Capitolo 57

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{Avviso i gentili passeggeri che l'aereo per gli Stati Uniti sta per decollare, vi invito ad avvicinarvi al gate 2.
Buon viaggio.} la voce metallica dell'altoparlante si diffonde in tutto l'aeroporto.

La mia famiglia si precipita subito a salutarmi.

Christian e Sheryl mi stringono in un forte abbraccio e mi sussurrano parole confortanti.

«Mi raccomando sorellina, saluta gli zii anche da parte mia!» sorrido alla sua affermazione.

«Noi saremo sempre con te, in qualsiasi parte del mondo ti troverai.» continua Sheryl.

«Qualche giorno fa non sapevo l'esatto motivo del perché io volessi fare una cosa del genere, ma infondo adesso ho capito che ormai non mi resta che seguire la mia testa, il cuore mi ha portato solo tanta sofferenza.»

«Studia nel frattempo per l'università, non distrarti.» dice mio padre.

«Già!
Al tuo prossimo ritorno vorrei poterti chiamare Dottoressa Bennett!!» gli occhi lucidi di mia madre mi fanno capire quanto lei in questo momento soffre ad avermi lontano per i prossimi anni, ma sa che sto proseguendo con ciò che più mi piace.

La scrittura e la medicina.

Amo poter scrivere, mi libera da tutto ciò che mi porto dentro e a causa del mio carattere chiuso, non riesco ad esternare.

La medicina la amo sin dalle scuole medie, mi affascinano coloro che studiano questo specifico argomento. Dall'adolescenza ho capito che non bisogna mai smettere di sognare e sperare che ciò che più desideriamo si avveri.

Quindi perché non seguire i propri sogni?

Io lo sto facendo e ne vado fiera perché ho la voglia di sapere, di conoscere e di studiare ciò che più mi piace, quindi ecco perché di mia spontanea volontà ho scelto di trasferirmi in un'altra città, a me nuova, per scoprire qualcosa che forse, ancora non conosco.

«Grazie per essermi stati accanto nonostante il mio carattere acido e scontroso, a volte non volevo parlare con nessuno, mi bastava chiudermi nella mia camera e cercare di uscire da quella bolla che mi ha sempre tenuta rinchiusa.
Ringrazio questa città, stupenda, per avermi accolto calorosamente facendomi incontrare persone fantastiche.
Los Angeles e Miami le porterò per sempre qui dentro.» metto una mano sul petto, perché è proprio vero, conserverò tutto con amore, dentro al mio cuore.

«Elisabeth!» qualcuno alle mie spalle grida il mio nome.

Mi volto e trovo Allison, Matthew e Liam correre verso la mia direzione.

Come farei senza i miei migliori amici?!

«Oh ma che ci fate qua??» mi incammino nella loro direzione.

«Potevamo mai farti partire senza salutarti?» domanda Liam mentre mi stringe forte a sè.

«Mi mancherai troppo.
Non ti scordare di me, mi raccomando.» dico mentre sento già i miei occhi quasi colmi di lacrime.

«Nessuno prenderà il tuo posto, è una promessa.» risponde lui.
Quante volte ho sentito questa frase uscire dalla bocca di persone che mi giuravano amore eterno, eppure sono state le stesse ad abbandonarmi.

«Eli mancherai a tutti quanti.
Vieni qui dai!» abbraccio Matthew mentre gli sussurro: «Trattami bene Allison, mi racconterà tutto eh!!»

Infine saluto lei.
La mia migliore amica.
L'unica che dal giorno zero mi è stata affianco, nonostante il torto o la ragione, lei è sempre stata dalla mia parte, senza lasciarmi mai.
Non smetterò mai di ringraziarla per le mille pazzie che mi ha fatto vivere e per le nostre tantissime avventure.

«Ci stiamo separando un'altra volta Eli, non posso crederci!» dice mentre piange sulla mia spalla.

«Infondo è per una buona causa.» le dico.

«Sai Jacob ci ha detto che gli dispiace.» Liam prova a prendere parola, ma appena sento quel nome, il mio cuore fa un sussulto.

