58 Triste presagio

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23 ottobre 2018

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23 ottobre 2018

Elio

«Zia, era davvero necessario usare quell'incantesimo?»

«Ricordi l'ultima volta che Serena ha perso la ragione?» rispose Amarie con gravità.

Sì... tutti lo ricordavano.

«Se succedesse ancora, lui la troverebbe», sibilò rancorosa.

«È lui il padre?» domandai, cercando la conferma che avrebbe potuto sconvolgere la mia comprensione del passato.

«Non lo so... solo il suo vero padre potrebbe riconoscerne l'odore», ammise in lacrime.

«Non turbarti. Serena indossava un bracciale che nascondeva il suo odore per proteggersi anche dagli altri lupi, e Adam non ha mai detto niente», la confortai.

«Grazie per esserti preso cura di lei senza neanche sapere chi fosse», ringraziò colma di gratitudine.

«Amarie, io l'ho fatto per...»

«Lo so, grazie comunque», intervenne, accarezzando il viso della mia ragazzina mentre i suoi occhi esprimevano una miscela di rimorso e affetto materno.

«Questa bambina è comunque mia figlia», continuò. «Non voglio il suo perdono, Elio. Non lo merito per quello che farò in futuro», confessò, con la voce incrinata dalla profondità dei suoi sensi di colpa.

«Come può una madre arrivare a tanto?» La domanda mi sfuggì.

Cazzo!

«Perché il destino che l'aspetterebbe altrimenti sarebbe persino peggiore. I gemelli licantropi sono una maledizione, Elio, lo sai», disse Amarie preoccupata. «Ha incontrato Lowell?» aggiunse, per mettersi al corrente della situazione.

«Non ancora. Sì è rifugiata in camera di Aeryn per settimane.»

«Piccola bambina», la accarezzò con gentilezza; le sue dita correvano lungo le guance di Serena, come se cercasse di trasmettere comfort attraverso quel gesto intimo. «Mi dispiace», mormorò, porgendole un bacio sulla fronte. «Manca poco ad Halloween, assicurati che sia felice in questi ultimi giorni.»

Assurdo, vuoi che sia premuroso e affettuoso nei confronti di Serena quando stiamo per...

«Ci proverò», sospirai. «Amarie, volevo chiederti una cosa. Mi avete detto che Serena era morta nel lago per impedirmi di andarla a cercare. A quel tempo, ero un bambino impulsivo, avete fatto bene. Tuttavia, perché usare la magia proibita?»

«Quando ha divorato quella signora, abbiamo capito che i poteri di Serena erano fuori controllo e che lui avrebbe saputo presto della sua esistenza», rispose la strega. «Quel rito l'ha resa umana solo in apparenza. Non esiste nessuna magia in grado di uccidere la propria natura; l'abbiamo soffocata, portandola poi a Roma», concluse, descrivendo il loro piano con dettagli più inquietanti di quanto potessi immaginare.

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