Capitolo 1

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28/11/2016

Nessuno di noi si immagina cosa il futuro riserva.

Di certo io, una semplice ragazza di soli diciotto anni con la voglia di studiare e passare al meglio questi ultimi anni della mia adolescenza, non mi sarei mai aspettata di dover nuovamente lasciare la mia Miami per trasferirmi a Los Angeles e raggiungere mio padre.

A quindici anni già avevo provato l'esperienza del trasferimento ma poi sono tornata lasciando quei pochi amici e la scuola che mi aveva ospitata.

Non ho una situazione familiare facile, i miei genitori si sono lasciati quando io ero ancora molto piccola quindi sono cresciuta affianco a mia madre, mentre mio padre ha preferito lasciare la città e mio fratello ha scelto di seguirlo, quindi adesso mancano poche ore alla mia partenza.

Avete presente la sensazione di svegliarsi a causa di un fastidioso rumore ma comunque non ti alzi ma resti sotto le coperte a goderti il calore con la faccia impastata dal sonno e gli occhi ancora chiusi?

Ecco, io sono proprio in questa fase.

Anzi ero, se quella stupida sveglia non avesse emesso alcun suono interrompendo così il mio sonno.

Mi alzo controvoglia e mi dirigo subito in bagno per farmi una doccia fresca per cercare di rianimarmi in qualche modo.

Appena finisco mi avvolgo nel mio morbido accappatoio, mi asciugo i miei lunghi capelli biondi, mi infilo l'intimo, dei pantaloni bianchi e una maglia gialla e per completare il tutto indosso le mie converse alte bianche.

Sistemo la valigia mettendo le ultime cose e poi finalmente la chiudo scendendo al piano di sotto dove ad aspettarmi trovo mia madre con la mia colazione preferita ovvero il solito cornetto alla crema e la spremuta d'arancia.

«Buongiorno Eli, dormito bene?» sussurra mia madre sedendosi di fronte a me.

«Si mamma, grazie...Sai tutta la notte ho pensato a come sarà lasciare di nuovo la città, sono stanca di questi continui trasferimenti. Adesso che raggiungo papà e Christian spero di restarci per un bel po'.» affermo mentre addento il mio buonissimo cornetto.

Osservo che lo sguardo di mia madre è assente ma è normale, non è contenta del fatto che io dovrò stare tanto tempo lontana da lei.

«So a cosa stai pensando in questo momento mamma.» mi prendo una pausa e allungo la mia mano sul tavolo per afferrare la sua.

«Andrà tutto bene, cercherò di passare del tempo con Christian e con papà e poi quando potrai prenderti delle ferie dal lavoro mi raggiungerai e ci vedremo.» mi avvicino a lei e la stringo fra le mie braccia.

«Si hai ragione tesoro. Adesso basta essere tristi, prendi le tue valigie che andiamo all'aeroporto.» afferma mia madre prendendo il giubbotto e le chiavi della macchina.

«Arrivo subito, tu aspettami in garage.» dico e lei annuisce uscendo.

Nel frattempo mi reco in camera mia e mi volto per l'ultima volta ad osservare la mia camera. Mi mancherà sicuramente passare le mie giornate qui dentro, in questo mio piccolo rifugio dove mi isolavo dal mondo per delle ore intere, durante quelle giornate ricoperte da nuvole cupe...Mi mancheranno i miei pomeriggi passati sul letto a guardare Netflix o a mangiare le porcherie più impensabili.

Metto il giubbotto di pelle bianco e scendo di sotto per prendere la mia valigia, ed esco di casa.

Chiudo la porta alle mie spalle, pronta per affrontare un nuovo capitolo della mia vita, nella mia vecchia città.

"Avviso i gentili passeggeri che l'aereo per Los Angeles sta per decollare, vi invito quindi ad avvicinarvi al gate 5. Buon viaggio!"

La voce metallica dell'hostess si espande per tutto l'aeroporto avvisando che stiamo per partire. Mi alzo dalla postazione in cui mi trovavo e prendendo la mia valigia mi volto verso mia madre.

𝑯𝒊𝒅𝒅𝒆𝒏 𝑭𝒆𝒆𝒍𝒊𝒏𝒈𝒔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora