Capitolo 45

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Questi giorni trascorsi in compagnia di Jacob sono sempre più piacevoli. Ogni istante che passiamo insieme cerchiamo di godercelo al meglio, soprattutto in questo periodo che è arrivato il momento di tornare a casa per dare una spiegazione a questo mio allontanamento improvviso.

Papà mi ha di recente contattato e non sentendo la mia voce, ma quella di Jacob si è preoccupato ulteriormente.

Oggi è iniziata un'altra settimana, la scuola mi sta distruggendo parecchio, tra compiti, verifiche ed esami di stato, non ne posso più.

Fa abbastanza freddo e le goccioline che sbattono sulla finestra dell'aula di matematica, non mi fanno concentrare, l'unica cosa positiva di questa giornata?

Sarà trovare Jacob fuori scuola, pronto per portarmi a casa e per affrontare mio padre.

Come ci definiamo noi due?

Non so con certezza come posso definire il nostro rapporto, non abbiamo ancora affrontato questo argomento.

Di certo non possiamo dire di essere dei semplici amici, perché insomma questi ultimi non si scambiano qualche bacio, cosa che io in questo momento avrei voglia di fare.

«Va bene ragazzi, il tempo è scaduto, consegnate la verifica e tornate a casa.» affrontare di lunedì un compito, all'ultima ora, e perlopiù di matematica, è una cosa alquanto straziante.

Mi alzo e passo il mio compito ad Alex in modo che possa consegnarlo lui al posto mio, mentre preparo lo zaino con l'ombrello per uscire da questo inferno.

«Alli, con chi torni tu a casa?» domando alla mia migliore amica.

In questo periodo non trascorriamo molto tempo insieme, però lei e Alex sono al corrente di tutta la situazione e mi stanno molto vicino. Sono molto contenti per me e Jacob e per il rapporto che stiamo instaurando, ma non sono molto soddisfatti del comportamento di Edward.

«Tranquilla ci sta Matthew fuori scuola che mi aspetta.» fortunatamente dice di aver chiarito per quanto riguarda il rapporto con Alex, c'è stato un periodo in cui lui era molto geloso di Matthew, ma quest'ultimo è stato in grado di fargli capire come stanno realmente le cose.

«Tutto bene fra voi vero?» le domando mentre varchiamo la soglia del cancello.

Lei annuisce e mi saluta mentre scompare nell'auto del suo fidanzato.

Alex è rimasto sopra ad aiutare la professoressa con le varie borse, si sa che lui è uno molto esplicito e cerca di provarci con tutte e avendo trovato un'insegnante giovane, eccolo che ci prova facendo il garbato nei suoi confronti.

La macchina di Jacob accosta proprio davanti al marciapiede per evitare di farmi bagnare da questo temporale.

Entro in auto e vedo che nei sedili posteriori ci stanno tutte quante le mie valigie, avendo già detto di aver portato qualche roba al rifugio, ma per adesso, meglio riportare tutto a casa mia.

«Ciao piccolina.» mi stampa un bacio sulla guancia per poi partire.

Ultimamente usa questo nomignolo, che a me fa letteralmente impazzire, perchè mi ha confessato che mi vede come una ragazza da proteggere e con il fatto che lui è più grande di me, ha deciso di chiamarmi così, poi insomma, basta guardare la mia altezza per rendersi conto di come sono e quando sono in compagnia sua, è vero, mi sento propria piccola.

«Ti vedo un po' giù, come mai?» ormai il suo volto manifesta tutto e io riesco a capirlo semplicemente guardandolo.

«Non mi fa impazzire l'idea di non averti più con me al rifugio, di tornare e non vederti più lì.» confessa rivolgendomi un debole sguardo.

«Lo so Jacob, ma sai che se non fosse stato per la chiamata di papà io adesso non sarei tornata, ma è giusto così.»

«E' giusto affrontare Edward?
Perchè lo sai anche tu che col fatto che sua madre lavora lì da voi, lui ne approfitterà per passare più tempo a casa tua.» sembra scocciato di questo, ma deve capire che ancora non stiamo insieme.

«Hai paura che possa riavvicinarsi a me?»

«Sicuramente proverà ad avere un confronto, ma dipende da te se gli permetterai di avvicinarsi o meno.»

«Sei per caso, un tantino geloso Anderson?» mi piace stuzzicarlo perchè è uno di quei ragazzi che sa come tenere testa ad una persona dura come me.

Si ferma all'improvviso, ma siamo ormai davanti casa mia.

«Forse non hai capito una cosa tu..» si avvicina all'altezza del mio orecchio e mettendo la testa nell'incavo del mio collo sussurra. «Tu sei roba mia Elisabeth. Non accetto l'idea che qualcuno possa sfiorarti, oltre me.»

«E tu? Sei ancora dell'idea di essere di Ashley?» mi godo la sensazione dei suoi morsi sul mio collo.

«Devi farmi capire tu se sono tuo o no.» nemmeno il tempo di dirlo che mi fiondo su di lui e marchio il territorio. Gli lascio un succhiotto abbastanza evidente nell'incavo del collo.

Adesso penso che sia chiaro di chi è lui.

«Ci sai proprio fare Bennett. Non pensavo fossi diventata così aggressiva.» mi guarda malizioso e io sorrido.

«Me l'hai chiesto proprio tu di farti capire.
E non ti azzardare a coprirlo, tutti devono sapere come stanno le cose.» dico mandandogli un bacio.

Jacob viene ad aprirmi la portiera dell'auto e poi insieme prendiamo le mie borse.

Suono al campanello e viene ad aprire mio fratello che subito si catapulta addosso a me per stringermi in un caloroso abbraccio. Guarda dietro di me e si accorge della presenza di Jacob.

«Io e te dobbiamo parlare, sappilo.» gli rivolge un'occhiataccia per poi lasciarci entrare dentro.

«Finalmente ci degni della tua presenza Elisabeth!» dice mio padre appena entro in salotto.

Seduti con lui ci sono pure Sheryl, Tamara e ovviamente, Edward.

Jacob afferra e stringe subito la mia mano quando si accorge della presenza di quest'ultimo.

«Non penso che sia il luogo adatto per parlarne.» affermo guardandolo.

Sheryl viene subito verso di me e mi abbraccia.

«Mi sei mancata Eli, stai tranquilla che cerco di aiutarti io in questa situazione.» la stringo a me e la ringrazio.

«Jacob vieni qui. Voglio sapere perchè mia figlia si trovava con te.
Sai darmi una giusta motivazione?» guardo Jacob che mi rivolge uno sguardo complice come per farmi capire che andrà tutto bene.

«Ho chiesto a lei di rimanere con me per qualche giorno, sono stato male e non avendo nessuno che si prendesse cura di me, ho pensato che lei, fosse l'unica in grado di farlo.» ovviamente mente, ma preferisco così.

«Era giusto che io fossi al corrente di tutto, mi sono preoccupato, non rispondeva più, però so che se stava con te, era certamente al sicuro. E' andata regolarmente a scuola e di questo sono contento, ma adesso sono tranquillo di sapere che sta a casa con tutti noi.» abbraccio mio padre e mi scuso per essere stata distante in questo periodo.

Tamara mi osserva molto triste e mi rivolge solo un debole sorriso.

Sicuramente è al corrente della situazione che ho con suo figlio, poichè Edward da quando sono entrata mano nella mano con Jacob, non ha fatto altro che tenere lo sguardo fisso sul pavimento.

«Elisabeth, possiamo parlare per qualche minuto?» è proprio Edward a parlare.

Ho gli occhi di tutti puntati addosso, specialmente quelli di Jacob.

Guardo quest'ultimo che mi annuisce, come per dirmi che non ci sono problemi.

Amo questo ragazzo proprio per questo, è molto comprensivo nei miei confronti ed è molto maturo, lo percepisco da questi piccoli gesti.

«Andiamo in camera, così mi aiuti a portare queste cose.» lascio la mano di Jacob mentre prendo le mie cose per salire al piano superiore seguita da Edward.

Rivolgo un ultimo sguardo al moro che sospira mentre esce in giardino a fumare una sigaretta.

Questo era l'unico momento che speravo di non dover più affrontare.

𝑯𝒊𝒅𝒅𝒆𝒏 𝑭𝒆𝒆𝒍𝒊𝒏𝒈𝒔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora