Capitolo 36:Partrita e confronto

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Capitolo 36:

 È mattina presto, e c'è una strana energia nell'aria. Oggi mi aspetta una giornata "intensa" andiamo a Roma per la partita Italia-Belgio. Mi sveglio con un misto di ansia e eccitazione, ma noto subito che Davide è più distante del solito. Ci prepariamo velocemente e ci dirigiamo in stazione per prendere il treno. Davide sembra concentrato solo sulla partita, il che è comprensibile, ma io mi sento un po' esclusa.

Mentre camminiamo verso la piattaforma, lui mi saluta velocemente con un bacio sulla guancia. "Devo parlare con Spalletti," mi dice, allontanandosi senza aggiungere altro. Non mi sorprende, ma non posso fare a meno di sentire un vuoto.

Salgo sul treno, cerco il mio posto e mi sistemo. Il viaggio sarà lungo e cerco di rilassarmi, ma dopo poco Mateo Retegui si avvicina. "Ciao, posso sedermi qui?" mi chiede con un sorriso caldo. Ha quell'aria rilassata, affascinante, che rende difficile dire di no.

"Certamente," gli rispondo, cercando di nascondere il nervosismo.

Mateo si siede accanto a me e inizia subito a parlare. Mi chiede come va con Davide e come mi trovo a Milano. La sua conversazione è leggera, divertente, e non posso fare a meno di ridere. Parliamo di viaggi, di calcio, e lentamente mi accorgo che stiamo flirtando, credo?

 Le battute, i sorrisi, il modo in cui mi guarda... tutto sembra più intenso. Mi rendo conto che, anche se cerco di tenermi distante, c'è una certa attrazione tra noi. 

 (io ho Davide,non pensate male di me!!)  :))

Durante il viaggio, noto che Davide ci osserva di tanto in tanto, ma non dice nulla. Non so se ha capito quello che sta succedendo, ma di sicuro avverte la distanza tra di noi. Lui è concentrato, ma sembra esserci qualcosa di più, come se non volesse affrontare la situazione.

Quando arriviamo a Roma, tutto si fa frenetico. Io seguo la squadra, ma mi separo da loro per sedermi sugli spalti. Mi trovo accanto a Giulia, la moglie di Dimarco, e lei mi accoglie con un sorriso caloroso. Parliamo della partita che sta per iniziare, ma la mia mente torna sempre a Mateo e a quel flirt che continua a ronzarmi nella testa.

La partita è tesa fin dal primo minuto. Cambiaso segna al 1' minuto. Mateo Retegui è titolare e segna un gol al 23', mandando in visibilio i tifosi. Anche Davide è in campo, ma non sta giocando al meglio. Lo vedo commettere errori che di solito non farebbe, e mi chiedo se sia colpa mia, se il nostro distacco lo stia influenzando.

La partita termina 2-2, con il Belgio che riesce a recuperare negli ultimi minuti. L'atmosfera nello stadio è di delusione, ma la squadra si prepara per il dopo partita. 

Dopo la partita, tutta la squadra va a cena insieme. Mateo è proprio di fronte a me. Tra una portata e l'altra, continuiamo a scambiarci sguardi e battute, e mi sento sempre più attratta da lui. Davide mi osserva da lontano, e so che ha notato qualcosa. 

La tensione tra me e Davide è palpabile. Dopo la partita, camminiamo insieme verso l'hotel, ma il silenzio tra noi è così denso che quasi mi soffoca. 

Improvvisamente, si ferma e si volta verso di me, con il volto teso. "Che diavolo sta succedendo tra te e Mateo?" mi chiede, la voce dura, quasi accusatoria.

Lo guardo, colta alla sprovvista. "Niente, Davide. Non c'è assolutamente niente."

"Non mi sembra così," replica, incrociando le braccia. "Vi ho visti sul treno. Sembrava che flirtaste."

Mi sforzo di mantenere la calma, ma dentro di me sento l'ansia crescere. "Davide, stavamo solo parlando. Non era flirt."

"Non era flirt? Sei stata distante tutto il giorno, Noemi. E poi lo vedo che ti sta vicino. Come dovrei reagire?" La sua voce si alza, ed è chiaro che è ferito.

"Non volevo trascurarti," dico, cercando di spiegarmi. "Mateo è stato gentile, ma non c'è nulla tra noi, te lo giuro."

Davide scuote la testa, evidentemente frustrato. "Non capisci quanto mi dà fastidio. Odio l'idea che un altro possa anche solo pensare di avere una possibilità con te, Mateo è un caro amico, ma questa cosa non mi piace."

Lo guardo negli occhi, sentendo il mio cuore battere forte. "Davide, tu sei l'unico. Non c'è nessun altro."

Sta per rispondere, ma in quel momento Raspadori si avvicina, con uno sguardo pacato ma fermo. "Davide, forse è meglio fare un giro, calmarsi un attimo," dice in tono rilassato, ma abbastanza autorevole da farlo riflettere.

Davide guarda me, poi Raspadori, e infine sospira, cedendo. "Ok, andiamo."


Torno in hotel, la mente è un vortice di pensieri confusi. I miei genitori mi hanno scritto poco fa: sabato devo tornare in Svizzera per la scuola. Il solito tono freddo, distaccato. Nessun "come stai?" o "va tutto bene?". Solo doveri, solo ordini. Sento un misto di rabbia e tristezza.

Mentre sto cercando di calmarmi, sento bussare alla porta. Quando la apro, davanti a me c'è Mateo.

"Non voglio aver creato problemi," dice con un sorriso imbarazzato, grattandosi la nuca.

Scuoto la testa. "Non è colpa tua, Mateo. Davide è solo..... molto geloso."

Mateo annuisce, capendo. "Non volevo metterti a disagio. Non ho mai avuto intenzioni del genere."

"Sì, lo so," rispondo, rassicurata dalle sue parole. "Davide è solo protettivo."

Mateo sorride, fa un cenno e dice "Buona notte," lasciandomi sola di nuovo. Mi sento più tranquilla, ma la situazione con Davide è tutt'altro che risolta.

Verso le due di notte, mentre sto cercando di addormentarmi, ricevo un messaggio da Raspadori: "Ho perso Davide."



l'amore-- Davide Frattesi&meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora