Cinquantatré

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Kenan si tirò i capelli all'indietro nervosamente. Faceva caldo a Torino e purtroppo il rimanere chiuso in casa per colpa dell'intervento, non aiutava affatto. Soprattutto in quel momento.

Non riusciva a non pensare al comportamento di Ginevra. Gli aveva spezzato il cuore, questo era sicuro. Si alzò dal divano, iniziando a ronzare per casa, prendendo il cellulare e digitando il nome di Cambiaso che spuntò tra i suoi contatti.

Sicuramente era uno tra i ragazzi della squadra con cui aveva legato di più. "Andre, sei a casa?" chiese il turco, sbuffano. "Si, vuoi venire?" domandò dall'altro capo del telefono il terzino.

E così, un'ora dopo, i due erano a casa dell'italiano e Kenan gli stava spiegando cosa fosse successo con Ginevra. "Cazzo, è seria la cosa allora" commentò Andrea, aprendo il frigo e tirandone fuori una bottiglietta d'acqua che offrì al compagno di squadra.

"Non so cosa pensare. Non mi sarei mai aspettato una cosa del genere" concluse Kenan, bevendo un sorso d'acqua e lasciando scivolare la schiena sulla sedia della cucina di Andrea. "Ma avete parlo di questo bacio?".

Kenan gli rivolse uno sguardo stranito. "Nel senso, ti ha detto se lei ha baciato lui o viceversa, insomma il modo in cui è successo" gesticolò il terzino.

Il turco distolse lo sguardo, riflettendo. Non le aveva fatto nessuna domanda riguardo al come fosse accaduto. Non era sicuro che sarebbe cambiato qualcosa: le labbra della sua ragazza avevano toccato quelle di un altro uomo.

"Cosa cambierebbe?" chiese quasi sarcastico Kenan, alzando le spalle. Andrea alzò gli occhi al cielo, raggiungendo il compagno di squadra per sedersi accanto a lui. "Magari lei non c'entra niente".

"Lei ha bevuto ed ha baciato un altro" puntò il dito sul tavolo Kenan, nervoso. "Ma te che ne sai che lei voleva baciarlo, svegliati. È stata anche buona che è venuta a dirtelo".

Kenan sospirò. Le parole di Andrea lo fecero sentire quasi sbagliato. Forse aveva ragione: avrebbe dovuto ascoltarla e non cacciarla via. Ma il sangue gli arrivava al cervello al solo pensiero che lei fosse stata toccata da un altro.

"Va be, grazie Andre. Ora vado" parlò il turco, alzandosi e dirigendosi verso la porta, seguito da Cambiaso che per allungò la mano verso Kenan per salutarlo.

Salì in auto, perdendosi tra i suoi pensieri. Era davvero innamorato di Ginevra e non poteva negare a sè stesso che la ragazza gli mancava molto. Se avesse ascoltato quello che effettivamente aveva da dire riguardo alla notte precedente significava venire incontro ad una verità che un po' gli metteva paura.

E se Ginevra aveva davvero interesse nei confronti di quel Riccardo? Non era convinto sarebbe riuscito a mantenere la calma davanti a una confessione del genere.

Ma se Ginevra davvero non c'entrava niente non era nemmeno in grado di comprendere se sarebbe risultato facile tornare con lei.

Mentre guidava fermò l'auto davanti a delle strisce pedonali. Osservò le diverse persone attraversare e tra queste riconobbe la figura minuta della ragazza a cui stava pensando: Ginevra. Spalancó gli occhi, stupito da quell'incontro.

La castana aveva lo sguardo basso, sembrava stesse piangendo. Kenan si sistemò bene sul sedile dell'auto. Aveva pochi secondi per capire come comportarsi.

Ripartì con l'auto, inserendo la freccia a destra e accostando a pochi metri dalla castana che ormai aveva attraversato e iniziato a camminare lungo il marciapiede. Il turco abbassò il finestrino e i loro sguardi si incontrarono.

Kenan si allungò per aprire la portiera e le fece cenno di salire. Ginevra, si guardò intorno e subito dopo, entrò in auto.

Nessuno disse nulla. Si sentiva solo il respiro sconnesso della castana, impegnata a guardare fuori dal finestrino. Non riusciva a voltarsi a guardare il turco, le pareva una mancanza di rispetto solo essere entrata in quella macchina.

Ma a lei mancava terribilmente.

E Kenan non riusciva a trascorrere intere giornate senza di lei.

"Devo portarti a casa?" la voce di Kenan risuonò nell'auto. Ginevra tirò un sospiro e si voltò verso di lui "si, grazie" mormorò. Non sapeva che altro rispondergli.

Kenan guidò, silenzioso. Accostò sotto al palazzo dove era solito lasciare la castana. "Senti Ginevra" iniziò Kenan, strofinandosi entrambi gli occhi con le mani "spiegami, per favore. Dimmi cosa è successo".

Ginevra abbassò lo sguardo. Sentiva il cuore in gola. "Kenan" parlò, sentendo già gli occhi pizzicare "te lo giuro, che non c'entro niente. Ho sbagliato a bere ok, ma lui sapeva e mi ha baciato lo stesso" concluse la ragazza con il volto ormai rivolto a quello di Kenan che nel frattempo si massaggiava le tempie nervosamente.

-Autrice
Io volevo fare la preziosa e aggiornare tutti i giorni ma purtroppo il periodo duro a lavoro non sembra finire :,( .
Non odiatemi troppo, vi voglio bene

Il numero quindici - Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora