68 L'amore è l'unica redenzione in un puzzle incompleto

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Astrid

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Astrid

Nell'oscurità che avvolge il mio essere, parlo a voi, lettori di una tragedia senza tempo. Il mio compagno, ombra tra le ombre, ha danzato con me in questo valzer di solitudine: veloce, silenzioso, premuroso, ha fatto breccia nel mio cuore immortale, un cuore che ha battuto per secoli in attesa di ogni nostro incontro fugace, una volta ogni cent'anni.

Oh, come ho amato! Amato con la passione degli umani che una volta maledissi; amato il re dei vampiri, il signore dell'abisso, il sovrano dell'inferno. E Zeus, nella sua infinita saggezza — o forse stanchezza — mi concesse la grazia di incarnarmi nel corpo di una giovane fae, per porre fine alla maledizione che per secoli mi aveva spinta a scagliarmi contro i suoi figli umani.

L'immortalità, un dono avvelenato, con il tempo stanca: non c'è più bellezza, non c'è più scoperta. Tutto è stato fatto, tutto è stato vissuto. E io, maledetta da una gelosia bruciante, invidio gli umani; invidio la loro vita effimera, così piena eppure talmente vuota, che finisce prima ancora di aver cominciato, prima ancora di aver concluso qualcosa.

Serena, nata sotto il segno della tragedia, sapevo come sarebbe finita la sua storia. Le donai il sangue di ogni creatura sovrannaturale, un elisir proibito che avrebbe spezzato la nostra maledizione e ci avrebbe restituito l'umanità perduta. Anakin e Aeryn, creature di affetto e compassione, si affezionarono a quella farfalla monarca dal tragico destino. Sinceramente, anche io. Il puro affetto che lei provava per mio figlio, mi ricordò l'amore per il mio compagno.

Prima di trasformarla in umana, prima di usare la magia che avrebbe permesso al lago sospeso tra i mondi di risucchiare la sua vita, Serena aveva protetto la mia bambina dalle fiamme nel bosco. Avevo alterato i ricordi di Aeryn ed Elio, ingannato persino la mia finta sorella e il figlio di Arwen. Ma non volevo mentire alla mia bambina.

Aeryn, con la dolcezza del suo cuore immenso, tentò di salvare Serena, di impedirle di entrare nel lago. Ma il destino è un filo già tessuto, inevitabile. «Mamma, non c'è un altro modo?» mi chiese con voce tremante. «Se ci fosse stato, non avrei privato Elio del suo amore», risposi. Vampiri e streghe non possono innamorarsi, ma loro, loro erano i figli del mio peccato.

Serena era figlia del peccato, come i gemelli figli di Arwen e Kara. In questo eterno peccato, dovevo salvare la mia famiglia, donarci la libertà che tanto meritavamo. «Cosa desideri, Aeryn?» domandai. «Voglio solo stringere la mano di mamma e papà», fu la sua semplice richiesta. «D'accordo, tesoro. Presto, diventerà realtà. Presto, la nostra famiglia sarà al completo.»

Io sono Ecate, la dea della magia e degli incroci, la potente signora dell'oscurità, che regna sui demoni malvagi, sulla notte, la luna, i fantasmi e i morti.

Condannai alla licantropia Licaone e i suoi futuri discendenti.

Ho distrutto tutto: la vita della madre della strega nella quale mi ero reincarnata, la vita di coloro che si sono intrecciati alla mia. Non me ne pento. Non me ne pentirò mai. Perché in questo eterno peccato, l'amore è l'unica redenzione, e io l'ho trovata nel cuore di chi ho distrutto.

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