73 Gelido come l'inverno

66 20 16
                                    


23:55

22 dicembre 2018

Ares

Mentre mio padre teneva il solito discorso, le persone del branco lo ascoltavano incantate, appese alle sue parole. Non avevo mai compreso perché si fossero arrese facilmente al suo comando. La natura di un Alpha incuteva timore, eppure io non provavo paura nei suoi confronti. Inoltre, anche il più stupido degli insetti aspirava al potere, alle sfide impossibili, eppure nessuno osò ribellarsi. Avevano accettato la sua autorità, la sua presunta bontà infinita. All'inizio pensavo fosse perché eravamo gli unici licantropi sopravvissuti alla guerra che aveva portato al patto di pace. Tuttavia, ho imparato dai libri che è proprio in tempo di pace che si pianificano le guerre.

Serena mi aveva esposto magnificamente la tesina di maturità con la quale aveva lasciato a bocca aperta i suoi professori; per fortuna erano umani, perché noi creature sovrannaturali sappiamo che non è così: le persone possono essere malvagie, così come gli animali. Lei vede il bene in loro perché è pura, ma io, che sono un mostro, conosco la verità: siamo tutti cattivi. Anche l'animale più pesante desidera di volare, anche una farfalla delicata desidera la forza di un leone, e persino un mostro brucia dall'ambizione di essere amato.

Era lì, splendida come sempre, caparbia, con lo sguardo intrecciato al mio frattanto scendevo le scale a chiocciola. Indossava un abito da principessa dalla stoffa pregiata che cadeva in morbide pieghe lungo il corpo che conoscevo a memoria. Il nero profondo del tessuto faceva da sfondo perfetto per i dettagli decorativi che lo impreziosivano: il corpetto aderente e strutturato aveva delle perline che formavano motivi intricati; un sottile bordo di filigrana d'argento seguiva il profilo del morbido seno pieno e prosperoso, aggiungendo un tocco di luce; le maniche lunghe e trasparenti si allargavano leggermente verso il polso esile, terminate da polsini decorati con piccoli rubini incastonati; la gonna ampia e fluente aveva l'orlo ricamato di rosso che creava un contrasto vivido con il nero, dando l'impressione di fiamme danzanti che si riversavano nei suoi occhi rabbiosi che poi si rattristarono.

Sono questi i sentimenti che nutre per me? Tristezza, compassione? Che cazzo!

La sua vita era definita da una sottile cintura che richiamava i motivi del diadema di rubini e argento che adornava i suoi capelli lunghi e lisci, neri quanto i miei, esaltando la sua regalità. Se solo avesse voluto, avrebbe regnato sull'intera specie di lupi mannari. Eppure non si può imprigionare una farfalla. Lei è libera, è la mia piccola e amata farfalla monarca.

Ora sorride. La sua imprevedibilità è qualcosa che non dimenticherò mai. Buffa, graziosa, mi strappò un sorriso.

«Inoltre, abbiamo l'onore di celebrare il ventiduesimo compleanno del futuro sovrano dei licantropi.» Mi avvicinai alla figura dell'Alpha. «Buon compleanno, Ares», aggiunse mio padre. La folla scoppiò in un applauso, malgrado il volto rabbuiato di Adam.

E non era l'unico; anche Serena sembrava sorpresa. Dopo tutto quello che era successo, non avevo dubbi che avrebbe dimenticato il mio compleanno.

Non avevo mai desiderato nulla oltre alla morte dei bulli. Mia madre era morta dandomi alla luce, e mio padre mi vedeva come il figlio del male senza speranza di redenzione. Darkanys era con me prima che la scomparsa di Serena lo allontanasse, rifugiandosi nei recessi del mio essere. Ma la mezzanotte era passata e un nuovo giorno aveva preso vita. Potevo concedermi un regalo: Serena era tornata. Volevo solo ballare con lei, un'ultima volta, il suo secondo e ultimo ballo con me.

Mi avvicinai a lei, i nostri sguardi si incrociarono. La sua mano si staccò da quella di Tobias, che con un sorriso comprensivo fece un passo indietro.

Non era il ballo ad interessarmi, né l'evento in sé. Desideravo tenerla tra le braccia, sentire il suo profumo, lasciarmi inebriare da lei. Da Serena.

Ero così vicino. A pochi passi dalla mia compagna, quando un ragazzo, la mia brutta copia sputata, con occhi gelidi come l'inverno, mi sorrise in modo inquietante, sbarrandomi la strada.

Non avrei permesso a nessuno di deviare il rapporto fra me e Serena.

Ciononostante, Elio ci era riuscito. Il destino aveva vinto un'altra battaglia, preparandosi a conquistare definitivamente anche la guerra.

-Trentuno

like camellia's in springDove le storie prendono vita. Scoprilo ora