Capitolo 52

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«Elisabeth siamo già alla stazione, solo che non riesco a vederti.» io, Allison e Alex, siamo appena scesi dal treno e stiamo in stazione, alla ricerca di mio fratello Christian, che purtroppo ancora non riesce ad inquadrarci.

«Ti aspettiamo al bar appena giri alla tua destra, mi raccomando, magari questa volta non ti perdere.» poso il cellulare in tasca e corriamo fuori, pieni di pesanti valigie da trasportare.

«Matthew!!» succede tutto all'improvviso.

Allison che grida il nome del suo ragazzo e gli corre incontro, abbracciandolo e stringendolo a sé.

Io faccio lo stesso, ma con mio fratello.

Saluto anche Sheryl, che non vedo da parecchio tempo e mi guardo intorno. Fra mille persone, cerco sempre e solo lui.

«So che stai cercando lo sguardo di Jacob, ma non ci sta.
Non lo sentiamo da ieri pomeriggio e non ci ha nemmeno avvertiti che non sarebbe venuto oggi.» dice Matthew.

Sinceramente sono un po' delusa, mi aspettavo che dopo una settimana sarebbe venuto a prendermi qui alla stazione, ma come sempre, sbaglio.

«Oh beh, tranquillo.
Inutile giustificare certi atteggiamenti.» sorriso debolmente.

«Allora, cosa ci raccontate di questo viaggio?» domanda Sheryl mentre tutti insieme ci incamminiamo verso le macchine.

«È stato faticoso, ma bello.
Insomma Miami è fantastica.
Siamo andati persino a fare il bagno di notte al mare!» risponde Alex.

In poco tempo siamo davanti casa mia.

Prima abbiamo accompagnato Allison a casa sua e ovviamente è rimasto anche Matthew con lei, e poi Alex.

Scendo dall'auto un po' seccata, ma appena vedo mio padre vicino all'ingresso ad aspettarmi, mi torna il sorriso.

Non mi aspettavo un gesto così carino da parte sua, forse è la prima volta, dopo anni, che lo vedo preoccupato così tanto per me.

«Elisabeth!» mi accoglie fra le sue braccia e mollo tutto a mio fratello solo per correre da lui a salutarlo.

«Ammetti almeno un po' di aver sentito la mia mancanza.» sussurro.

«Eh già, mi tocca ammetterlo.» ridiamo all'unisono.

«Tutti dentro adesso!
Qui fuori inizia a fare freddo.» ci richiama Sheryl prendendo le mie valigie per entrare.

«Se non vi dispiace, prima di cenare, vorrei farmi un bel bagno caldo.» continuo.

«Si sì.
Ti lasciamo i tuoi spazi, noi nel frattempo vediamo cosa cucinare, vero amore?» Sheryl si rivolge verso mio fratello, mentre mio padre si è già chiuso nel suo ufficio per svolgere il suo lavoro.

Salgo al piano di sopra e come sempre, la prima cosa che faccio, è andare in camera mia.

Ma questa volta, appena entro, la trovo diversa dal solito.

Palloncini a forma di cuori rossi, un grande peluche e tante foto ricoprono il mio letto.

Quasi mi emoziono nel vedere tutto questo.

Qualcuno dietro di me mi appoggia le mani sugli occhi e solo lui, sarei in grado di riconoscere fra tante altre persone.

«Scusa se ti ho fatto credere di essermi dimenticato del tuo ritorno, ma non sei andata via dalla mia testa nemmeno per un secondo.
Giorno e notte ho pensato solo a te e a come rendere speciale questo nostro momento.
Spero di esserci riuscito.» mi sussurra.

E giuro, che non c'è cosa più bella della sua voce, del suo fiato sul mio collo, che provoca mille brividi lungo la schiena.

Mi giro e gli salto addosso.

«Non immagini quanto mi hai fatta rimanere male. Pensavo che ti fossi dimenticato di me e stavo già andando in panico Jacob.» gli lascio tanti baci lungo il collo mentre mi tiene saldamente stretta a lui.

«In realtà mi hanno tutti un po' tenuto il gioco, però questo momento lo volevo condividere solo con te ecco perché nessuno ti ha accompagnata fin qui.» continua lui.

«Tu sei un matto, te l'ho mai detto?»

«Probabilmente l'avrò sentito dire da altra gente.
Ma fa un certo effetto detto da te.» replica alla mia domanda.

Mi volto verso il mio letto e guardo ciò che mi ha lasciato.

«Ti ricordi ancora che amo follemente i peluche!»

«Ricordo tutto di te, ogni singola cosa baby.» detto ciò, si avvicina e unisce le nostre labbra.

Posso dire di aver aspettato questo momento da circa una settimana.

15 giorni dopo

Questo periodo è volato troppo velocemente, per quanto mi riguarda.

Non mi entusiasma dire questo, ma è arrivato il tanto atteso giorno della maturità.

Sono capitata nell'ultimo turno, per fortuna, quindi ho avuto del tempo per ripassare meglio.

Ho passato giorni senza mai staccare la testa dai libri ma di una cosa sono certa, ho la consapevolezza di ciò che vorrò fare una volta concluso questo ciclo della mia vita.

Sin da quando ero bambina girovagavo e rimanevo affascinata da poche cose, ma quella che più colpiva la mia attenzione, era quel magnifico camice bianco addosso agli infermieri.

Ho sempre sognato di poterlo indossare e diventare una dottoressa ma so che ci vorrà tanto impegno e tanto studio, cosa che da parte mia non mancheranno sicuramente.

Affrontare un esame fra poche ore mi mette ansia, ma da una parte sono tranquilla perché ho studiato, poi mi basta avere i miei amici accanto e tutto passa.

«Bennett, lei è la prossima ad entrare, rimanga qui che a breve la faremo passare.» uno dei bidelli della scuola mi avverte che sarò la prossima.

Mi volto e osservo gli sguardi di tutti coloro che fremono alla sola idea di vedermi lì dentro.

Posso scegliere di far assistere all'esame solo una persona e dato che mia madre è ancora in viaggio per arrivare qui a Los Angeles, ho scelto l'unico che mi trasmette tranquillità.

Jacob starà con me anche in questa mia nuova esperienza.

Qualche ora dopo

Dire che sono andata bene è dir poco.

Non sono una ragazza modesta, ma riesco a comprendere se sono stata brava o meno e questa volta sono fiera di me stessa e del modo in cui sono riuscita a esporre tutto, senza farmi prendere dal panico.

«Sono così orgoglioso di te bimba.» mi sussurra il moro, mentre mi abbraccia e mi porta fuori da quell'edificio, che nonostante tutto ringrazio per avermi fatto passare i momenti più belli della mia adolescenza, tra quei banchi, a volte vuoti, tra quel fastidioso suono della campanella o fra le tante ricreazioni trascorse fuori da quell'aula, ad aspettare nei corridoi una possibile ora di supplenza.

Questi anni mi mancheranno senza dubbio, ma adesso mi sento pronta per iniziare a realizzare i miei sogni e uno di questi, resta quel camice bianco.

𝑯𝒊𝒅𝒅𝒆𝒏 𝑭𝒆𝒆𝒍𝒊𝒏𝒈𝒔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora