3.7 Presente

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Il cadavere di Hannah Hawking si schiantò al suolo, il rumore dell'impatto, violento e inaspettato, coprì gli spari che li accolsero subito dopo. Dal busto in su, della Sergente non rimaneva più nulla, se non macchie di rosso che avevano sporcato il terreno antistante. Akash fece cadere il fucile e si accasciò per vomitare tutta la tensione e lo schifo che aveva covato dentro. Madeleine e Beniamin non riuscivano a staccarle gli occhi di dosso, ma quando sentirono i primi colpi, ricaricarono di nuovo i loro fucili e risposero al fuoco. Kresimir le gettò un'occhiata di straforo, prima di gettarsi di nuovo nella mischia. La mossa della Hawking era stata avventata e tuttavia necessaria. Se non si fosse alzata lei, Alistair si sarebbe trovato costretto a eseguire gli ordini che lui stesso aveva impartito e a correre verso il primo riparo più vicino. Quella decisione avrebbe decretato la sua morte. Ma Alistair, per quanto dispotico, era il loro capitano. Serviva alla causa ancora un altro po'.

"Capitano!" alzò la voce, prima che i fischi dei laser gli lacerarono i timpani. Il fumo, sollevato dagli spari che si abbattevano contro la terra, puzzava di pollo bruciato e creava una coltre di nebbia densa e malsana. "Quali sono gli ordini?"

"Mantenete..." Un boato, più forte degli altri coprì le sue parole, "la posizione." Abbassò la testa, caricò l'arma e mirò verso una torretta di vedetta che si frapponeva tra i loro ripari e l'ingresso alla base. La voce di Jada Alenko emergeva dal dispositivo installato sulla tuta del Capitano, ma il segnale troppo disturbato la distorceva fino a renderla un biascichio metallico privo di logica.

"Alenko!"

"Capitano," un ronzio, in sottofondo poteva udire le esclamazioni di esasperazione di Jada. "...ho notizie... Le Guin... a penetrare la base. Beaumont... è impegnata nelle retrovie... Le altre squadre non... fatta."

Il Capitano si morse il labbro inferiore fino a che non uscì il sangue. La bocca rimase sigillata, ma Kresimir distingueva con chiarezza il digrignare dei denti che sfregavano tra loro. Afferrò una granata e la lanciò il più lontano possibile, verso la torretta difensiva che campeggiava su di loro. Il boato dell'esplosione che ne seguì pochi secondi dopo portò con sé il silenzio assoluto e impetrabile. Tutto appariva immobile, appena avvolto da una nebbia strana, fitta e dal sapore metallico. Kresimir provò a fare capolino, piano piano, affacciandosi con la testa, coperta dal casco. Nessun laser nemico lo accolse.

Fu il primo a uscire dal suo riparo. Con il fucile ancora carico, mosse un passo fuori, poi un altro. Sentiva le ginocchia molli, sul punto di cedere. Faceva aderire perfettamente il piede sul suolo, come se temesse che un rumore troppo improvviso potesse richiamare l'attenzione di chissà quale nemico lontano.

Un passo. Nessuno sparo. Un altro passo. Ancora nulla. E dopo di lui, anche Madeleine prese coraggio. Fece un respiro profondo e sgattaiolò fuori dal nascondiglio, il rumore dei suoi passi era appena udibile.

L'aria era ancora intrisa di un odore bruciato, stagnante, che aveva addensato l'atmosfera con i suoi fumi nefasti. Tra le mura distrutte, i cadaveri di chi non era sopravvissuto al massacro riaffioravano tra i calcinacci e le pietre. Un brusio, veloce come il frullare d'ali di un insetto, passò sopra la sua testa. Kresimir alzò lo sguardo e scorse, non troppo distante dalla base di Jiuquan, una piccola flottiglia, assomigliavano tutte alla blatta gigante che aveva visto sorvolare il cielo quando si trovava ancora nel velivolo Hurricane.

"Sono della Nuova Frontiera." Madeleine l'aveva raggiunto, aveva la sua arma ancora in mano, la sicura ancora sollevata. Si mossero adagio, dietro di loro Alistair, Beniamin e Akash si mantenevano a distanza, più cauti.

"Strano. La divisione della Nuova Frontiera che era con noi aveva come obiettivo la citta, non la base. Possibile che abbiano già ripulito tutto quanto?"

Kepler 442-BDove le storie prendono vita. Scoprilo ora