Capitolo 32

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La pioggia.
Non ci sono parole per descrivere quanto possa amarla.

Adoro questo periodo dell'anno, stare al caldo, sotto le coperte con un libro fra le mani e con una caldissima cioccolata calda, che riesce sempre a tirarmi su il morale.

Affacciarmi e sentire quella leggera brezza che mi avvolge. Mi piace passare il tempo ad ascoltare il rumore della pioggia, è un suono bellissimo, che non tutti colgono.

Mi dà l'occasione di far riemergere i ricordi e di prendere del tempo per me stessa, in modo tale da oscurarmi dal mondo esterno.

«Elisabeth, vai tu ad aprire, sono occupato!» grida mio fratello dal piano superiore.

A quest'ora del pomeriggio chi potrà mai essere?

«Salve, cerco la signorina Elisabeth Bennett.» non ricordo di aver ordinato niente.

«Sono proprio io.»

«Perfetto, allora do direttamente a lei questo pacco. Mi è stato detto di consegnarlo proprio qui.» risponde il ragazzo.

«Scusi posso sapere chi lo manda?» è una scatola davvero piccola e sono curiosa di sapere cosa c'è dentro.

«Anonimo. Non posso dirle niente a riguardo. Arrivederci.» mi lascia il pacco fra le mani e gira le spalle per andare via.

Chiudo la porta e mi siedo sul divano del salone.

Fuori non c'è nessun biglietto che possa farmi capire di chi si tratta.

Lo apro e noto una cosa alquanto strana.

All'interno ci trovo una lettera e un tester di un profumo...

Non posso quasi credere a ciò che vedo. È proprio la fragranza del profumo del ragazzo che ho baciato.

L'unica cosa che mi è rimasta impressa in mezzo all'oscurità di quella sera.

Lui mi ha cercata.

Lui ha capito realmente chi sono.

Prendo la lettera tra le mani che tremano ancora.

{Probabilmente sarai confusa da tutto questo, posso darti ragione. È da pazzi fare ciò che io sto facendo in questo momento, me ne rendo conto. Mi sono fatto un'idea su di te, ho scoperto il tuo volto ma so per certo che tu ancora non sai chi sono io. Ti aiuterò io stesso a capirlo.
Questo profumo non lo indosso spesso, ma volevo fartelo avere perchè ha un significato enorme per me. Non sono molto bravo con le parole ma voglio ricordarti la mia, la tua, la nostra serata speciale.

Ovviamente non eri tu la persona che mi sarei aspettato di baciare, ma non pensare che per me sia stato uno sbaglio. Il nostro modo di sfiorarci, le nostre labbra a pochi centimetri e il modo in cui le ho assaporate.

Se voglio tornare indietro? Me lo chiedo spesso ma non ottengo mai una risposta netta.

Alterno tra i mille no perché insomma, tu hai una vita davanti, sarai pure fidanzata e figurati se perdi tempo dietro ad un ragazzo che hai visto solo per qualche secondo.
Ma i sì che mi balenano in testa sono molti, non credere, che sia uno che pensa sempre e solo negativo..

Per adesso non voglio dire altro.
Ti ho solo aiutato a farti un'idea di me.

-A presto.}

Una, due, tre lacrime scendono lente sul mio viso. Non riesco a metabolizzare, ho la vista offuscata, come la mente e il cuore.

Mille emozioni che girano dentro di me.

Aspettavo questo giorno da un sacco di tempo.

Ma adesso come farò a capire di chi si tratta?!

Ho il suo profumo.

Che bello sentirlo, mi fa venire più voglia di lui.

Il campanello riprende a suonare e io nascondo tutto dietro al cuscino del divano.

Asciugo velocemente le ultime lacrime e vado ad aprire.

«So che non mi aspettavi qui. Ma devo parlare con Christian, è in casa?» davanti a me, c'è la figura di Jacob, con jeans e camicia bianca, quasi zuppa a causa del temporale.

«Si, sta di lì..
Cioè volevo dire, al piano di sopra.» rispondo cercando di non far notare il mio volto, abbastanza bagnato dalle lacrime precedenti.

«Elisabeth tutto bene? Stai per caso piangendo?» si avvicina per accarezzarmi il viso ma mi ritraggo.

«Sto bene Jacob, dico davvero. Entra, non vorrai mica restare sulla porta con tutta questa pioggia.» mi sposto per farlo passare e torno a sedermi sul divano.

«Voglio sapere cosa ti succede.» dice mentre si accomoda sulla poltrona. «Ormai sono seduto e non ho intenzione di alzarmi se non mi racconti tutto.» l'unica cosa che è rimasta di lui?

Il suo essere testardo.

«Poco fa mi è arrivato questo.» non nascondo più nulla dietro le spalle ma decido di mostrargli tutto.

Osserva con molta attenzione e tiene tutto molto stretto fra le mani mentre mi guarda con sguardo interrogativo.

«Chi ti manda tutto questo? Da questa lunga lettera deduco che sia un poeta.» ride scrutando tutto con molta attenzione.

«Non scherzare Jacob! Non ho idea di chi possa essere.»

«Ma perché te le ha mandate? Mi spieghi, così magari ci capisco qualcosa.» giusto...lui non sa cosa è successo.

Glielo racconto?!

Ci penso su ma alla fine decido di aprirmi e raccontare tutto dall'inizio.

«E quindi, ho baciato uno sconosciuto che conosce il mio volto, ma io, al contrario, non so praticamente niente di lui.» spiego alla fine.

Jacob sembra sorpreso dal mio racconto ma presta ascolto a ciò che dico.

«Per adesso tieni stretto ciò che ti ha mandato se per lui ha un valore importante, sono sicuro che si farà vivo di nuovo! Noi ragazzi siamo così.» posso dire che è la prima volta che Jacob Anderson mi dà un consiglio utile?!

«Sai vorrei tanto tornare a quella sera. Vivermi di nuovo le stesse emozioni. Non dovrei dirlo, ma le sensazioni che ho provato durante quel bacio sono state tante. Le sue labbra erano così morbide, il suo modo delicato di tenermi stretta a sé, come se quasi, non volesse lasciarmi andare.» si ferma di colpo e resta in silenzio.

«Capisco..» sono le uniche parole che dice.

«Mi dispiace Jacob, non dovrei nemmeno parlarti di tutto questo. Ti può sembrare difficile ascoltarmi mentre dico queste cose carine su un altro ragazzo.» mi ferma ancor prima di finire.

«Shh.. non farti problemi. Io sto bene, sono andato avanti, sta tranquilla. Insomma ti sembra che stavo per sempre dietro a te?!» lo guardo male ma non reagisco.

«Tra noi è finita esattamente quel giorno, dopo aver letto il tuo messaggio. Non posso darti più di una semplice amicizia Elisabeth, ma se parlare, per entrambi, ci risulta complicato allora non possiamo nemmeno essere amici. Semplici conoscenti, anzi meglio dire, ex fidanzati, ormai sconosciuti.» mi ferisce sempre di più quando ogni parola esce dalla sua bocca.

«Va via Jacob.» dico con gli occhi ormai lucidi.

Non replica. Non dice niente.

Gira le spalle e sale al piano superiore mentre io mi lascio andare ad un pianto liberatorio.

𝑯𝒊𝒅𝒅𝒆𝒏 𝑭𝒆𝒆𝒍𝒊𝒏𝒈𝒔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora