Si era sposata con un imprenditore che si occupava di estrazione di Radon su Giove dopo tre anni di fidanzamento felice, stavano perfino progettando di avere figli. Era riuscita a realizzare il suo sogno, era diventata un'attrice di olofilm, era così brava in quello che faceva che aveva perfino vinto alcuni premi prestigiosi. Avrebbe dovuto dire addio a quella vita di agiatezza e di felicità per combattere guerre di cui non gliene fregava nulla, a vivere una vita che non era la sua.

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