Auro si sfilò la camiciola fradicia dal petto e la buttò sul tronco di legno che fungeva da sgabello. Afferrò energicamente con entrambe le mani la fune che reggeva il secchio all'interno del pozzo e lo tirò fuori grondante d'acqua, lo sollevò al di sopra della testa e lo rovesciò su di sé lavando il sudore che gli ricopriva fastidiosamente il corpo.
Lena apparve sulla soglia vestita di nero, i lunghi capelli lisci raccolti sul capo, cupa e rigida, i penetranti occhi scuri gli scavavano dentro. Gli fece cenno d'avvicinarsi.
-Cosa vuoi?- sbottò lui torvo senza muoversi.
-Devo parlarti.
Il contadino asciugò con un canovaccio la faccia e poi poggiò anche quello sul tronco. Resasi conto che l'uomo non desiderava ascoltarla, Lena lo raggiunse.
-Che cosa hai deciso di fare?- disse.
-Nulla!- ribatté scortesemente il contadino -Non farò nulla.
-E Nina? Glielo devi dire- insisté Lena.
-E perché? Per farla soffrire di più?
-È giusto che sappia. Sta aspettando di sapere.
Auro mosse la testa e corrugò le labbra, poi si coprì il viso con le mani. Dopo un mugolio di dolore, si scoprì e le piantò sul viso due occhi addolorati.
-Non ci riesco, Lena, non ci riesco- mormorò -Come posso dirle che quel miserabile è libero? Come posso spiegarle che a causa del suo silenzio non è stato condannato?
-Sì, ma non potrai evitarla per sempre. Lei lo sa, ... sa che la sentenza è stata già pronunciata.
-Che cosa le dirò? Come potrò giustificare ciò che le è successo? Non posso! Dov'è Dio? Perché ha permesso questa crudeltà?
-Dio...!- esclamò Lena -Dio non esiste!
In quel momento Maria si stagliò sull'uscio. Aveva il volto affaticato e la chioma scarmigliata, il grembiale bianco che le fasciava l'addome evidenziava l'avanzata gravidanza.
-Perché bestemmiate?- protestò indignata -Dio ci punirà.
-Non l'ha fatto abbastanza?- si lamentò il marito.
-Non è Dio che ha voluto ciò che è successo a nostra figlia, ma un uomo malvagio!
Lena scoppiò in una risata grossolana e amara.
-Dimmi, Maria, perché Dio non ha fermato quel maledetto che ha fatto ammazzare mio figlio e ha liberato lo stupratore di tua figlia? Te lo dico io... perché non esiste! Dio non esiste!
-Smettila!
La giovane donna s'appoggiò allo stipite della porta, sforzandosi di respirare con calma.
-Io non so perché Dio ha permesso tutto questo. Ma il prete dice che Egli anche dalle cose brutte riesce a toglier fuori del bene per la nostra famiglia ed io ci credo.
-Che illusa!- sbottò Lena -Ma se questo può aiutarti a superare il tuo dramma, ben venga Dio! Per me non è così ... io voglio vendetta.
Maria la guardò con compassione, poi fissò il marito.
-E tu?- disse -Anche tu pensi che Dio non esista?
Auro evitò di guardarla.
-Io non lo so- mormorò -non so più nulla.
Lena sbiancò e sgranò gli occhi.
-Oh cielo...- esclamò.
Nina era sgusciata fuori tra la porta e il fianco sinistro della madre, avanzando di alcuni passi verso il padre che prese a scrutarla sorpreso e confuso.
-Tesoro- bisbigliò dolcemente -ti sei alzata dal letto! Come ti senti?
La ragazzina lo raggiunse e iniziò a picchiare con il pugno chiuso contro il petto dell'uomo.
-Parla Nina!- esclamò il poveretto -Ti prego, parlami! Dimmi come ti senti, tesoro mio!
-Diglielo!- gridò Lena -Diglielo adesso che quel mascalzone è stato assolto! E tu, che cosa hai intenzione di fare? Gli permetterai di farla franca?
-Zitta!- la rimbrottò Maria -Stai zitta! Non è il momento questo.
-Dimmelo!- insisté Lena -Cosa farai?
-Basta! Smettila!- gridò Maria scrollando la donna per il braccio -Basta!
Nina guardò il padre con gli occhi spalancati e continuò a picchiarlo sul braccio.
-Perché?- balbettò.
-Tesoro- mormorò l'uomo trattenendo le lacrime -tesoro, non lo so.
Con un braccio l'accostò a sé per consolarla, ma la fanciulla reagì violentemente scansandolo indietro e con un ringhio si diede alla fuga.
-Nina!- esclamò Auro spaventato.
-Nina!- gridò la madre balzando in avanti -Dove vai? Nina, torna indietro!
-È colpa tua!- sbottò il contadino puntando il pugno minaccioso contro Lena -Non ti avessi mai portato qui!
-È mia la colpa? O di quel verme che l'ha violentata? O del giudice che l'ha assolto?
-Aurooo!- Maria iniziò a correre dietro la figlia e l'uomo spaventato dalle grida, si voltò a guardarla.
Appesantita dalla gravidanza, la donna fu costretta a fermarsi ansimando, mentre il contadino resosi conto dell'imprudenza della moglie, si era subito precipitato dietro di lei.
-Sei impazzita a correre così? Non pensi al bambino che porti in grembo?
-Guarda tua figlia! Fermala!
Nina in pochi istanti aveva raggiunto una delle grosse sugherete che costeggiavano il podere e si era agilmente arrampicata infilandosi tra i rami più alti. I genitori la fissarono mentre sbucava fuori dalla fitta chioma dell'albero, ritta in piedi sopra una robusta diramazione, reggendosi pericolosamente con le mani a fronde più sottili. Intuendo il pericolo, Auro si lanciò in una corsa sfrenata per raggiungerla.
Gridò il suo nome per fermarla.
-Nina! Nina! Che cosa fai? Vieni giù! Attenta! Attenta!
Nina lo guardò, i lineamenti inespressivi, poi aprì le braccia e rigidamente si lasciò cadere all'indietro nel vuoto.
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Il Patto Diabolico
Ficção HistóricaUn potente magistrato, fidanzato con una bellissima nobildonna francese, si invaghisce di una fanciulla di dubbia origine nobiliare. Per convincerla a diventare la sua amante si offre di aiutare il fratello, accusato di omicidio ingiustamente. La ra...