Capitolo 5 Una terribile notizia

21 5 0
                                    

Gli occhi limpidi di Anzela si posarono sulle pupille color carbone del fratello che la fissavano con intensa nostalgia.

–Quanto mi sei mancata, piccolina– mormorò Mighele –ma adesso sei qui, con me, come una volta.

Anzela mostrò il broncio.

–Te ne sei andato ... mi hai lasciata sola.

–Sì ... ma sapevo che te la saresti cavata bene, anche senza di me.

–Ah ... lo zio è stato implacabile. Quant'era in collera! Ha detto tante cattiverie sul babbo e su di te ch'eri scappato per cercarlo! ... No, lui non poteva accettarlo. E sai chi ne ha fatto le spese? Tu non c'eri ... io ero lì.

–Ma tu hai la tua fede!– protestò Mighele con un lieve sorriso, privo d'ironia.

S'impadronì delle mani di lei rinchiudendole come per proteggerle tra le sue palme e cominciò a scaldarle e carezzarle.

Anzela faticò a tenere un contegno severo.

–Un anno ... un anno intero senza vederti o avere tue notizie! Ti rendi conto di quanto ho sofferto?

–C'è voluto del tempo ... non è stato immediato trovare il babbo e non volevo comunicarti d'aver fallito. Perdonami Anzelina. Appena l'ho riabbracciato, mi ha chiesto d'aspettare ... voleva trovare lui stesso le parole da scrivere per convincerti a raggiungerlo.

–Ti perdono, sono troppo contenta d'averti rivisto! E ora parlami, Mighi! Che significato ha quel biglietto? Appena l'ho ricevuto, ho immaginato di tutto! E il babbo ...come sta? Dimmi cos'è accaduto.

Michele s'incupì.

Gli occhi scuri e penetranti fuggirono verso il basso, le mani forti s'abbrancarono alle ginocchia per un lungo istante. Poi parlò, con calma, a voce sommessa.

–Due mesi fa c'è stato un guaio: due delle navi del babbo, cariche di merci, che viaggiavano verso la Francia, sono scomparse in modo misterioso.

Tacque un attimo, sospirò e poi riprese:

–Fu la prima disgrazia. Non era mai capitato che qualcuna delle navi naufragasse, in tanti anni d'attività, ma egli pensò a un incidente, forse un cambio di rotta, forse una tempesta, poiché i marinai erano tutti gente fidata, figli e mariti di donne del posto.

Babbo dovette vendere dei cavalli ma racimolò tutto il denaro che gli occorreva per pagare i fornitori. Per rispettare le richieste fu obbligato a caricare in breve un'altra nave. Temeva un maggior danno: perdere gli acquirenti in Francia, essere rimpiazzato dai concorrenti.

Ma questa volta non gli riuscì d'ottenere credito.

S'era sparsa la voce della sparizione delle navi e la gente di mare è superstiziosa, c'era chi parlava di sfortuna, che vi fosse il malocchio ... Egli fu costretto a dar fondo ai suoi risparmi in banca per pagare le nuove mercanzie.

Era fiducioso, mi rassicurava: sperava di rifarsi rapidamente delle perdite con la vendita del nuovo carico.

Ma anche questa volta la nave sparì nel nulla. Non arrivò mai in Francia e non tornò indietro.

Anzela guardava Mighele stupita, gli occhi attenti, la bocca semiaperta. Mentre egli parlava, con una serietà che non gli era consueta, cominciò ad affiorarle un'agitazione nel cuore, come l'oscuro presentimento d'una disgrazia. Il giovane proseguì:

–Babbo si trovò in difficoltà: aveva prosciugato il conto in banca. Tuttavia non si perse d'animo. Denunciò la sparizione della nave, nella speranza d'indagini accurate, ma non si fece nulla. Si rivolse a un magistrato suo buon amico perché si avviassero ricerche e venisse concessa una scorta alle sue imbarcazioni.

Il Patto DiabolicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora