Extra 2 L'elicriso in una neve cremisi

60 15 20
                                    


"Loving you forever can't be wrong."
-Lana Del Rey

26 febbraio 2026

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


26 febbraio 2026

Serena

Cammino a piedi nudi sulla stradina di montagna che serpeggia verso la mia baita. Percepisco il terreno irregolare premere contro la pelle morbida dei miei piedi; ogni passo è un lieve dolore, ma mi dà un senso di connessione con la terra, con le radici del presente che ho costruito. Non vedo l'ora di lasciare scorrere l'acqua calda sulla mia pelle, lavando via i residui di fango e letame che si sono mescolati al sudore del lavoro.

Il sole inizia a calare, la sua luce dorata si affievolisce in sfumature di un rosa aranciato. Eppure, per me, quei colori si tingono di una velatura di grigio. L'aria fresca della montagna mi riempie i polmoni, portando con sé l'odore pungente di pini e il profumo umido del muschio che cresce sui tronchi secolari.

Passo una mano nei miei capelli, cercando di liberare le ciocche castane dalla polvere del fieno che si è insinuata fino alle radici. Sento il ticchettio delle piccole pietre sotto i piedi e un brivido mi percorre la schiena. Sono stanca, però il ritorno a casa è sempre un momento di sollievo, un rituale che segna la fine di un altro giorno di fatica e soddisfazioni.

Una pecora, dal vello candido come la neve che talvolta ricopre queste cime, mi sbarra il cammino con un'aria di sfida giocosa. Non posso fare a meno di sorridere alla sua richiesta di attenzioni. «Ehi, le coccole non sono mai abbastanza per te?» le dico, e la mia risata si mescola al belato soddisfatto mentre le dita si perdono nella lana morbida della sua testa. I suoi occhioni neri mi guardano con un'innocenza disarmante, e per un momento dimentico ogni preoccupazione, ogni pensiero che non sia la semplicità di questo contatto. Le altre pecore pascolano tranquillamente nei dintorni, immerse nel loro mondo di verde, un quadro di serenità pastorale.

Dea, la mia cagnolina, un esemplare vivace di pastore belga, mi salta addosso con un entusiasmo che non conosce freni, facendomi cadere all'indietro. Almeno, non ha strappato il mio vestito. È molto gelosa e possessiva, un'ombra fedele che non mi lascia mai sola, un'ottima lavoratrice che conosce il valore del gregge. Rido di gusto mentre lei mi lecca il viso con la sua lingua ruvida; il suo entusiasmo è contagioso, un'onda di gioia che mi travolge e mi fa dimenticare la fatica. Mi rialzo, scuotendo la testa per l'ennesima marachella, e le do un buffetto affettuoso sul muso, promettendole che non ci saranno mai addii, almeno finché la morte non ci separi.

Il mio fischio taglia l'aria, un segnale acuto e familiare per Dea, che si lancia in una corsa disciplinata, radunando il gregge di ovini nella stalla con una precisione che mi riempie di orgoglio. È una visione che mi fa sempre sorridere, vederla lavorare con tanta dedizione e amore per il suo compito. Torna da me per leccarmi le mani, cercando approvazione, e io la giro per accarezzarle la pancia in segno di gratitudine. Il suo pelo è lucente, morbido e curato, nero come la notte senza luna... come la pelliccia di Darkanys.

like camellia's in springDove le storie prendono vita. Scoprilo ora