19 Un battito di cuore prima che cali la notte 🔥

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"La tenera farfalla si concede una piccola gioia
prima che l'oscurità avvolga tutto."
-Lessxiit

14 luglio 2018

Serena

Appoggiai la fronte a quella di Elio, inumidendomi il labbro inferiore. Le nostre bocche erano talmente vicine da sfidare l'attrazione delle calamite, le punte dei nasi si sfioravano e due occhi che brillavano come l'oro colpito dai raggi solari, puri e scintillanti, mi fissavano.

«Vuoi cominciare ora?» propose.

In risposta, gli rubai un rapido bacio a stampo.

«Ragazzina.» Con uno scatto, Elio si posizionò sopra di me. Afferrò le mie mani e le portò in alto, facendo stiracchiare il mio corpo sotto il suo. In quel frangente era gentile, attento a non farmi del male. Il suo ginocchio sfiorò la mia intimità, dopodiché strofinò il viso sui miei seni e gemetti al contatto dei capezzoli turgidi, nascosti dal tessuto della t-shirt, contro la sua pelle. «Così ingenua. Sei nel mio letto mezza nuda.»

Avvampai. Ero alla sua completa mercé.

«Sicura di voler essere toccata da me?» chiese sorpreso.

Era una novità anche per me. Non avevo mai espresso un desiderio carnale a qualcuno. Non apertamente. Quando avevo voglia, mettevo fine in breve ai miei istinti masturbandomi. Mi limitavo ad accarezzare il clitoride, strofinandolo con le dita. Un piccolo orgasmo in solitudine ed ero lontana dai guai.

Ma lui era diverso, come se fosse disinteressato a quel sentimento chiamato amore. Era schivo dai legami, perciò potevo essere me stessa; tanto non gli interessava niente. Da un orecchio gli entrava e dall'altro gli usciva. Forse era quella sua estraneità all'essere infantile che mi portava a fidarmi di lui, che accendeva delle scintille esplosive nel mio cervello mandandolo in tilt. Potevo liberarmi, essere selvaggia, perché una volta finito, il ricordo sarebbe stato rimosso. Nessuno avrebbe riaperto quel cassetto, custodito nell'abisso delle nostre memorie.

Volevo solo studiare, fare soldi e trasferirmi in un luogo lontano dove avrei creato la mia fattoria. Sarei stata sola, circondata dall'amore della natura e degli animali, libera e in pace. Le relazioni non erano previste nei miei piani, tuttavia potevo concedermi al piacere fisico, a patto che nessuno si lasciasse prevalere i sentimenti.

La mia era una piccola cotta, nata perché lui era attraente, protettivo, maturo e rispettoso. Era freddo, senza ombra di dubbio, e per me era un vantaggio; non avrei dovuto affrontare le conseguenze di un suo amore rifiutato.

«Non ti amerà mai, non sei destinata a lui.» Ricomparve la vocina, emergeva solo per tormentarmi con le sue critiche.

«Voglio che mi tocchi. Io proverò piacere per la prima volta, tu come una delle tante volte. Nessuno si innamorerà, questi sono i patti dell'accordo», mi mostrai sicura della decisione ma lui rispose altrettanto sicuro e glaciale.

«Non c'è pericolo.»

Avrei imparato a non soffrirne. Dovevo solo abbandonarmi al piacere.

Mantenendo il contatto visivo, sfoggiò un ghigno maligno. Sollevò la mia maglietta fino al seno, facendo scivolare le sue labbra sulla mia pancia. Lasciò sopra di essa una striscia di lenti baci, poi, alzando lo sguardo, mi osservò. Non potevo discernere l'espressione sul mio volto, ma lui sorrise. Un senso di benessere mi invase, profondo e totale. Mollò la presa delle mie mani per accarezzarmi il seno. All'inizio lo palpò delicatamente, dopo leccò il capezzolo destro.

«Ahh», ansimai con la bocca socchiusa.

Imbarazzata, girai la testa nella direzione opposta. Non avevo mai fatto quei versi, mi provocavo piacere in silenzio. Elio mi afferrò la guancia, riportando il mio sguardo sul suo. Baciò l'altro capezzolo, osservando le mie reazioni e sussultai.

like camellia's in springDove le storie prendono vita. Scoprilo ora