74 Oscurità sotto la luna

69 20 32
                                    


23 dicembre 2018

Serena

Lowell sta per disintegrare il cuore di Ares.
Voglio fermarlo, proteggere Ares dal dolore.
Lo conosco, reagirà male.
Sarà confuso, avrà un ulteriore motivo per odiare il giorno del suo compleanno.

«Fratello», pronunciò Lowell dinanzi ad Ares.

No.
Lo sento.
Sta per succedere un macello.
Sarà un delirio.
Un bagno di sangue.

Ma Ares rimase impassibile, neutro. Non c'era nessuna scintilla di fuoco o rabbia nei suoi occhi. Solo un'apatia apparente.

Capivo cosa stava facendo. Stava reprimendo i sentimenti che, prima o poi, sarebbero esplosi in un vortice di fuoco e distruzione.

Lowell si mosse verso Ares, e io verso di lui per afferrarlo; tuttavia, una mano mi bloccò in una presa ferma e inaspettata.

Elio mi guardava con occhi severi. «Non interferire», sussurrò, «questo è il loro destino.» La sua mano sulla mia spalla era un monito, un avvertimento che ogni azione avrebbe solo peggiorato le cose.

Il branco, che fino a quel momento aveva osservato in silenzio, iniziò a mormorare tra sé. L'atmosfera si caricò di tensione, di aspettativa. Alcuni erano chiaramente all'oscuro dell'esistenza di Lowell, mentre altri sembravano conoscere il suo nome, non il suo volto. Per me era una novità, dato che avevo perso i ricordi. Ma gli altri? Come potevano non riconoscere uno di loro? Era impensabile.

Lowell, indifferente ai sussurri e agli sguardi, si concentrò su Ares. «Sono impaziente, fratello», ghignò con una sfumatura di rimprovero nella voce. «Non ci siamo visti per decenni e ora nemmeno mi saluti?» L'aria intorno a lui iniziò a vibrare di energia oscura.

Rivolsi uno sguardo supplichevole a Elio, sperando che intervenisse, che fermasse qualsiasi follia stesse progettando il suo amico.

Elio, però, sorrideva. Sorrideva. Sorrideva come se avesse incassato una vittoria nel ferire Ares. Come se le stelle fossero state divorate da una malvagità progettata.

«Sei un bastardo», ringhiai, scostando la sua mano dalla mia spalla con un gesto brusco.

«Lowell, qual è il tuo dannato problema?» imprecai contro il ragazzo, davanti a tutti. Non bastava il mio dolore, doveva crearne di nuovi.

«Vedi, strega, il mio problema è che qui fingono di vivere in una favola. Negano la realtà, rifiutano il passato. Andrea, capisci che sono tuo fratello gemello? Capisci che Adam non è nostro padre? Ha preso il suo posto, regnando al nostro posto. Non sei arrabbiato? Ci ha sottratto il nostro futuro, un nostro diritto.»

Ares non reagì, rimase impassibile, come se le parole di Lowell non lo raggiungessero.

«Endlenis, ti supplico», implorai. «Dimmi cosa fare, dimmi come sopprimere l'apocalisse che incombe su di noi.»

«Taci, Serena», mi rispose con freddezza. «È l'unica cosa sensata che tu possa fare.»

Non potevo accettarlo. Mi avvicinai ad Ares, mettendomi tra lui e Lowell. «Basta così. Lowell, ti va di ballare?» Un ballo era l'unico tentativo disperato di non infuocare ulteriormente un'aria satura di scintille esplosive.

«Come potrei rifiutare la richiesta della prescelta?» rispose Lowell con un inchino, conducendomi al centro della pista. La musica iniziò a suonare, ma nessuno si unì a noi. Ares era ancora immobile, mentre Elio osservava la scena, sorseggiando vittorioso una bevanda da un bicchiere di cristallo.

like camellia's in springDove le storie prendono vita. Scoprilo ora