1.9 Alto Comando

194 17 223
                                    

L'Ambasciatore Oliver Blake osservava gli scranni di fronte a lui e trattenne a stento uno sbadiglio. I Sei Generali Maggiori, seduti in fila davanti a tutti loro, non erano altro che vecchie cariatidi immobili nella loro impotenza. Posti così in alto rispetto al resto della Corte Militare, qualcuno avrebbe insinuato con una certa malignità che quella posizione così sopraelevata servisse a compensare qualcos'altro.

Ai suoi lati, gli altri Ambasciatori, i pochi che erano riusciti a rientrare dalle colonie che supervisionavano, parlottavano tra loro, bisbigli sommessi che si elevavano per tutta la sala della Corte. La vetrata enorme che abbracciava la stanza regalava loro la vista grigia del Centro di Comando. Bruxelles era un agglomerato di palazzoni alti, gli antichi edifici storici erano stati rasi al suolo per lasciare spazio al nuovo che avanzava.

Il Generale della Congrega Marshall fece finalmente il suo ingresso e il resto della Corte Militare, composto da Ambasciatori, l'alta sfera militare e i Generali Maggiori stessi, si ammutolirono non appena scorsero la sua testa calva. Impettito, imponente malgrado l'età che avanzava, esibiva fiero gli innumerevoli gradi militari, stelle scintillanti sul suo petto. Occupava il posto in mezzo al resto dei Generali, nell'esatto centro. Era lui il cuore della Congrega.

L'espressione rabbuiata dell'Ambasciatore Blake si rischiarò quando vide anche Violet, la moglie del Generale, emergere subito dietro, lo sguardo basso, le mani intrecciate dietro la schiena. Molto più giovane del marito, bionda, esile e fatua, si aggirava come un'ombra silenziosa. L'uniforme militare blu la ingolfava e non le donava l'aria di composta maestosità prevista da una carica così alta. Si capiva che era un capo che non indossava volentieri. Ma lei era la moglie dell'uomo più potente della Congrega e non poteva fare nient'altro. Il suo ruolo richiedeva quello. Oliver, invece, doveva restare lì, in basso, a farne le veci.

Per ora.

"Possiamo iniziare." Il Generale gli rivolse un cenno. Familiarità. Lo stava salutando, a modo suo, attento a non farsi captare dal resto della sala. Non si era rivolto agli altri Ambasciatori, ma a lui, e a lui solo. Anche gli occhi di Violet brillarono quando lo scorse tra la fila. E fu allora che Oliver si sentì al pari di quei vecchi orbi Alti Generali e a tutti quegli stupidi Ambasciatori tronfi, che si beavano del loro essere arrivati finalmente in cima. Nulla di più falso, ciechi a tal punto da non comprendere che Marshall e sua moglie sorridevano a lui e a nessun altro. Oliver Blake.

"La situazione è molto grave, miei Signori." Esordì un'Ambasciatrice alta e molto giovane. Era la prima volta che la vedeva, doveva essere fresca di nomina. Tempismo perfetto, in tempo di guerra. Si era sollevata in piedi, la testa chinata verso il tavolo ondulato. "Soprassedio Ganimede. I superstiti dalle colonie sono in continuo aumento e molti di loro sfuggono ai nostri controlli."

I Generali rimasero in silenzio. Uno di loro si annotò qualcosa su un datapad con aria distratta.

"Non possiamo irrigidire il blocco navale, potrebbe aumentare il malcontento interno." Intervenne uno di loro. Il Generale Maric era l'unico Alto Comandante ad avere ancora tutti i capelli in testa. La barba folta e bianca gli contornava il mento come neve soffice. "Dovete bloccarli negli spazioporti e mantenerli lì il più possibile."

"Generale, se mi permette... la guerra potrebbe durare ancora a lungo."

Scosse la testa. "Gli alieni sono in netta inferiorità numerica, non hanno una base nelle vicinanze. Sono costretti a far durare l'attacco il meno possibile, se vogliono vincere. Noi, invece, abbiamo le risorse infinite dalla nostra parte. Abbiamo ricavato qualche informazione dai prigionieri catturati su Caronte?"

Un'altra Ambasciatrice, i capelli neri raccolti in una coda, si alzò a sua volta. "Generale, non siamo ancora riusciti a decifrare la loro lingua. Ciò che sappiamo è scritto nel rapporto che abbiamo condiviso nel database."

Kepler 442-BDove le storie prendono vita. Scoprilo ora