21 gennaio 2019Serena
Strinsi la mano di Ares, il cui calore contrastava con l'oscurità opprimente che ci circondava. «Ares, questa aura è pura malvagità. Ares, lui ha ucciso la nonna, ucciderà anche noi.» La mia voce si spezzava a ogni parola, il mio corpo tremava di paura. Tuttavia, Ares strinse saldamente la mia mano, intrecciando le sue dita con le mie. Non proferì parola, eppure le sue iridi erano totalmente nere, buie come la notte più profonda, trasmettendo che aveva il pieno dominio del suo corpo. La sua sicurezza, in un certo senso, mi donava una fugace serenità interiore.
Non lo permetterò, a qualunque costo tu sopravviverai. A qualunque costo, Serena, ripetei a me stessa, intenzionata a proteggere Ares. Cos'è la libertà senza di te? A cosa serve la libertà di vivere una vita senza il tuo affetto? Senza la mamma, senza il papà?
Improvvisamente, una voce sconosciuta si collegò nella mente di tutti noi. «Gli innocenti non dovrebbero morire, malgrado nessuno di voi meriti la salvezza. Siete tutti colpevoli. Vi voglio qui, ora. Nel piazzale.»
Non potendo fare altro, ci incamminammo tutti verso l'ingresso, verso il nostro nemico. Il mio cuore fremeva nuovamente di paura. Ogni passo sembrava pesare tonnellate, come se stessimo marciando verso la nostra inevitabile condanna. Il college, che stavo cominciando ad apprezzare grazie alla presenza delle persone a cui volevo bene, ora sembrava un labirinto oscuro che ci spingeva verso un abisso senza fine.
Il dormitorio femminile era avvolto da una nebbia spettrale, che si muoveva come se avesse vita propria. Le ombre danzavano minacciose attorno a noi, e il silenzio era rotto solo dal suono dei nostri passi e dai battiti accelerati dei nostri cuori. Dalla vetrata, intravidi al centro del piazzale la figura alta e minacciosa che ci attendeva. Il suo volto era nascosto nell'oscurità, ma i suoi occhi brillavano di una luce sinistra e maligna.
Ares si fermò, stringendo ancora di più la mia mano. «Non aver paura, Serena. Finché ci siamo l'uno per l'altra, possiamo affrontare qualsiasi cosa.» Però la mia mente era affollata da dubbi e timori. Nessuno dei miei cari sarebbe sopravvissuto, e la consapevolezza di quella realtà mi schiacciava.
L'uomo parlò di nuovo, con una voce che sembrava venire da un altro mondo. «Avete scelto il vostro destino. Nessuno può sfuggire al giudizio divino. Preparatevi.»
Il gelo penetrò nelle mie ossa, frattanto ci avvicinavamo al nostro destino. Le ombre si chiusero su di noi, avvolgendoci in una morsa di terrore che ci rendeva persino difficile respirare. Sentii la mano di Ares tremare leggermente, ma lui mantenne la sua presa forte e sicura.
Adam fu il primo a uscire dal dormitorio. «Finto fratello bastardo. Dov'è la ragazza?» sibilò Arwen, il suo volto era distorto da un ghigno malevolo.
«Eccomi!» feci un passo in avanti, percorrendo il sentiero a testa alta con una determinazione che mascherava il mio terrore.
«Serena, non venire!» gridò disperatamente mio padre.
«Adam, se lui è il vero re, può leggere nelle nostre menti», feci notare a tutti i presenti. «Giusto, Arwen?» L'uomo cattivo sorrise, un sorriso che faceva gelare il sangue.
«Tu sei la merda che ha abusato della mia mamma. Sei il mostro da cui lei ha dovuto nascondermi. Sei il motivo per il quale ho dovuto perdere i miei ricordi!» imprecai contro di lui, parlandogli nella mente.
La rabbia e il dolore esplodevano dal profondo del mio essere. Le cose forse sarebbero andate diversamente se non avessi vissuto con gli umani, privi di magia ma, al contempo, pieni di avidità e voglia di vivere.
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like camellia's in spring
Hombres Lobo𝕯𝖆𝖗𝖐 𝖕𝖆𝖗𝖆𝖓𝖔𝖗𝖒𝖆𝖑 𝖗𝖔𝖒𝖆𝖓𝖈𝖊 🥀🐺 Un'umana, un college. Lupi mannari e inganni. Un tragico destino per una piccola farfalla monarca.🐺🥀 🔪🌙 Benvenuta al Blackmoon, Serena! Ti trovi ora nel college della morte, un luogo in cui l'as...