Capitolo 58

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Dentro di me sta nascendo una nuova creatura e non potrei che essere felice ed emozionata, se però penso che Jacob non sarà presente, cado in uno stato di tristezza e rialzarmi senza aggrapparmi a qualcuno, non è affatto semplice.

leri sera i miei zii erano molto emozionati, tanto che nei loro volti è scesa qualche lacrima dopo che hanno visto con i loro occhi il risultato del test, l'emozione anche per me è stata talmente forte che non mi fa fatto pensare a nient'altro se non a questa bellissima notizia.

Questa mattina mi sono svegliata presto, poiché zia Rosy mi ha informato dello spettacolo che si terrà all'ufficio di mio zio. Mi sistemo e in poco tempo arriviamo
nell'enorme edificio.
Già da fuori ci stanno una marea di persone tutte accalcate alla finestra.

Mi sistemo e in poco tempo arrivo nell'enorme edificio.

Già da fuori ci stanno una marea di persone tutte accalcate alla finestra.
Grazie alle guardie esterne e al fatto che mio zio ha raccomandato quest'ultimo, riusciamo a entrare in poco tempo.

Veniamo gentilmente accompagnate nel suo nuovo ufficio dal signor Torres, una delle guardie che mio zio ritiene più affidabili.

«Sistematevi temporaneamente qui, se ci sono problemi non esitare a chiamarmi.
Ci vediamo fra poco nella sala principale al primo piano.» ci lascia da sole per farci esplorare la stanza.

Una grande scrivania si trova al centro della stanza, con una sedia lavorata, dello stesso stile del divano che si trova di fronte.
Tante librerie circondano il tutto e il fatto che sia molto compatta mi piace particolarmente.
Neanche il tempo di accomodarmi che l'ora dell'importante evento è arrivata.

Mi siedo accanto al signor. Torres e a mia zia mentre tantissima gente viene accolta nella grande sala.

«Buongiorno!
Siamo contenti di partecipare anche quest'anno a questa nuova esibizione tra artisti.
Diversi cantanti si sfideranno tra loro per poi scoprire che solo uno potrà ottenere un contratto ufficiale con la nostra casa discografica. Sarete voi a votare e scegliere il vincitore!» parecchie persone applaudiscono.

«Avete capito come funziona quindi?!» ci richiama il signor. Torres.
Avrà notato che probabilmente mi sento un po' distratta.

«Oh sì certo.
Tutto molto chiaro.» rispondo.

Il primo ragazzo ad essersi esibito ha davvero spaccato!
E se tutti gli altri saranno come quest'ultimo, valutare chi si merita quel contratto, risulterà alquanto complicato.

«Il secondo artista è un ragazzo che sentiremo per la prima volta esibirsi qui.
Quindi fate un forte applauso a Jacob Anderson!»

Il mio cuore fa un sussulto.
Non può essere vero.

Jacob è proprio davanti a me e io mi sento incapace di muovermi, di fare qualsiasi cosa.

Sembra che non mi abbia riconosciuta, infatti ne approfitto e faccio finta di sentirmi poco bene per ritornare nell'ufficio di mio zio.

Mi avvicino alla finestra e tiro fuori un respiro profondo.

Mi accarezzo dolcemente il ventre e ripenso che dentro di me ci sta la creatura che tiene ancora legata me a Jacob.

Ancora non so niente di questo bambino ma già so che gli donerò tutto l'amore che posso e farò in modo che non gli mancherà niente, tanto meno l'affetto dei suoi genitori.
Dopo svariati minuti qualcuno entra nel mio ufficio senza nemmeno bussare.

E come sempre mi trovo l'ultima persona con cui vorrei parlare.

«Elisabeth io non pensavo che anche tu fossi qui a Milano.» fa per avvicinarsi ma lo allontano con la mano.

«Tu non ti rendi conto di come sto in questo momento.» dico sussurrando.

Provo sempre una sensazione diversa quando lui si avvicina a me e vorrei riuscire a non provare più niente, ma adesso, con il nostro bambino nel mio grembo, non posso proprio permettermelo.

«L'ho dovuto fare per una questione di lavoro, come hai ben visto.»

«Jacob non cercare anche adesso la millesima giustificazione.
Io sto male e tu sei un grande stronzo perché in quella lettera ho solo capito che tu non sei mai stato in grado di provare emozioni.»
lo guardo e vado a sedermi sul divano.

Non voglio agitarmi, principalmente per lo stato in cui sono.

«Ti ho detto di amarti e tu mi dici che non provo niente?
Elisabeth ma cosa dici?» si siede sul davanzale della finestra e mi guarda senza mai distogliere lo sguardo.

Io li leggo i nostri occhi.

So che l'amore che proviamo entrambi non è mai andato via.
Però mi sta facendo troppo male e a volte mi risulta difficile credergli.

«Potevi dirmelo di persona senza lasciarmi con quattro parole buttate a caso su un foglio.» replico.

«Avrò sbagliato, ma sicuramente avresti scelto di seguirmi e io non posso permetterti di non seguire i tuoi sogni, solo per venire con me. E quando quella sera mi dicesti di dover partire, io non sapevo che saresti venuta anche tu in questa città, altrimenti avremmo affrontato tutto insieme, come abbiamo sempre fatto.»

«Hai finito di fare la parte della vittima?!» dico.

«Ma perché mi rispondi così?»
quasi rido alla sua domanda.

«Ti trovo qui all'improvviso.
Non so ti aspettavi un bacio?
Un abbraccio?
Perché sappi che non avrai niente di tutto questo.»

«Va bene.
Non ha senso continuare a parlare se tu non hai nemmeno la minima voglia di guardami in faccia.» si alza e si avvicina alla porta.

«Voglio che prendi questo.» gli porgo un piccolo pacchetto con dentro il mio test di gravidanza, ma ovviamente lui non sa il contenuto che troverà all'interno. «Aprilo quando sarai da solo.» torno a sedermi mentre lui annuendo se ne scende al piano di sotto.

Non so cosa proverà quando aprirà quel pacco, spero solo che non deciderà di mandare tutto all'aria.

Io continuo a crederci, perché infondo l'amore per lui non passerà mai.

Siamo cresciuti insieme, gridato contro tante volte per poi tornare dopo anni, consapevoli che ciò che sentivamo l'uno per l'altro non è realmente mai passato.

Ho solo bisogno di ritrovare quel ragazzo che mi ha sempre fatta stare bene, protetta tra le sue braccia ma soprattutto amata.

«Elisabeth tutto bene?» mio zio fa irruzione nel suo ufficio con un volto abbastanza preoccupato.

«Si certo!
Ho solo ricordato di dover fare una chiamata importante, ma adesso tutto apposto.» mi sistemo per poi scendere, seguita da lui.

«Mi raccomando, riposati un po'.
Sembri molto stanca.» annuisco e sforzo un sorriso.

In lontananza vedo Jacob, parlare con altre persone, tra cui due ragazzi e una ragazza che gli sta abbastanza vicino.

Mi guarda ma distolgo subito lo sguardo proprio nel momento in cui metto piede fuori dall'edificio.

Adesso per tirarmi su il morale, torno a casa per chiamare subito la mia migliore amica!

Deve essere aggiornata su quanto accaduto in questa tremenda giornata!

𝑯𝒊𝒅𝒅𝒆𝒏 𝑭𝒆𝒆𝒍𝒊𝒏𝒈𝒔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora