82 Legame indissolubile

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26 dicembre 2018

Serena

Mi svegliai con un russare profondo che mi trapanava le orecchie. Due corpi mi schiacciavano contro il materasso, eppure non avevo mai dormito così bene. Avevo condiviso il letto con Ares e papà, e nonostante il dolore alla schiena, c'era un senso di pace che non provavo da tempo.

Il sole alto nel cielo indicava che era già tardi, ma loro continuavano a dormire tranquilli.

Uno squarcio di serenità ritrovata.

Ora sto bene.

Ora che non ho più un compagno, sto bene.

Non devo piangere, sono libera.

Ho scoperto anche chi vuole farmi del male. Nessun problema. Io, Ares e Adam ci occuperemo di Arwen. Endlenis e Darkanys lo sbraneranno.

Chissà come si chiama il lupo di papà.

«Callisto», rispose Adam, con la voce ancora impastata dal sonno.

«Sarebbe bello poter cercare il significato del nome su Internet», dissi, pensando a quanto mi piaceva scoprire l'origine delle parole.

Devo ritrovare il mio telefono.

«Sempre con questa fissa del voler cercare il significato, eh?» Ares si era svegliato, e i suoi occhi brillavano di divertimento. I nostri capelli erano tutti scompigliati, però non potemmo fare a meno di ridere.

«Certe cose non cambiano.» Il pensiero mi sfuggì dalle labbra ancora gonfie per averle morse con forza la sera precedente.

Ares mi sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e sorrise. «Come il tuo essere bellissimamente buffa.»

Adam tossì, fingendo disapprovazione. «Potresti evitare di provarci con mia figlia in mia presenza?»

Arrossii all'istante intanto che Ares si alzava dal letto, ancora ridendo.

«Chi vuole le fragole?» chiesi, il desiderio di mangiarle mi faceva già venire l'acquolina in bocca.

«Io, io!» risposero in coro Ares e papà, come due piccoli cuccioli umani.

«Allora andiamo a fare colazione!» esclamai, felice all'idea di iniziare la giornata insieme.

Dopo aver preparato il caffè per tutti e un cappuccino per me, mi sedetti a tavola e divorai le fragole più belle.

«Bambina, sarai anche mia figlia, però il mio lupo desiderava proprio quelle fragole bellissime, come il significato del suo nome», scherzò papà con una giocosità velata.

«Ops», alzai le spalle, e ancora una volta scoppiammo tutti a ridere.

Era meglio concentrarsi su quel momento di gioia, piuttosto che pensare al giorno precedente. Tutto fuorché pensare a... lui.

Elio.

Bastardo.

Mi aveva avvertita che mi avrebbe tradita, e lo aveva fatto sul serio. Avevo pensato che quello che era successo nella città delle streghe ci avesse in qualche modo legati. Ma non era così. Elio aveva i suoi motivi, come tutti. Anche quella volta, avrei dovuto fare finta di niente quando lo avessi incrociato?

Insomma, abbiamo scopato una sola volta, due se consideriamo anche... vabbè, due botte e via.

Dopotutto, non eravamo fidanzati. Ci eravamo usati a vicenda, come da patto.

Fine.

-Ventotto

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