67 L'etereo abbraccio del destino finale

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Serena

Nel cuore di un bosco di camelie avvolto dalle fiamme, camminavo sotto una pioggia atroce che non riusciva a spegnere l'incendio. Tutto intorno a me bruciava, e la morte sembrava in agguato mentre vagavo senza meta.

Perché cammino?

Dove sto andando?

Non avevo nessuno, non avevo una casa, e sembrava non ci fosse redenzione per me. Il mio collo doleva, sebbene non ci fosse nessuna ferita visibile. «Endlenis?» chiamai, però la mia lupa non c'era per guarirmi. Tutto era stato solo un sogno, un inutile incubo. Scoppiai in lacrime, disperata, ma un caldo abbraccio mi avvolse le spalle, un profumo di elicriso e di pioggia sanguinosa mi avvolse.

Davanti a me, c'era il riflesso del mio compagno: non era il mio amato Ares, bensì Lowell. E la figura possente che mi stringeva con forza, affondando le zanne nel mio corpo, era Elio.

«Endlenis!» gridai, ma lei non rispondeva.

«L'abbiamo addormentata quando hai perso la ragione. Tra qualche ora tornerà, non preoccuparti», mi rassicurò Elio con una voce che cercava di essere dolce.

Bugiardo.

Bugiardi.

«Cosa le avete fatto?» ringhiai contro di lui, sentendo il mio cuore battere all'impazzata.

«Eri impazzita, hai dato tu fuoco a questo bosco», intervenne Lowell, sollevandomi con forza come se fossi una bambola di pezza.

«No, voi mentite, trovate piacere nell'ingannare le persone!» accusai, con gli occhi che scintillavano di rabbia.

«Sei tu che inganni le persone. Hai deciso chi dei due vuoi: Elio o mio fratello gemello?» mi sfidò Lowell, un sorriso beffardo gli illuminava il viso.

Maledetto.

Provai a divincolarmi, furiosa, ma Elio mi bloccò. La risata di Lowell mi faceva torcere le budella. «Tranquilla, cagnolina, stiamo tornando a casa mia, rivedrai il tuo lupacchiotto molto presto», annunciò con sarcasmo, intanto che i suoi occhi brillavano di malizia.

Ares... lo rivedrò.

Non voglio... non posso affrontarlo.

Se fosse con Arya?

E se Rory e Cyntis mi avvelenassero ancora?

La paura mi assalì, e il mio respiro si fece affannoso.

«Serena», una voce familiare mi chiamò, e il mio cuore fece un balzo.

«Endlenis, sei tornata!»

«Tesoro, ti avevo detto che per un po' non ci saremmo riviste, ma cavolo, l'hai presa davvero male», disse la mia lupa con affetto, e potevo sentire il suo calore attraverso il legame che ci univa.

«Mi sei mancata», ammisi, con un filo di voce.

«Dobbiamo tornare al college. Mi permetti di assumere il controllo sul tuo corpo?» chiese Endlenis, preoccupata ma determinata.

«Sei gentile perché sono stata fragile, vero?»

«No, perché so quanto il tuo affetto nei miei confronti sia sincero. Riposati, tesoro. Questa è l'ultimo atto, la parte più difficile, ma io sarò sempre al tuo fianco», giurò mia licantropa.

La tua promessa, è lo spiraglio di speranza nell'infinito buio della mia anima.

«Promesso?» domandai, sentendomi finalmente al sicuro.

«Promesso!» confermò lei, con una vocina morbida come una carezza.

Dopo quel voto, Endlenis prese il controllo del mio corpo. Lasciai a lei il comando di avanzare nel nostro triste e tragico destino, mentre le fiamme del bosco si riflettevano nei miei occhi ormai vuoti.

like camellia's in springDove le storie prendono vita. Scoprilo ora