"Non penso di volerci venire" sospirò Ginevra, guardando Kenan, che sbuffò rumorosamente.
Kenan era stato invitato come ospite ad una sfilata sul Lago di Como e stava tentando in tutti i modi di far venire la propria fidanzata con sè.
Passò una settimana dal giorno in cui Kenan era corso da Ginevra ed aveva riportato la calma nella coppia.
"Spiegami perchè!" esclamò il turco, lasciando cadere la palla che aveva in mano tra i propri piedi. Erano nel grande terrazzo dell'appartamento di Kenan. Avevano pranzato insieme e siccome quel giorno non faceva molto caldo per essere un pomeriggio di fine luglio, uscirono fuori per prendere quel poco sole che ogni tanto sbucava da dietro le nuvole.
"Perchè mi sentirei in imbarazzo soprattutto per il fatto che sei tu l'invitato, non io" spiegò la ragazza, osservando il pallone rimbalzare sul collo del piede del calciatore che si muoveva con una leggerezza tale che pareva render facile ogni palleggio.
Kenan stoppò la palla, lasciandola scivolare dritta ai piedi di Ginevra. "Mi hanno detto che posso portare un accompagnatore. Io ho scelto te" parlò, avvicinandosi alla ragazza che afferrò per i fianchi. Lei arrossì e distolse lo sguardo.
"Sai che mi vergogno" sospirò nuovamente la castana, volgendo lo sguardo ancora a Kenan che sorridendo, le accarezzò una guancia "ma di cosa? Sei stupenda".
Ginevra sorrise. Avvicinò il viso a quello del ragazzo per lasciargli un bacio sulle labbra ma venne interrotta da Kenan stesso che, con un movimento veloce, riprese la palla tra i piedi e si allontanò da Ginevra, lasciandola ferma nel punto di prima.
Una cosa che aveva notato la castana in quella settimana dove i due si erano riuniti, era che Kenan cercava davvero poco il contatto fisico con lei. Sicuramente era ancora un po' scosso per quello che era accaduto qualche sera fa con Riccardo.
A volte il turco si avvicinava la sfiorava e la baciava di sua iniziativa, ma dal momento in cui era lei a cercare il contatto, lui sembrava freddo e distaccato.
Ginevra sospirò ed entrò in casa, lasciando Kenan solo per qualche secondo, dove mollò la palla e volse lo sguardo al cielo, notando che a momenti sarebbe arrivato un temporale. La castana prese posto sul divano, persa nei suoi pensieri.
"Che hai? Stai pensando alla sfilata?" chiese Kenan, accomodandosi accanto a Ginevra che scosse la testa. Aveva voglia di parlargli del comportamento che aveva notato in lui ma si sarebbe sentita egoista: era sicura che Kenan aveva bisogno di tempo per digerire l'accaduto.
"Verrò" mormorò e Kenan di tutta risposta, sorrise subito. "Quando è?" chiese la castana. "Tra due giorni" rispose Kenan.
Ginevra spalancò gli occhi "Due? Io non ho niente da mettermi e non ho nemmeno avvisato i miei". Kenan alzò le spalle, ridendo. "Problemi tuoi".
La castana sospirò, voltandosi. I loro sguardi si incrociarono e Ginevra sorrise spontaneamente. Kenan era sempre più bello. Aveva i capelli leggermente umidi a causa del caldo ed era a petto nudo. Il suo sorriso era sempre quello di quando si erano conosciuti.
Inutile a dirsi che era davvero innamorata di Kenan. Avrebbe tanto voluto baciarlo ma era convinta che se si fosse avvicinata, lui avrebbe trovato una scusa e si sarebbe scansato.
"Ascolta" iniziò Ginevra sempre con lo sguardo fisso a quello del ragazzo. "Mi dispiace ancora tanto per l'altra notte".
Kenan serrò la mascella e sospirò, distogliendo lo sguardo. Non aveva affatto voglia di ritornare su quel discorso che ancora gli lasciava l'amaro in bocca.
Ginevra, che aveva notato il cambiamento d'umore nel turco, si alzò in piedi. "Vorrei solo che le cose tornassero come prima, a me dispiace davvero tanto" concluse, costringendo il calciatore che ancora era comodo sul divano, ad alzare lo sguardo.
"Perchè mi fai questo discorso?" domandò Kenan. "Perchè vedo come fai, quando mi cerchi tu va tutto bene mentre se ti cerco io, ti allontani" gesticolò la castana, distogliendo lo sguardo.
"Gine, hai baciato un altro ragazzo e io sono ancora qua con te e pretendi che mi passi tutto in due giorni?" si alzò Kenan che ormai aveva iniziato a innervosirsi mentre Ginevra iniziò a sentire il peso di quelle parole cadere sulle proprie spalle.
Il ragazzo non aveva tutti i torti. Se fosse accaduto il contrario, probabilmente non gli avrebbe parlato per giorni di questo n'era certa.
"Scusa" mormorò la castana, ritornando a sedersi dov'era prima.
Kenan, ancora in piedi, si strofinò il viso con la mano, dubbioso sul comportamento da tenere in quella situazione. "Gine, se sono ancora qua è perchè io sono davvero innamorato di te e so che anche tu provi lo stesso nei miei confronti" iniziò il turco "so che non è stata colpa tua ma cerca di capirmi" concluse sedendosi accanto a lei e spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio mostrando il viso di Ginevra che guardava il vuoto.
-Autrice
Ciao amici :) come state? Io son distrutta, ma ancora una settimana di lavoro e sono in ferie.
Comunque spero di riuscire ad aggiornare entro stasera perchè questa conversazione tra i due non è affatto finita.
Grazie per tutte le letture e i commenti, vi amo.
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Il numero quindici - Kenan Yildiz
FanfictionSe dovessero chiedere a Ginevra di parlare del destino, molto probabilmente userebbe come esempio lei e Kenan. Parlerebbe di come il suo telefono, cadendo a terra quella sera allo Juventus Stadium, le avesse fatto incrociare gli occhi brillanti del...