2.8 Nuova Frontiera

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"Kepler 442-B?"

Alistair Liu osò rompere un silenzio che era rimasto pregno nell'aria da ormai troppo tempo. Emerse dal gruppo di Ascesi che cingevano d'assedio le due prigioniere, regale e incombente malgrado la sua scarsa statura, e con alcune falcate diminuì la distanza che lo separava da Will. Era la prima volta che il suo idolo dell'infanzia gli rivolgeva la parola, se una cosa del genere fosse accaduta anche solo qualche mese prima, si sarebbe sentito mancare.

Percepiva ancora gli sguardi di tutta la stanza percorrerlo, li avvertiva sulla sua pelle, dietro la schiena, all'interno del suo stesso animo. Di fronte a lui, Mikhajlov non era intervenuto, ma lo studiava attraverso la sua espressione accigliata; la Sergente Shu, invece, gli si era avvicinata di soppiatto, un'altera presenza silenziosa che a modo suo tentava di fargli capire che lo avrebbe supportato fino allo stremo, semmai ce ne fosse stato bisogno. 

Intercettò le reazioni di ogni singolo presente, dal fastidio di Hannah Hawking, alla paura di un giovane tenente che si era tenuto a debito distacco rispetto al resto della scena. Sul fondo della stanza, i tre Ambasciatori rimasero imperturbabili, superiori a tutti gli altri a un punto tale da non voler intervenire neppure per raffreddare gli animi, taciti spettatori di uno spettacolo via via sempre più grottesco. L'unico che appariva turbato, seppur in modo vago, dalla piega che stava prendendo quell'interrogatorio, era proprio Blake, la cui confusione riaffiorava dalle sopracciglia sollevate e dal biancore del volto.

"Ehi, lavativo, ti ho fatto una domanda!" lo apostrofò di nuovo Alistair, un altro passo verso di lui, questa volta molto più intimidatorio dei precedenti. "Che c'entra Kepler 442-B?"

Will indietreggiò d'istinto, il petto ancora alzato in un respiro interrotto a metà.

"Rispondi!"

"Liu, ora basta."

"Sta' zitta, Shu, e impara a rispettare la gerarchia." L'attenzione dell'Asceso venne assorbita tutta dalla presenza della Sergente, che si era frapposta tra loro due, una sparuta alfiera -l'unica- a difesa di Will. Alistair continuava a guardarlo da oltre la spalla della ragazza, fiammeggiante per la rabbia.

"E'... è un pianeta, Signore." Si decise a parlare infine, dopo essere riuscito a mettere in ordine la confusione che governava nella sua testa.

"Dimmi qualcos'altro che non so, razza di idiota." Il suo ringhio impaziente gli raschiò le orecchie. L'unico a reagire oltre alla Sergente Shu fu Mikhajlov che, con la sua nuova protesi meccanica al posto della gamba mancante, mosse i primi passi verso la schiena di Alistair, le mani prolungate verso di lui, pronte a fermarlo in caso di uno scatto troppo avventato. 

L'uomo, il viso sempre più incupito, continuava a incalzarlo, "Voglio sapere perché lo hai nominato."

"Io... mia madre..." Le parole continuavano a incastrarsi nella sua gola rinsecchita, terrorizzate all'idea di prendere forma al di là del suo pensiero, "ecco, lei si chiamava Cassandra Gascon, era specializzata negli studi sull'Ascensione e lei... lei credeva che... che..."

Il suo maldestro sforzo di fornire una spiegazione, seppur tartagliante, venne interrotto da un verso che lo fece trasalire.

Una risata. Una risata che si elevò sopra ogni fruscio della stanza, il brontolio nervoso di Alistair venne messo a tacere. All'inizio risuonò nella stanza come un verso cavernoso, per poi deflagrare in un fischio stridulo e prolungato. La vecchia aliena rideva in modo così sguaiato che se non fosse stata legata alla sedia, sarebbe di certo caduta all'indietro. Il suono, dapprima ampio e potente, divenne isterico e stridulo. Nessuno, neppure Alistair, ebbe il coraggio di interromperla.

Kepler 442-BDove le storie prendono vita. Scoprilo ora