71 Benzina sul fuoco

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22 dicembre 2018

Serena

«Questa sera c'è il solito evento. Verrai?» domandò Ares con voce calma, mentre i suoi occhi esprimevano una preoccupazione velata.

«Ho scelta?» ridacchiai leggermente, cercando di mascherare il dolore che mi stringeva il cuore. Realizzare di non essere più intrappolata in quel palazzo, che il mostro non mi aveva mangiata... non era stato semplice.

«Sì, hai scelta. Se vuoi fare un salto, sai dove trovarci. Non prendere freddo.» Ares si allontanò con passo deciso, ma il suo sguardo rimase rivolto verso di me.

Faceva male, dannatamente male, la sua gentilezza apparente. Aveva fatto finta di niente, e il suo atteggiamento mi colpiva più di ogni altra reazione. Abituata ai litigi e alle imprecazioni delle mie compagne di classe verso i loro ex, la diplomazia di Ares mi feriva nel profondo.

«Va bene», accettai grata, indossando la giacca e sentendomi avvolta dal suo calore, frattanto me ne andavo verso il dormitorio femminile.

Una volta sola in camera, l'assenza di Viola si fece sentire. Ovviamente mi stava evitando come la peste, e faceva bene.

Mi mancavano le mie farfalline. Se fossero state lì, mi avrebbero aiutata a prepararmi per l'evento.

«Endlenis, posso evocare almeno le farfalle?» chiesi alla lupa con una punta di disperazione.

«Se avessi studiato, sì.»

«Ok, lo ammetto. Avrei dovuto lasciarmi andare, mantenendo però un briciolo di serietà.»

«Non ti sei lasciata andare nemmeno un attimo, Serena. Hai solo sprecato del tempo.»

Aveva ragione, dopo quella volta, io ed Elio non avevamo più... beh, non avevamo attraversato un certo confine. Non sapevo perché, non riuscivo a rilassarmi. Chi sarebbe stato calmo al posto mio? Nessuno.

«Viola sta per entrare, ti avverto così hai il tempo di sopprimere la rabbia», mi avvisò la lupa con un tono pacato.

Sono proprio curiosa di sentire cosa mi dirà.

La porta si aprì lentamente, ma decisi di non guardarla.

«C-ciao», balbettò la ragazza, incerta.

Dovevo risponderle? No.
Ero rancorosa, non lo avete mica dimenticato?

Ancora non avevo ritrovato il mio telefono. Che ore erano?

«Endlenis, tu lo sai?»

«Il tuo stomaco non borbotta, Serena, quindi non credo sia ora di cena. Piuttosto dovresti preoccuparti di trovare un vestito per il ballo. Dovrai comprarlo in uno dei negozi, puoi provare a dare un'occhiata in giro per vedere se è rimasto qualcosa...»

«Ok, dopotutto non ho niente da fare.»

Mi avventurai per le strade ed entrai nella sartoria.

«Buonasera, avete un vestito che possa usare per il ballo?» chiesi, spingendo la porta del locale con un sorriso speranzato.

«No, mi dispiace, sono esauriti», rispose una voce irritabilmente familiare. Mi voltai e vidi Rory, inquieta, che lavorava dietro al bancone.

«Uh, cagna, da quando le tue mani sono capaci di muoversi in qualcosa di produttivo?» ghignai sarcastica.

Rory sembrò sorpresa, come se non si aspettasse di essere scoperta. «Non ti ho sentita entrare. M-ma come... il tuo odore è diverso!» balbettò la ragazza.

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