Cinquantotto

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Quel giorno a Torino il sole era caldo. Ginevra era seduta sul letto di camera propria con il ventilatore puntato addosso e il computer sulle gambe cercando di studiare il programma dell'università che avrebbe iniziato da lì a poche settimane.

Era appena mezzogiorno e avrebbe visto Kenan tra una mezz'ora siccome lui era occupato con la squadra per prepararsi all'inizio del campionato. Era un periodo duro per il turco: le aveva spiegato che stava cercando di rinnovare con la società e che molto probabilmente la trattativa sarebbe durata qualche settimana.

Ginevra ci capiva poco che niente ma riusciva comunque a stare dietro a Kenan e ai suoi improvvisi cambi d'umore dovuti al nervosismo e alla pressione che aveva sulle spalle in quel momento.

La castana chiuse il portatile, sbuffando e legandosi i capelli all'indietro. Casa era vuota siccome i genitori e il fratello avevano deciso di assentarsi qualche giorno in vacanza. Ginevra aveva preferito non andarci, non le piaceva un granché il mare.

Mentre sistemava camera sua e il disordine che aveva lasciato sulla propria scrivania, il citofono suonò. Era Kenan che non appena ebbe il libero accesso al palazzo si precipitò all'interno per scappare da quel caldo infernale e soprattutto per raggiungere la castana al più presto.

Lei lo attese davanti alla porta d'entrata e quando il calciatore fece il suo ingresso sorrisero entrambi. Fu lui a lasciare per primo un bacio alla ragazza, che ricambiò immediatamente.

Le cose andavano decisamente bene tra i due. Si erano chiariti e al turco si era lasciato alle spalle la storia di Riccardo e Ginevra. Ormai era convinto che la castana avesse occhi solo per lui e non voleva torturarsi troppo sulla vicenda soprattutto in quel periodo.

Kenan il giorno dopo avrebbe sarebbe partito per giocare l'ultima amichevole prima dell'inizio del campionato, contro l'Atletico Madrid e quindi la coppia aveva deciso di stare insieme quel giorno.

La prima cosa che notò Ginevra fu l'aria stanca del ragazzo che si lanciò sul divano al centro della sala dell'appartamento della castana. "Tutto bene?" domandò lei, sedendosi su un bracciolo del divano e posando una mano tra i capelli di Kenan che accarezzò dolcemente.

"Sono stanco" la voce risultò ovattata dato che il turco aveva nascosto il viso sul divano. Lo alzò lentamente, incontrando gli occhi dolci della sua ragazza che lo guardavano. "Tu? Anche tu sembri stanca".

"Io sto bene, sono solo preoccupata per l'università" si alzò Ginevra, lasciando scivolare la mano dai capelli alla guancia di Kenan che strinse piano. Il turco annuì.

"E poi pensavo a te" parlò la ragazza, sospirando. Kenan aggrottò le sopracciglia, stranito dalla dichiarazione improvvisa da parte di Ginevra "ti stanca pensarmi?" rise il biondino.

"No, scemo! Pensavo a te e al tuo rinnovo. Non ci capisco quasi niente ma sono preoccupata, tutto qua". Il ragazzo si sistemò sul divano, sedendosi, senza spostare lo sguardo dalla castana "cosa ti fa preoccupare?".

Ginevra alzò le spalle, guardando davanti a sè "non so, che magari vai via" rispose, rivolgendo nuovamente lo sguardo al calciatore che sorrise intenerito "meine liebe, stai tranquilla che andrà tutto bene" cercò di rassicurarla il turco, tirandola in un abbraccio.

La castana si sistemò tra le sue braccia, sentendosi a casa "scusa, sarà un periodo stressante: ho paura di iniziare l'università e di sbagliare qualsiasi cosa. Sono preoccupata e ho bisogno di te, penso che non ce la farei ad averti lontano" concluse lei, tenendo lo sguardo basso. Se avesse incrociato gli occhi del ragazzo probabilmente sarebbe scoppiata in un pianto nervoso.

"Penso che non ce la farei nemmeno io ad averti lontana da me" parlò Kenan, accarezzandole i capelli "ma non preoccuparti Ginevra, io voglio rimanere qua e sicuramente mio papà riuscirà a sistemare le cose con la squadra".

"Anzi, siccome entrambi i miei genitori sono qua a Torino per il mio rinnovo, dovremmo organizzare qualcosa in modo che vi conosciate" finì di parlare il calciatore facendo spalancare gli occhi alla ragazza che si sfilò dall'abbraccio. "Sicuro?".

Kenan la guardò stranito "Si? È ora che vi vediate, anche mia mamma me l'ha detto. Io ormai conosco i tuoi genitori da tempo". Ginevra sbuffò, lasciandosi scivolare sul divano "e se non gli piaccio?".

"Finiscila Gine, gli piacerai sicuramente. Stiamo un po' insieme questo pomeriggio e poi stasera andiamo a casa mia e ceniamo da me" il turco le lasciò un bacio sulle labbra che lei ricambiò, pensando preoccupata di non piacere davvero ai genitori del fidanzato.

Lei era una ragazza semplice, noiosa come si definiva lei ed era sicura che Kenan avrebbe meritato certamente di più. Se questo lo pensava lei, perchè non potrebbero pensarlo anche i genitori del turco?

Tirò un sospirò prima di accoccolarsi al petto di Kenan.

-Autrice
Buonasera amici! Non mi sono dimenticata di voi.
Ho ufficialmente finito di scrivere questa storia, mancano due capitoli e purtroppo è giunta al termine :( .

Il numero quindici - Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora