{Dicembre...Il mese che più mi trasmette felicità. Camminare per le strade di Miami e vedere le luci di Natale appese fuori dalle porte di ogni appartamento. Sono passati tre giorni da quando ho preso l'aereo con mia madre e con Edward, per tornare di nuovo in quella che considero, casa mia. Passerò una settimana senza vedere mio fratello, che terrà compagnia a mio padre e nel frattempo rivedrà la sua ragazza, Sheryl. Vi domanderete che fine ha fatto Jacob; l'ultima volta che l'ho visto è stato a scuola, quando si è fermato davanti ad essa, con la sua moto nera, aspettando l'uscita della sua ragazza.E a me?
Mi ha guardata ma non è stato in grado di fare altro se non abbassare lo sguardo sul suo iphone.
Ormai ci stiamo abituando entrambi a questo nostro evitarci, ma forse meglio così, quanto meno non faccio soffrire le persone a cui tengo, specialmente a Edward, che solo a sentire il nome di Jacob, si alza e non mi rivolge parola per almeno un quarto d'ora.
Tra me e Edward procede tutto bene.
Prima della partenza ho avuto l'occasione di parlare con mia mamma, non ha fatto altro che tempestarmi di domande, chiedendo perché mi trovava sempre in compagnia del moro, non avendo altra scelta, le ho raccontato come stanno le cose. Lei è un tipo che si affeziona subito ai miei amici, con Edward è stata un po' distaccata all'inizio, ma appena ha capito che lui ci tiene davvero a me, l'ha accolto a braccia aperte. Con Jacob ha sempre trovato quella complicità, è come se le ha fatto da seconda mamma, lui passava la maggior parte del suo tempo a casa mia, quando ancora ero stabile e vivevo a Los Angeles, dormiva da me e non mi lasciava mai da sola, insomma eravamo una vera e propria coppia. I miei genitori ormai si erano abituati all'idea di averlo in casa e gli faceva soltanto piacere. Sicuramente mai nessuno occuperà il posto di Jacob, non vivrò di nuovo le stesse emozioni, non farò gli stessi errori, ma sono sicura che anche la compagnia di Edward riuscirà a darmi quella tranquillità che cercavo ormai da tempo.}«Elisabeth, la smetti di scrivere ancora su quel diario?» mia madre fa irruzione in camera mia e come al solito, non bussa mai.
Poso la mia penna nel cassetto assieme al diario e mi alzo dal letto.
«Mi spieghi perchè sei venuta? Hai bisogno di qualcosa?» le domando mentre alza le serrande della finestra.
«E' tutto il giorno che stai rinchiusa in questa stanza, mentre Edward se ne sta giù in giardino, non credi che forse dovresti scendere a fargli compagnia?»
«Io pensavo che stesse ancora dormendo.» dichiaro sentendomi quasi in colpa, chissà perché non è passato a salutarmi.
«Ti sbagli, ma comunque fai in fretta, io preparo la cena intanto.» esce dalla stanza e io corro di sotto.
Lo cerco in giardino e sento che sta in chiamata con qualcuno, decido di non avvicinarmi ma di stare dietro l'albero a sentire.
"Kelly, smettila di parlare così, lo sai che sono venuto qui per stare con Elisabeth."
"Ah non ti importa, d'accordo, ma almeno smettila di mandarmi messaggi, se li dovesse vedere lei è la fine."
Rimango immobile a origliare. Non posso credere che ancora si parla con quella lì, mi aveva detto che erano solo questioni di lavoro, ma qui c'è molto di più.
Stacca la chiamata e io mi avvicino, facendo finta di niente.
«Ehi, con chi parlavi?
Ti ho visto un po' nervoso.» dico abbracciandolo da dietro, anche se in confronto a lui, resto sempre più bassa.«Con mia madre, problemi personali, ma tranquilla, niente di che.» si volta e mi schiocca un bacio sulla guancia.
Con sua madre.
Non poteva dirmi bugia più grande.«Sapevo che eri in stanza e ho preferito non venire a disturbare. Vuoi fare qualcosa dopo? Come una passeggiata magari?» mi accarezza la guancia e mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Non riesco a stargli accanto in questo momento. Perché queste bugie a me? Cosa c'entra Kelly nella vita di Edward?!
«Sono un po' stanca, ma magari dopo cena, possiamo cercare un posto qui vicino per parlare un po'.» mi allontano un po' e mi appoggio al marmo.
«C'è qualcosa che non va Eli?» mi domanda.
Ha pure il coraggio di domandarmelo, che faccia tosta!
«Dovresti dirmelo tu Edward.»
Torniamo dentro quando mia madre ci avvisa che la cena è pronta. Quando mangiamo non facciamo altro che stare in silenzio, in cucina si sente solo il rumore delle posate che posano sui piatti.
«Ragazzi insomma! Perché siete così silenziosi?» mia madre si alza e pian piano la aiutiamo a sparecchiare.
«Io e Elisabeth usciamo, abbiamo bisogno di passare del tempo assieme.» entrambi ci alziamo e senza dire altro ci dirigiamo in macchina.
«Non conosco bene le strade di Miami, magari mi dici tu dove fermarmi.» dice Edward.
«Va bene.» è l'unica cosa che riesco a dire.
Ci fermiamo davanti ad un negozio molto piccolo, forse uno dei miei preferiti da quando sono a Miami.
«Posso sapere cosa ti prende adesso?» Edward rompe il silenzio per primo.
«Con chi parlavi oggi? Ti prego almeno di dirmi la verità.» continuo a tenere lo sguardo fisso sul finestrino.
«Già sai Elisabeth, non farmi sempre la stessa domanda.»
«Smettila di mentirmi allora! Ho sentito che parlavi con Kelly!» alzo la voce, esausta.
Silenzio tombale.
«Io non.. pensavo che tu avessi origliato la mia chiamata.» tiene lo sguardo sul volante dell'auto.
«Cosa c'entra lei nella tua vita Edward?» lo guardo ma non osa dire niente.
Inizio a tremare per il freddo e lui vedendomi, mi passa la sua giacca.
«Ho vissuto solo una relazione importante durante l'arco della mia vita, ma non ti ho mai parlato di chi fosse lei.»
Spero di non sentire quello che immagino.
«La mia ex ragazza era proprio Kelly.»
Il mio cuore si spezza in un secondo, come tutte le mie aspettative.
«Quando ci siamo lasciati lei si è trasferita con la sua famiglia e da lì non ho avuto più l'occasione di vederla. Da quando ho iniziato a lavorare al bar mi hanno detto che mi avrebbero affiancato una ragazza, ma io non sapevo che si trattasse di lei.» si prende una pausa e poi continua. «L'ho rivista e non ti nego che qualcosa mi sia scattato, è stato il mio primo amore, come ben sai, dimenticare è difficile. Ma abbiamo ugualmente deciso di mantenere un rapporto d'amicizia, senza crearci problemi, anche perché lavoriamo insieme e non ci possiamo permettere di litigare davanti al nostro capo o davanti ai clienti.»
«Provi ancora qualcosa per lei, non è vero?» una piccola lacrima riga il mio volto.
La voce mi trema, proprio come le mani e il cuore.
«No Elisabeth.» pronuncia le parole con poca sicurezza, e capisco che non ha senso continuare a discutere.
«Tranquillo, ho già capito tutto. Torna da lei, ma evita di fingere di volere me.» scendo dalla sua auto con le mani tra i capelli.
Mi levo la giacca di dosso e aprendo la portiera gliela lancio.
«Tieni questa, magari l'avrai messa anche addosso a lei.» mi giro e continuo per la mia strada, per il clima freddo non riesco a camminare a piedi e mi tocca prendere un taxi per tornare a casa.
Non sento più niente, non sento che mi chiama, non cerca di trattenermi, ma preferisce lasciarmi andare verso la mia direzione oscura.
Vorrei che si trattasse solo di un brutto incubo, ma so per certo che non è così e devo solo accettare la realtà.
STAI LEGGENDO
𝑯𝒊𝒅𝒅𝒆𝒏 𝑭𝒆𝒆𝒍𝒊𝒏𝒈𝒔
Roman d'amour⚠️TUTTI I DIRITTI RISERVATI⚠️ Elisabeth Bennett una quindicenne con una vita normale. Due migliori amici che la seguono ovunque, un fratello amorevole ed un fidanzato che la ama. Ma cosa accadrà quando a causa della separazione dei suoi dovrà lascia...