l'amore-- Davide Frattesi&me

Capitolo 1: Le prime parole sue

capitolo 1:
Mi chiamo Noemi, ho 14 anni e vivo in Svizzera, in un piccolo paese tra le montagne. La mia vita è piuttosto tranquilla, troppo tranquilla, a dire il vero. Ho sempre sognato qualcosa di più grande, di diverso. E quel sogno ha un nome: Davide Frattesi.

Lui ha 25 anni e gioca a calcio in Serie A. Ogni volta che posso, prendo il treno e vado a San Siro per vederlo giocare. È una specie di rito. Non importa quanto sia distante o quanto possa sembrare folle ai miei genitori, io ci vado lo stesso. La verità è che sono cotta di lui da quando l'ho visto per la prima volta in campo.

Certo, so che c'è una differenza d'età importante tra noi, ma non posso farci niente. Ogni volta che lo vedo correre, passare la palla o segnare, il mio cuore inizia a battere più forte. Lo ammiro per la sua grinta, il talento e l'energia che mette in ogni partita. E poi, non posso negarlo, è incredibilmente bello.

Questo sabato è una di quelle giornate. Il treno verso Milano è in orario, e io mi siedo vicino al finestrino, guardando le montagne allontanarsi mentre mi avvicino alla città. Ho già i biglietti per la partita. Il cuore mi batte forte al pensiero di rivederlo dal vivo, di sentire l'atmosfera incredibile di San Siro.

Quando arrivo allo stadio, il rumore della folla mi travolge. Il boato dei tifosi, l'energia che si respira in aria... è tutto così magico. Prendo posto tra i tifosi e attendo con ansia che la squadra entri in campo. E poi eccolo lì, Davide, con il numero 16 sulla schiena. Il suo passo sicuro e il suo sorriso appena accennato mi fanno venire i brividi. Non posso fare a meno di sorridere come un'idiota.

La partita inizia, e io non riesco a staccare gli occhi da lui. Ogni volta che tocca la palla, mi sembra che il mondo intorno a me scompaia. Ma oggi succede qualcosa di speciale, qualcosa che non mi sarei mai aspettata.

Durante un intervallo del gioco, mentre i giocatori si avvicinano alla panchina per rifiatare, Davide si avvicina al lato del campo dove sono seduta io. In un attimo, i nostri sguardi si incrociano. È solo un secondo, ma mi sembra che duri un'eternità. Mi guarda, e poi, incredibilmente, mi sorride.

Non posso crederci. È successo davvero? Mi strofino gli occhi, cercando di capire se sto sognando. Ma è reale. Davide Frattesi mi ha notata tra migliaia di persone. Non posso smettere di sorridere.

Dopo la partita, mentre tutti i tifosi si dirigono verso l'uscita, decido di aspettare vicino all'uscita dei giocatori. Non ho mai fatto una cosa del genere, ma qualcosa dentro di me mi dice che devo tentare.

Aspetto, nervosa, con le mani che sudano. Dopo un po', eccolo che esce, circondato da alcuni compagni di squadra. Il mio cuore accelera quando lo vedo, ma non riesco a fare altro che restare lì, immobile. Poi, come se fosse la cosa più naturale del mondo, Davide si volta verso di me. Mi riconosce, lo vedo nei suoi occhi.

Si avvicina e con un sorriso mi dice: "Ciao, non ti avevo mai vista prima a San Siro, ma oggi mi sei sembrata familiare."

Rimango senza parole. Davide Frattesi mi sta parlando. Lui, il mio idolo, mi sta parlando come se fossi una persona qualsiasi. Tento di rispondere, ma le parole escono confuse. "Oh... ehm, sì... vengo spesso a vedere le partite."

"Da così lontano? Dalla Svizzera?" chiede, sorpreso, come se fosse incredibile che qualcuno potesse fare tutta quella strada per vederlo giocare.

Annuisco, incapace di dire molto altro. Mi sento come se il mondo fosse esploso intorno a me, e fossimo rimasti solo io e lui in quella piccola bolla di tempo.

"Mi fa piacere, davvero," dice, con un sorriso genuino che mi scioglie il cuore. "Beh, spero di rivederti a qualche altra partita allora."

E poi si allontana, lasciandomi lì, con il cuore che batte all'impazzata e una sensazione di incredulità. Davide Frattesi mi ha parlato. E ha detto che spera di rivedermi.

Mentre prendo il treno per tornare a casa, so che qualcosa di speciale è appena iniziato. Forse è solo un breve incontro, forse niente cambierà. Ma una cosa è certa: questo è stato solo l'inizio.