40 Anime dannate ⚫️

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25 settembre 2018

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25 settembre 2018

Elio

Serena inebriava la mia mente.
La bramavo, volevo sentire la sua vita scorrere tra le mie zanne.
Il mio istinto primordiale prese il sopravvento e, senza esitazione, affondai i canini nella carne del suo morbido collo. La pelle si squarciò e il dolore che provò fu acuto, lancinante.
La ragazzina gemeva, eppure non cercò di divincolarsi.
Ero più forte di lei.
Le mie unghie graffiarono le sue spalle e il morso divenne profondo.
Il calore del sangue scorreva sulla mia lingua, riempiendomi la bocca del sapore di ferro e dolcezza.
Mi abbandonai a quella sensazione sublime, come una droga, un'estasi selvaggia che mi aveva trascinato oltre ogni ragionevolezza.
Anche il mio lupo provò una strana forma di appagamento. Il suo destino sembrava finalmente compiuto, il suo spirito selvaggio aveva trovato una sorta di pace.
Mi staccai, permettendo alla ferita sanguinante di rimarginarsi.
La luna continuava a splendere nelle sue lacrime indifferente alla tragedia appena consumata.
Sapevo che non c'era ritorno. Non potevamo sfuggire al fato, e non avevo intenzione di salvarla.
Non avevo un briciolo di magnanimità. Non ero più clemente. La mia umanità era svanita con il primo morso.
Morderla una singola volta non bastava. Non era solo appagante, era necessario. Non era un gioco, né la mia volontà o la sua.
Ero un mostro, un predatore senza redenzione.
E Serena era ormai parte di me.
Continuai a morderla, senza rammarico.
Ero solo uno strumento nelle mani del destino e la mia fame insaziabile avrebbe continuato a guidarmi verso l'abisso.
Non c'era riscatto per me.
E non mi importava.
Serena era mia.
Da sempre.

-Centoventi

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