26 settembre 2018Serena
«Svizzera?!»
Elio annuì, impassibile.
Non mostrava segni di fatica nonostante il lungo cammino; al contrario, io mi sentivo come se avessi trascinato il peso del mondo.
Ero stufa di rimanere in silenzio, a testa in giù, e il freddo pungente non faceva che aggravare la mia stanchezza. Essere nudi in alta montagna al mattino presto non era certo piacevole, con l'aria che tagliava il viso come lame di ghiaccio.
Cosa diavolo avrei dovuto fare in Svizzera? In effetti, era il luogo ideale: montagne imponenti, natura incontaminata, praterie verdi perfette per trasferirsi e iniziare un'attività con gli animali.
Ma lui, che ruolo aveva in tutto ciò? E chi era la donna verso la quale mi stava conducendo, con passi decisi e uno sguardo che nascondeva più di quanto rivelasse?
Osservai la foresta alle mie spalle, dove regnava un silenzio assoluto. Era come se stessi entrando in un mondo mortalmente quieto, dove nessuno avrebbe mai potuto trovarmi, non importava quanto si sforzassero.
Ero certa che avrebbero provato a cercarmi, ovunque. Per loro, ero ancora di valore; non mi avrebbero permesso di fuggire se la situazione non fosse stata abbastanza sconvolgente.
Non volevo più vedere i loro volti, né allora né mai.
Era quello il risultato di avere dei compagni? Dolore, cuori infranti e vuoto interiore?Selene, la dea della luna, era la creatrice del legame di coppia. Avrei voluto chiederle: perché? Per quale motivo il mio fato era segnato in quel modo? Perché dovevo soffrire mentre i veri colpevoli godevano alle mie spalle?
"Un compagno è la tua altra metà", era ciò che mi era stato insegnato.
Ma in quel momento, frattanto il vento sussurrava tra gli alberi e il destino sembrava giocare con le nostre vite, iniziai a domandarmi se un compagno fosse davvero un dono o una maledizione.
«Elio», chiamai, ma lui non rispose. «Non sarebbe sbrigativo chiedere ai nostri lupi di portarci a destinazione?»
La sua risposta fu un sorriso beffardo. «Provaci. Quanti secondi impiegherà la tua licantropa per maledire te, me ed Helios?»
Invocai speranzosa la mia lupa interiore. «Endlenis?»
«Non c'è, riprova più tardi», rispose con ironia; stava giocando con me.
Sentii la frustrazione montare. «Non essere testarda», la ammonii, parlando più a me stessa che a lei.
La risposta di Endlenis fu un silenzio ostinato. «Non lo sopporto, sbrigatela da sola!» sbottò infine.
Elio rise, un suono che mi fece stringere i pugni. «Venti secondi? Wow, hai conquistato un nuovo record», mi schernì.
«Vaffanculo, a tutti», sbuffai, lasciando che la mia irritazione si trasformasse in parole.
La Svizzera era solo l'inizio di un viaggio molto più lungo e complesso.
Il sangue mi affluiva al cervello, le palpebre pesavano, forse a causa della stanchezza accumulata o dello shock subito. Tuttavia, non volevo addormentarmi ed essere indifesa.
«Non dormire, se non vuoi che sia io a lavarti e questa volta non hai una maglietta addosso.»
Alzai la testa di scatto per l'improvvisa minaccia, che poi intimidazione non era, però non avrebbe portato a niente di buono.
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like camellia's in spring
Hombres Lobo𝕯𝖆𝖗𝖐 𝖕𝖆𝖗𝖆𝖓𝖔𝖗𝖒𝖆𝖑 𝖗𝖔𝖒𝖆𝖓𝖈𝖊 🥀🐺 Un'umana, un college. Lupi mannari e inganni. Un tragico destino per una piccola farfalla monarca.🐺🥀 🔪🌙 Benvenuta al Blackmoon, Serena! Ti trovi ora nel college della morte, un luogo in cui l'as...