11 Mondi opposti, stessa sorte

295 49 130
                                    


"La farfalla, persa nel labirinto dell'inganno,
vede il lupo che, con occhi di fuoco,
la guida verso l'abisso che arde nel suo cuore."
-Lessxiit

 7 luglio 2018

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

7 luglio 2018

Serena

Alzai lo sguardo e c'era un grande, grandissimo, lupo a pochi passi da me. Eppure, il colore del sangue che macchiava la breccia non era sufficiente a descrivere l'intensità dei grandi occhi rossi che mi scrutavano.

Intorno a noi, un silenzio assoluto regnava sovrano; gli uccellini avevano cessato il loro canto, I rami degli alberi ondeggiavano sotto il soffio di un vento fresco, e le foglie cadevano taciturne. Il battito accelerato del mio cuore era l'unico suono udibile, così forte da essere percepito anche da lui.

Non assomigliava neanche lontanamente ai lupi che avevo visto nelle foto o allo zoo. Era imponente, maestoso. La folta pelliccia, nera come la cenere di un fuoco spento, lo avvolgeva del tutto. Emanava una forza inaudita, con un solo morso, avrebbe potuto porre fine alla mia esistenza. I denti lunghi e appuntiti, l'espressione feroce, le orecchie tese e la coda in allerta non lasciavano dubbi sulle sue intenzioni malvagie.

Malgrado l'aura di pericolo che lo circondava, la vocina dentro di me insisteva nel tranquillizzarmi.

Il mio viso sorpreso si trasformò in una tenera smorfia. Sapevo che in quelle situazioni la fuga era vana; l'avevo già sperimentato di persona nel passato. Avrei affrontato quegli ultimi istanti di vita con un sorriso. La paura non avrebbe avuto il sopravvento. Avevo lavorato sodo sulla mia autostima.

«Scappa

«Non si può fuggire in eterno», replicò, giustamente, la mia vocina interiore.

Avevo superato sfide ben più ardue. La morte non era insopportabile come l'umiliazione delle false voci che si diffondevano su di me a scuola. Allora, come in passato, avrei teso la mano, o la zampa, al mio nemico.

Mi mossi verso di lui, un passo dopo l'altro. No, non ero impazzita. Non ancora.

«Idiota

Il lupo svanì così come era apparso, in un attimo.

Sbuffai, amareggiata. Se solo avessi saputo che avanzare, anziché nascondermi dietro i muri che avevo eretto, mi avrebbe salvata, avrei evitato molte complicazioni, o almeno le avrei affrontate con orgoglio.

Ripresi il cammino, spingendo le ginocchia al limite della loro capacità. Il tramonto cedeva il passo alle prime stelle, e la consapevolezza di essere in ritardo pesava su di me.

Appena giunta al cancello, le guardie mi fissarono con espressioni di orrore.

«Mi dispiace», dissi, alzando le mani in un gesto di pace. «Lo so, sono in ritardo, ma...»

like camellia's in springDove le storie prendono vita. Scoprilo ora