57 Ti odio ⚫️

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23 ottobre 2018

Serena

«Elio, cos'è questo trambusto?» chiesi, ascoltando le urla gioiose in paese.

«Domani c'è la luna piena, ricordi? Anche le streghe festeggiano gli eventi ancestrali», spiegò mentre si abbottonava la camicia di raso bianco.

«È già passato tutto questo tempo», commentai, realizzando quanto velocemente fossero volati i giorni.

«Sono passate settimane e tu non hai ancora esplorato la città, non sei curiosa?» suggerì Elio.

«Non molto, in realtà.»

Preferivo restare al sicuro giocando con Aeryn.

«Cosa ti preoccupa, ragazzina?» Il mio compagno mi guardò preoccupato, forse intuendo la mia ansia.

Io...

«È lei che non vuoi incontrare, vero?» domandò, leggendo tra le righe dei miei pensieri inquieti.

Pensavo che perdendo tempo tutto si sarebbe risolto, che avrei potuto ingannare il destino che ci aspettava.
Mi sbagliavo.

«Non devi parlarle se non vuoi, però potrebbe aiutarti», cercò di essere comprensivo, ma sentivo che le mie paure stavano diventando sempre più reali.

«Elio, ti ricordi quando molto tempo fa ti dissi che alla nonna non avevo mai fatto domande?» sollevai lo sguardo verso di lui, in cerca di approvazione.

«Sì», affermò, ricordando il momento.

«Ecco, ora mi ritrovo nella stessa situazione», rivelai il mio conflitto interiore.

«Hai paura di soffrire», notò Elio, cogliendo la vera causa della mia ansia, mentre le lacrime cominciavano a salire.

Non lo ammetterò mai.

«Ci sono io con te», si avvicinò e mi abbracciò con forza, per trasmettermi conforto.

Non basta, l'amore non riesce a colmare il vuoto che mia madre avrebbe dovuto ricoprire nella mia vita.

«Serena», mi strinse ancora di più tra le sue braccia. «Quello che mi hai detto vale anche per te: puoi piangere, se vuoi», aggiunse, incoraggiandomi ad aprirmi.

Dopo quelle parole, non riuscii più a trattenere le lacrime e mi lasciai andare.

«D-dammi qualche minuto. Mi preparo e andiamo in città, ok? Sono curiosa dei preparativi che stanno facendo», balbettai, soffiandomi il naso.

«Muoviti», annuì, regalandomi infine un bacio sulla guancia.

Scappai in bagno e appoggiai i pugni contro il lavandino, cercando di ritrovare la compostezza. Guardai fisso il mio riflesso nello specchio, sentendo l'agitazione crescere dentro di me.

«Endlenis, quanto tempo mi resta per sopravvivere prima che cominceranno i prossimi problemi?» La mia voce tremava mentre formulavo la domanda, consapevole che i pericoli stavano per tornare e il tempo per prepararsi era limitato.

«Serena, sono felice che in questi giorni tu ti sia riposata godendoti la compagnia di quella bambina. Oggi è l'ultimo giorno di tregua. La luna piena non è mai un evento benevolo per te. Cerca di parlare con tua madre. Ne avrai bisogno, in futuro.» Le parole di Endlenis risuonavano nella mia mente, mentre cercavo di elaborare cosa significassero con esattezza quei "guai" imminenti.

«Riesci a darmi qualche dettaglio in più? Sono spaventata. Ho provato a far finta di niente ma...» Ero incapace di esprimere appieno l'angoscia che provavo.

like camellia's in springDove le storie prendono vita. Scoprilo ora