2.15 Terrarium 1

266 29 191
                                    

Quando uscì dalla sua stanza, Jeanne ebbe l'ennesima prova che quella si trattasse a tutti gli effetti di una copia esatta della sua casa su Titano. L'ampio corridoio che dalla camera matrimoniale conduceva al salotto cucina le era familiare in un modo che le provocava una fitta dolorosa al petto: era tutto così reale che preferì dimenticarsi che si trattasse di un sogno. Che fosse davvero ritornata a casa dopo una spedizione spaziale e la sua memoria avesse subito un danno? Qual era la vita vera? Quella che aveva presunto di vivere, oppure quella in cui si era appena risvegliata?

(Ma esiste un Io?)

S'avviò dietro Caspar, le pareti color crema che l'affiancavano erano decorate con ologrammi familiari, che le richiamavano alla memoria i momenti più felici della sua esistenza. In una di esse, poteva osservare lei e Cassandra in abito da sposa, strette l'una nell'abbraccio dell'altra, i volti distesi e radiosi. Era stata lei a insistere per indossare un abito più tradizionale, Cassandra si era sempre trovata a disagio con quel genere di leziosità. A lei, invece, l'idea di dismettere le tute spaziali eccitava un sacco. Non le dispiaceva abbandonare il suo lato più pragmatico a favore di soluzioni più vezzose, di tanto in tanto.

Erano così giovani! Quando si erano conosciute, aveva appena quindici anni ed era al suo primo anno di Accademia per ufficiali. Cassandra era più grande di due anni e, nonostante la giovane età, era già una Luogotenente in lizza per entrare nel corpo di Elite. Le scappò un sorriso. Si erano sposate circa cinque anni dopo, in fretta e furia. Erano entrambe molto giovani, ma avevano sentito l'esigenza di darsi un punto fermo: i loro doveri nell'esercito non davano tregua e sposarsi era stato un modo per ricordarsi che sarebbero state sempre unite da qualcosa.

La fede nunziale luccicava ancora splendente, infilata all'anulare. Non aveva mai voluto toglierla, neanche quando Cassandra le aveva confessato di voler disertare e abbandonare la Congrega, qualche anno dopo il loro matrimonio.

Sulle prime, non aveva compreso il suo malessere ed era stata perfino indecisa se denunciarla oppure farla desistere. Se ne vergognava terribilmente, ma in cuor suo l'avrebbe fatto solo per il suo bene. Cassandra vantava un curriculum brillante, aveva compiuto imprese che andavano al di là dello straordinario. Aveva perfino rivestito l'incarico di Ambasciatrice nella Nuova Frontiera per qualche anno. Ammetteva che era stata dura vestire i panni della sposina poco ambiziosa che attendeva la sua amata eroina, ma sapevano fin dall'inizio a quali conseguenze andavano incontro. Sopportava tutto quello per un bene superiore.

Jeanne aveva sempre pensato che la Congrega fosse un ottimo compromesso per non soccombere alle nuove opportunità che lo spazio offriva. Aveva i suoi difetti, era indubbio: gestire un territorio così vasto era difficile e l'autorità centrale era sempre più frammentata in micro realtà locali, in cui le Colonie pensavano più a sbrigarsela da sole che a fare rapporto al Governo. Ma era una misura necessaria. Attraverso essa, l'umanità divisa da secoli di guerra aveva trovato il vessillo sotto il quale riunirsi e considerarsi non più membri di etnie o nazioni, in perenne conflitto tra loro, ma come terrestri e basta, senza distinzioni. Niente più bianco o nero, uomo o donna, ricco o povero. La pluralità non esisteva più. Le barriere nazionali erano state abbattute, poiché nuovi confini erano stati creati, altrove. Lo spazio era un immenso campo fertile, su cui chiunque avrebbe potuto piantare nuovi semi, senza invadere le colture altrui.

Senza la supervisione della Congrega, il genere umano sarebbe morto sotto i colpi dei loro stessi cannoni e servirla era un modo per perpetuare la pace sulla Terra.

"Tu parli di una società priva di disuguaglianze e ingiustizie. E che mi dici dei Venus, allora?"

"I Venus non sono che sediziosi rumorosi."

"I Venus sono discendenti di Paesi che Quattrocento anni fa sono stati colonizzati sulla Terra da quei vecchi Imperi che oggi tanto denigriamo. Ironico che oggi commettiamo gli errori di allora. Alla Congrega serviva manodopera a basso costo e li hanno spediti laggiù a morire. Venere era la loro riserva naturale su cui testare le nuove tecnologie. Per non parlare della Nuova Frontiera! Si regge in piedi solo grazie ad Ascesi che fanno il bello e il cattivo tempo e non esitano neppure un secondo a mettersi l'uno contro l'altro, laddove questo possa andare a loro vantaggio. Signori della Guerra... Puah! Un nome altisonante per nascondere la loro reale natura. Non sono altro che sceriffi con il complesso di superiorità. Ti sembra questa la società giusta di cui ama tanto riempirsi la bocca la Congrega? Siamo rimasti uguali. Abbiamo solo spostato il problema altrove, lontano dai nostri occhi."

Kepler 442-BDove le storie prendono vita. Scoprilo ora