Capitolo 13 Tradimento

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Il caldo afoso rendeva Jorzi più impaziente del solito, mentre sbirciava intorno a sé in attesa che il barone Carillo si degnasse d’arrivare

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Il caldo afoso rendeva Jorzi più impaziente del solito, mentre sbirciava intorno a sé in attesa che il barone Carillo si degnasse d’arrivare.
Era in ritardo, accidenti, e lui aveva poco tempo da perdere, con quella deliziosa ragazzina che lo aspettava nella grotta. La fronte aggrottata s’imperlò di sudore mentre meditava come pretendere dal famigerato padrone ancora più soldi per la sua fedeltà. C’era ancora Muroni da eliminare e quello era un personaggio pericoloso, ma aveva sguinzagliato i suoi uomini dappertutto ed era certo che prima o poi il nascondiglio di quel furbone sarebbe stato individuato.
Un fruscio lo allertò; afferrò nel pugno un lungo coltello e si mise in guardia. Una brezza vivace agitava le fronde e rendeva difficile per il manigoldo localizzare dove fosse arrivato il rumore.
D’un tratto Carillo sbucò allo scoperto da una folta macchia di cespugli preoccupato che il complice lo riconoscesse all’istante e non lo infilzasse. Portava i capelli sciolti sulle spalle e parevano pesanti e untuosi, come se avesse camminato per lungo tempo; le guance paonazze e lucenti stillavano gocce di sudore.

–Ehi!– gridò –Abbassa l’arma, non vedi? Sono io!

–Eccovi qua finalmente!– sbottò Jorzi –Ve la siete presa troppo comoda per quanto mi riguarda. Sapete da quanto aspetto?

Carillo stirò un sorriso stentato, s’asciugò la mano appiccicosa nella stoffa delle braghe che rivestiva la coscia e toccò la sacca che gli penzolava sul fianco.

–E allora? Perché ci avete messo tutto quel tempo?– proseguì Jorzi irritato.

Carillo s’indispettì.

–Zitto furfante!– replicò –Devo render conto a te dei miei problemi? Ho avuto un contrattempo!

Quando il barone s’adirava o mostrava d’essere in procinto di farlo, Jorzi abbassava subito la cresta e l’atteggiamento mutava, la iena si rivestiva da pecora. Non si fidava di Carillo, lo conosceva per uomo pericoloso e infido e per evitare di scontentarlo poteva accettare tutto, anche d’esser trattato da pezzente.

–Siete troppo permaloso, barone … e non ce n’è ragione. Avete portato i soldi?

–E tu … hai sistemato la ragazza?

–Come d’accordo.

–Dov’è? Dove hai messo il corpo?

–L’ho interrato vicino al corso del fiume. Non lo troveranno mai; è nascosto così bene che io stesso faticherei a riconoscere il luogo. Non temete, … la baronessa è scomparsa per sempre … potete avvisare il principe che la bella moglie è scappata con un ufficiale dei dragoni di sua maestà– sogghignò –adesso non correte più rischio ch’ella vi denunci, barone …. E ora tocca all’esimio capitano Muroni.

Il Patto DiabolicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora