28 Questa partita la lascio vincere a te 🔥

205 35 188
                                    


"Piccola farfalla monarca,
segui la luce delle stelle e dissiperai ogni oscurità."
-Lessxiit

28 luglio 2018

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

28 luglio 2018

Serena

«Compagno, ci sei?» Bussai con finta dolcezza alla porta della sua stanza.

Muoviti ad aprire, stronzo. So che ci sei, ti sento sbuffare!

«Il sole non è ancora tramontato, quindi perché sei qui?» domandò Ares ironico, senza scomodarsi ad alzare il culo per venirmi ad aprire la porta.

Perché devo cominciare a manipolarti, se un giorno vorrò uscire da questo cazzo di college!

«Perché meriti delle scuse», dissi invece.

Non meriti proprio niente se non uno schiaffone, ma questo non posso dirtelo.

Finalmente sbloccò la serratura e si appoggiò con un braccio alla cornice dell'ingresso. «Tu che ti scusi? No, non ti credo. Dimmi cosa vuoi davvero.»

Una parola, sette lettere, tre sillabe: Libertà. Li. Ber. Tà.

Abbassai lo sguardo, intrecciando le mani. «Voglio scusarmi per il mio comportamento di ieri. Ero stranamente nervosa, agitata.» La mia voce era sottile, quasi spezzata dall'ansia. «Mi avevi promesso che saresti tornato subito e così non è stato. Ero preoccupata per te, temevo che potesse esserti accaduto qualcosa di spiacevole.»

Ares mi guardò con un sorrisetto compiaciuto, il suo ego accarezzato dalle mie parole. «A me? Cosa vuoi che possa accadermi se in astuzia, intelligenza e forza mi batte solo mio padre?» Le sue braccia si incrociarono sul petto in un gesto di sfida, ma i suoi occhi tradirono un barlume di preoccupazione.

Infatti il vero problema è Adam, che può leggermi nella mente!

Alzai lo sguardo, le mie iridi erano due pozze di emozioni contrastanti. «Lo so, ma sei il mio compagno. Sono impazzita quando ti ho visto con un'altra ragazza. Mi dispiace, è questo legame che mi fa perdere la ragione.»

«Quella ragazza è una licantropa, la mia sorellina, non dovrai mai temerla.» Ares si avvicinò e la sua mano sollevò il mio mento per costringermi a guardarlo negli occhi. «Tu sei la mia compagna, la mia unica donna.» Le sue parole sembravano sciogliere il ghiaccio intorno al mio cuore.

«Va bene. Scusa, Ares, mi dispiace per la scenata, mi pento dello stato in cui ho ridotto la tua stanza.» il mio rimorso sfociò in un piagnisteo che nascondeva una scintilla di ribellione.

No, non mi pento proprio di niente.

«Vieni dentro.» Ares si spostò e mi invitò a entrare nel suo mondo. «Se hai fame, posso cucinarti qualcosa. Cosa vuoi?» chiese, aveva un sorriso giocoso sulle labbra. «Ho sempre quei famosi würstel che stanno per scadere.»

like camellia's in springDove le storie prendono vita. Scoprilo ora