Capitolo 9 Un tentativo mancato

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Ci fu un leggero bussare alla porta che li fece trasalire entrambi. Mighele a larghi passi s’approssimò all’uscio e lo spalancò.

–Alfio, … vieni!– indietreggiò e si scostò dalla porta per lasciar passare l’amico.

Nell’osservare il fratello, Anzela percepì quanto la presenza di quel soldato straniero gli fosse di conforto, notò il sollievo nell’immediato distendersi dei lineamenti contratti, nel celere sorriso che gli sfiorò le labbra.
Il capitano entrò nella stanza con aria inquieta, come se celasse anch’egli dei pensieri angosciosi, poi il suo sguardo s’indirizzò sul letto, verso il defunto, e, compresa al volo la situazione, l’espressione mutò, da cupa si fece addolorata; la sua larga mano si posò e si strinse sulla spalla di Mighele.

–Amico mio– mormorò –mi dispiace per tuo padre. Se hai bisogno di qualcosa … qualunque cosa, io sono qua.

Mighele apparve sollevato da quelle parole.

–Accetterò volentieri il tuo aiuto, Alfio; desidero portare il babbo a casa al più presto.

–Certo, è naturale. Vi accompagnerò io stesso.

–E io te ne sono grato, amico mio.

La premura del giovane ufficiale s’indirizzò dal giovane barone alla sorella di lui, della quale ricercò lo sguardo per indagarne la sofferenza. La osservò mentr’ella non lo guardava. La vide alzarsi, silenziosa e composta, e, con timidi passi, accostarsi a Mighele. L’osservò mentre teneramente adagiava la gota sul braccio del fratello come a cercare o dare consolazione. Tenne gli occhi fissi sul suo viso pallido fin quando quasi la costrinse a sollevarli anch’essa ad incrociare le sue pupille ardenti. In un lampo la fanciulla li riportò al suolo poiché un inatteso e imbarazzante rossore s’era innalzato a imporporarle le guance.

–Sono addolorato signorina che la vostra venuta qui in città sia stata sconvolta da un evento così terribile– disse l’ufficiale.

Gli occhi di smeraldo si rialzarono con esitazione fino ad immergersi nei caldi occhi marroni del giovane che la fissavano con dolce intensità.

–Avevo appreso che vostro padre fosse ferito gravemente …  ma credevo … io credevo che ce l’avrebbe fatta– proseguì l’uomo con accento sincero.

Mighele guardò l’uno e guardò l’altra, scoprì il coinvolgimento di Alfio e l’imbarazzo della sorella, s’insospettì piacevolmente, ma non mostrò loro d’aver notato nulla. Senza dismettere l’aria afflitta domandò:

–Dimmi Alfio: il processo è finito?

Mentre il capitano annuiva, Anzela ricordò l’arresto del giovane Claudio e la disperazione della madre; ricordò soprattutto il suo proposito d’intercedere per la salvezza del prigioniero presso il giudice Ravaneda e si dispiacque che il dolore per la perdita del padre le avesse fatto dimenticare un’incombenza così importante.
La presenza del capitano la confortò e giudicò fosse un segno di quell’aiuto provvidente di Dio che s’era educata a scorgere, con l’intervento della Grazia, nella semplicità di tutti i giorni: non dubitò che l’influenza del giovane ufficiale fosse superiore alla sua nel difficile compito di negoziare con don Ravaneda la libertà del ragazzo. Ricordava inoltre il colloquio del giorno prima, sotto la sua finestra, durante il quale il magistrato aveva negato al capitano il consenso ad approfondire le indagini, e, alla luce di quell’episodio, ponderava che una sua supplica, per quanto ben ragionata, aveva ben poche speranze d’esser accolta dal giudice, uomo così risoluto, che si era già rifiutato d’ascoltare la proposta sensata di un ufficiale dell’esercito piemontese.
Tuttavia la difficoltà dell’impresa non le impedì di sperare il successo, poiché confidava nell’appoggio divino. S’auspicava inoltre l’intervento coraggioso del capitano, che riteneva uomo di grande livello morale e generosità non comune, a motivo dell’affetto e della stima che il fratello gli portava, e per l’istintiva simpatia ch’egli le aveva suscitato. S’accorgeva, seppure confusamente, d’esserne attratta.
Eccitata, desiderosa di domandare della sentenza, stava per aprir bocca quando Mighele, animato dalla stessa curiosità, ma non dal medesimo trasporto, chiese:

Il Patto DiabolicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora