Sessanta

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Davanti allo specchio, Ginevra si stava pettinando i capelli, lasciandoli cadere lumgo alle spalle. Era davvero in anticipo quel giorno, per questo decise di passarsi anche uno strato di mascara anche se non era solita metterlo quando andava allo stadio.

Quella sera si sarebbe tenuta Juventus-Como, ovvero la prima partita del campionato. Kenan ovviamente l'aveva pregata di venire e lei era felice di farlo. Amava vedere il turco divertirsi in campo ed era consapevole che fosse una cosa che a lui rendeva felice: se lui stava bene, anche lei stava bene.

Anche suo fratello Michele sarebbe andato allo stadio quella sera insieme a Rebecca ma sfortunatamente non sarebbero stati vicini e questo un po' la rendeva triste perchè nonostante lei frequentasse Kenan da parecchio tempo, di calcio ancora ci capiva ben poco.

Ginevra afferrò dall'armadio la maglia che sulla schiena portava il cognome del fidanzato e dopodichè uscì dall'appartamento siccome al di fuori del palazzo, il ragazzo la aspettava. Erano appena le tre del pomeriggio ed era relativamente presto, ma Kenan voleva passare un po' di tempo con la ragazza prima di scendere in campo quella sera.

Gine salì in auto e dopo essersi scambiati un tenero bacio, Kenan mise in moto l'auto, guidando verso casa propria dato che aveva ancora diverse cose da preparare.

"Ho tempo un'ora poi dobbiamo correre la allo stadio o mi lasciano in panchina" parlò Kenan ridendo, mentre cercava invano di aprire la porta di casa. "E io poi che faccio fino alle otto?" domandò Ginevra, osservando il ragazzo che goffamente era riuscito ad aprire la porta.

"Ci saranno anche le altre ragazze o almeno, la compagna di Locatelli ci sarà" alzò le spalle Kenan, prima di cingere i fianchi della castana che gli sorrise immediatamente.

Non riusciva a stancarsi dei modi di Kenan e non aveva intenzione di farlo. Molte volte credeva di star vivendo un sogno perchè mai si sarebbe immaginata che un ragazzo come lui si potesse innamorare di lei. Non solo esteticamente ma anche sentimentalmente, Kenan era un ragazzo d'oro su cui poteva sempre contare.

E Ginevra, che a volte sapeva essere davvero complicata, aveva bisogno di quella stabilità che il turco le riusciva a dare.

Così come Kenan era riuscito a trovare lo stesso pregio in Ginevra. Diverse volte, nei mesi in cui i due sono stati insieme si era abbattuto ma lei era riuscita ad aiutarlo e a renderlo un po' più forte sotto certi aspetti.

E questo era anche dettato dal fatto che Ginevra non vedeva Kenan come il calciatore della Juventus e non solo perchè lei non era estranea al mondo calcistico ma perchè era stata in grado di vederlo sotto una luce diversa e di riuscire a supportarlo sempre, anche quando meno se lo sarebbe aspettato.

"È ora di cambiare questa maglia" parlò il biondino facendo scuoterea testa a Ginevra "no".

La maglia che indossava portava il numero quindici sulla schiena. "Perchè? Quella nuova è più bella e ora ho anche un numero diverso" rispose stranito il turco, continuando a stringere la castana che nel frattempo aveva abbassato lo sguardo verso la maglia.

"Perchè ci tengo, me l'hai regalata dopo il nostro primo appuntamento" esordì la ragazza, volgendo lo sguardo verso quello di Kenan che mostrava un sorriso che gli illuminava il volto. "Davvero ci tieni così tanto?".

"Si, è forse una delle prime cose che ho notato di te. Il tuo numero di maglia. Ogni volta che vedo il numero quindici, ti penso" Ginevra gli rivolse un tenero sorriso che fece ridacchiare il turco che scaldato da quelle parole le lasciò un bacio veloce sulle labbra.

"Dovresti pensarmi sempre" se ne uscì Kenan, sciogliendo le mani dai fianchi di Ginevra che lo seguì con lo sguardo, mentre si allontanava verso il bancone della cucina.

"Io ti penso sempre" lo raggiunse e mentre Kenan prendeva posto su uno sgabello le fece cenno di sedersi sulle proprie gambe. Lei eseguì "tu? Mi pensi?". "Certo che ti penso" rispose Kenan.

"Io penso che tu sia la mia anima gemella meleğim" iniziò il turco, passando una mano tra i capelli della castana "e sono felice che tu ci tenga davvero a questo regalo, sembra stupido ma per me è importante e sono felice che tu te ne prenda cura" fece una pausa, prendendole il volto tra le mani e stringendo teneramente le guance della fidanzata, che ridacchiò.

"Sei la mia vittoria più grande e so che io e te non ci separeremo mai" concluse, lasciando un bacio si entrambe le guance della castana, cui cuore batteva all'impazzata.

Ginevra non riusciva a non pensare a quella sera di febbraio, quando per casualità e controvoglia si era ritrovata allo stadio. Come se il destino avesse già scritto tutto, quella sera i loro occhi si incontrarono e da quel giorno in avanti non avevano mai smesso di cercarsi.

Dalle crepe del telefono distrutto a terra di Ginevra e dalla gomma bucata di Kenan era nato un amore che era riuscito a riparare i cuori solitari di entrambi.

"Mi dici sempre delle belle cose" abbassò lo sguardo Ginevra, lasciando scivolare una lacrima sulla guancia. "Ti amo" pronunciò osservando Kenan, che con un bacio asciugò il viso della castana. "Ti amo anche io" rispose il turco, sorridendole teneramente.

E quella sera allo stadio Kenan era riuscito ancora una volta a rapire nel proprio mondo Ginevra. Mentre con la palla tra i piedi correva da una parte del campo all'altra, per quanto volesse concentrarsi, una parte dei suoi pensieri era ferma sulla castana, che dagli spalti faceva il tifo per lui.

Quando la partita terminò con la vittoria della Juventus, Kenan cercò lo sguardo di Ginevra che non si era mai staccato dal nuovo numero dieci della squadra.

I due alzarono un braccio per salutarsi, entrambi con il sorriso sul volto, consapevoli di trovarsi nello stesso posto dove tutto era iniziato ma con ormai i cuori che appartenevano l'uno all'altro.

Il numero quindici - Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora