25 dicembre 2018Serena
«Endlenis, sto pensando di fare un piccolo regalo di Natale a papà. Che ne pensi?» chiesi, cercando la sua approvazione.
«Tesoro, cosa vuoi che ti risponda?»
Mi capiva perfettamente ancor prima che pensassi. «Dimmi che funzionerà», implorai.
Ho bisogno di sentire che c'è speranza.
«Non funzionerà», ribatté lei calma, con una fermezza che mi fece vacillare.
«Grazie, eh», ridacchiai, mascherando il mio disappunto. «Un regalo è l'unico pretesto che ho per farmi perdonare dalle cattiverie che gli ho sputato addosso l'ultima volta che ci siamo visti.»
La lupa si prese un momento per riflettere. «Oppure potresti farti coraggio e chiedere direttamente scusa. Noi licantropi non crediamo al Natale.»
Guardando oltre la finestra della camera di Elio verso gli alberi spogli, confidai: «Io sì, non dico che vorrei addobbare un albero con lucine e palline, ma almeno fare un regalo al mio papà. Dopodiché, dovrei trovare un altro pretesto per...»
«Semmai un'altra scusa per parlare con tua madre senza rancore», completò lei, annuendo saggiamente.
«Già», ammisi sbuffando. «Cosa potrei regalare a un uomo che...»
Un uomo che era stato ferito.
Un uomo a cui era stata sottratta la figlia.
Un uomo che aveva perso la sua amata compagna.
Un uomo che non era un re, malgrado avesse assunto il comando per salvare il suo popolo.
Un uomo senza famiglia.
Un uomo che, come me, aveva perso la donna che si era presa cura di lui.«Un cervo?» suggerì vivace, tentando di alleggerire l'atmosfera.
«No, lo mangerebbe!» Mi rifiutavo di far soffrire un'altra povera creatura.
«Era quella l'intenzione, almeno potresti mangiare anche tu.»
«Hai ragione! Endlenis, sei un genio!» esclamai, sentendomi sollevata da una sferzata di energia positiva.
Una cena insieme è ciò che ci vuole. Dopotutto, una volta gli avevo promesso che avrei cucinato per lui oltre che per... Ares.
«Sono intelligente, lo so», la lupa si vantò con un'aria giocosa; potevo immaginare la sua bianca coda che oscillava lievemente mentre un sorriso malizioso si disegnava sul suo muso.
«Però, non posso mica andare da lui e dirgli: 'Ciao papà, come va? Prendo in prestito la tua cucina e la metto a soqquadro, però alla fine potrai mangiare un piatto caldo e genuino invece dello schifo velenoso della mensa.»
«Mi sembra un'ottima idea. Una volta che ti presenterai lì con la busta della spesa, non potrà cacciarti; inoltre, scommetto che anche lui abbia voglia di vederti prima che... prima che il silenzio tra voi diventi troppo pesante da sopportare e cali la notte.»
«Hai ragione. Corro a prendere tutto il necessario. Grazie, Endlenis. Sei sempre stata la voce della ragione quando la mia si perdeva tra gli inganni del destino», dissi, annotando la lista della spesa nella mia testa.
«Figurati, scem... Serena», concluse lei con un ghigno affettuoso, frattanto mi avviavo verso la porta.
Il mio cuore era un po' più leggero.
🐺
Bussai alla porta una sola volta e aspettai. Dannazione, e se non fosse in camera? Avrei dovuto passare prima dal suo ufficio. Ma ormai era troppo tardi per tornare indietro.
«Bambina», pronunciò Adam, aprendo la porta con un'espressione indecifrabile.
«Pa...» cominciai, mordendomi subito la lingua.
Non così diretta, Serena. Alpha andrà bene? No, non è il vero re. Preside? Il college è solo una copertura. Lo chiamerò con il suo nome, anche se lui si ostina ancora a darmi nomignoli.
«Adam, posso entrare?» chiesi, cercando di mantenere la voce ferma.
«Accomodati», mi rispose, facendo un gesto verso l'interno.
Attraversai la soglia con passo incerto. Calma i tuoi nervi, Serena. Cazzo, può leggere i miei pensieri! Come è possibile se non è il vero sovrano?
«Un Alpha nasce Alpha e nessuno può assumere il comando, tranne nel caso in cui ogni Alpha esistente muoia. Mio 'fratello' non è morto, quindi sono stato costretto a farmi aiutare dalla magia delle streghe per salire al trono. Ho passato l'adolescenza con Marilena e Fernando, qualcosa avevo imparato, e tutto il branco non ha esitato quando ho trovato rifugio per tutti noi», mi spiegò rammaricato, mentre i suoi occhi scuri sembravano scrutarmi l'anima. «Quelle buste sono pesanti, lasciati aiutare», propose, e io annuii, permettendogli di avvicinarsi. Insieme, tirammo fuori gli ingredienti per la cena di Natale. Non mi chiese il motivo della spesa, ma continuò a darmi informazioni che chiarirono i dubbi che avevo.
«Dopo la morte di Ferdinando, Marilena aveva ricorso alla magia oscura per sopprimere la sua vera natura e trascorrere una vecchiaia umana. Aveva detto che avrebbe voluto essere libera dai doveri sovrannaturali nei suoi ultimi istanti di vita. Il suo abbandono, la morte di Kara, furono anni difficili da gestire. Le cose erano migliorate con la comparsa di Amerie, la mia compagna, tranne quando Arwen divenne possessivo, folle, tanto da costringerla a volerla rendere sua. Quando ha abusato di lei, non ho potuto proteggerla. Sono quasi morto dal dolore, poi sono svenuto, privo di ragione e forza. Al mio risveglio, era troppo tardi; lei se ne era andata e lui aveva sterminato tutti i lupi. Noi sopravvissuti ci siamo rifugiati in questo college», concluse con un sospiro.
E nessuno ne ha parlato più... Rimasi in silenzio, assorbendo ogni parola. Era una pace apparente, un rifugio dal dolore vissuto che poteva ripresentarsi. E accadrà. Presto lui tornerà. E...
«Papà, mi dispiace», fu l'unica cosa da dire: giusta, sincera, spontanea. L'unica vera e palese realtà.
«Anche a me», sussurrò con le lacrime agli occhi.
«Ti prego, non piangere. Se piangi, anche io... è istintivo lacrimare quando si fissano degli occhi lucidi», mi giustificai, tamponandogli le lacrime con il mio maglioncino di lana.
«Scusa, scusa», mormorò lui, abbracciandomi stretta. Crollai fra le sue braccia, lasciando andare ogni emozione trattenuta. In quel momento, non mi importava di nulla al mondo.
Il suo amore mi bastava.
L'amore della nonna mi bastava.
L'amore della mamma mi bastava.
Ognuno aveva mentito, ma nessuno di loro era cattivo. Avevano semplicemente motivi diversi.Non provavo neanche rancore con Arwen, o come si chiamava. Non osavo immaginare cosa si provasse a perdere il proprio compagno. Quando Ares aveva tradito la mia fiducia, avevo provato un dolore immenso. Un dolore atroce per una maledizione, un sigillo che si spezzava. Figuriamoci per... Basta, non voglio pensarci.
Mi misi all'opera nei fornelli, immergendomi determinata nel preparare la cena, frattanto Adam mi guardava con ammirazione, i suoi occhi seguivano ogni mio movimento con interesse. Con cura, disposi la pasta con il sugo e le polpette su piatti caldi e li posai davanti a lui.
«Buon Natale, papà», pronunciai con un sorriso tenero, guardandolo negli occhi.
«Buon Natale, figlia mia», rispose Adam commosso, la sua voce era colma di affetto e gratitudine.
«Sarebbe bello se...»
Crack.
«Ci fosse... anche...»
Crack.
«La mam... con n...»
Crack.
-Ventinove
STAI LEGGENDO
like camellia's in spring
Werewolf𝕯𝖆𝖗𝖐 𝖕𝖆𝖗𝖆𝖓𝖔𝖗𝖒𝖆𝖑 𝖗𝖔𝖒𝖆𝖓𝖈𝖊 🥀🐺 Un'umana, un college. Lupi mannari e inganni. Un tragico destino per una piccola farfalla monarca.🐺🥀 🔪🌙 Benvenuta al Blackmoon, Serena! Ti trovi ora nel college della morte, un luogo in cui l'as...