«Io devo andare.
Vi voglio tanto bene.»

Mi volto e corro verso il gate.

Non ho assolutamente voglia di stare ad ascoltare una delle millesime scuse che quello gli ha mandato a dire.

Preferisco iniziare un nuovo capitolo, senza di lui.
Affronto circa 15 ore di viaggio prima di arrivare nella bella Milano.

È una città molto colta, moderna, ricca di bellezze e opere artistiche.

Ovviamente una volta che mi trovo qui, cos'è la prima cosa che visito?
Uno dei monumenti, simbolo di questa metropoli: il Duomo di Milano.

Ne rimango letteralmente affascinata.

Mi sento una piccola turista, in una città così immensa, con una valigia e tanti sogni dentro di essa.

Per quest'arco di tempo ho affittato una stanza in un hotel vicino l'appartamento dei miei zii. Non mi sembra opportuno arrivare e pretendere di stare a casa loro.
Seconda tappa della giornata, recarmi velocemente a casa loro. Suono il campanello più volte finché sento qualcuno che pian piano si avvicina alla porta.
Mia zia resta pianificata.

«Elisabeth! Tesoro mio! Da quanto tempo! Ma come mai
sei qui?» in effetti non si aspettava di vedermi.
E' l'unica zia che ho, la sorella di mamma e non so spiegare il magnifico rapporto che ho con lei. Posso solo dire che le voglio un gran bene.

«Sorpresa!
In realtà è stata una scelta dell'ultimo momento. Volevo cambiare aria per un po' e quindi, chi meglio di mia zia, mi può aiutare in questi momenti?» mi rivolgo a lei, con un sorriso a trentadue denti, mentre mi fa entrare dentro casa.

«Non mi aspettavo di vederti, ma sono contentissima!
Allora, vuoi restare qui? Sai che le stanze non mancano.» mi conduce verso il soggiorno dove mi accomodo in una poltrona.

«In effetti avevo già prenotato una stanza in hotel, ma se a voi fa piacere, posso sempre disdire e restare qui.» un uomo, abbastanza alto fa irruzione nella stanza.
Mio zio si avvicina e mi stringe in forte abbraccio, incredulo anche lui di vedermi.

«Puoi restare qui quanto vuoi, provvederò io ad annullare la camera, tu sistemati come meglio credi.» afferma con
sicurezza.

Ringrazio entrambi per l'accoglienza e mi reco nella vecchia camera di mia cugina.
Ormai lei ha trovato l'amore della sua vita e si è felicemente sposata, quindi posso occupare tranquillamente la sua stanza.

«lo preparo la cena, nel frattempo tu svuota la valigia e cambiati.» con tutta la calma, decido di darmi una mossa e sistemare qualcosa.
Dopo ore intense, avendo fatto la doccia e sistemato le mie cose decido di sedermi per scambiare due chiacchiere con i miei zii.

«E quindi sei qui perché quel ragazzo ti ha lasciato?» ho raccontato a loro tutta la verità.
«In poche parole, si.» così facendo, il tempo passa e dopo aver mangiato qualcosa mi ritiro nella stanza, pronta per dormire.

Qualcosa mi impedisce di farlo, ho
giramenti di testa improvvisi e senso di nausea continuo.
Ho un ritardo di circa due settimane, infatti la prima cosa che faccio è correre da mio zio, che subito si reca nella farmacia di fiducia e in poco tempo mi ritrovo con un test di gravidanza fra le mani.

«Ci siamo noi con te, adesso entra e sbrigati.» mi incoraggia mia zia.
Mi chiudo in bagno e faccio ciò che c'è da fare.
I minuti scorrono e sento il cuore in gola per la troppa ansia che provo in questo momento.
Guardo il test e vedo due linee rosse, questo vuol dire soltanto una cosa: sono incinta.

𝑯𝒊𝒅𝒅𝒆𝒏 𝑭𝒆𝒆𝒍𝒊𝒏𝒈𝒔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora