Capitolo 28: I test

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Capitolo 28:

Arrivo a scuola con un nodo allo stomaco. L'idea di affrontare i test di fisica e matematica non mi mette esattamente di buon umore, e poi c'è il fatto che nessuno sa che sono stata a Milano. Tutti sanno solo che sto studiando fuori dalla scuola, ma non sanno dove, e questo rende tutto ancora più strano.

Appena entro, sento subito gli sguardi su di me. Qualcuno bisbiglia alle mie spalle, e la sensazione di essere osservata si fa ancora più forte. Fingo di ignorarli, ma dentro di me scoppia il nervosismo. Cammino spedita verso la mia classe quando Giulia, una ragazza che conoscevo, mi si para davanti.

"Hey, Noemi."

La sua voce è incerta, come se non sapesse bene come parlarmi. La guardo con sorpresa, non ci parliamo da mesi.

"Scusa se non ti ho parlato più.... è che ero gelosa di te," confessa, abassando lo sguardo.

"Gelosa di me?" chiedo, sollevando un sopracciglio. Non capisco dove vuole arrivare.

"Sì, insomma... tu eri con Davide allo stadio, e io... be', io ho sempre avuto una cotta per lui. Menomale che non vi vedete più."

Le sue parole mi colpiscono come una freccia, ma non le mostro nulla. La guardo con una faccia cattiva, senza rispondere, e me ne vado senza voltarmi indietro. Che assurdità. Non sanno nulla di me, di Davide, di quello che sto passando.

Arrivo in classe, il professore ci distribuisce i test. Prima Fisica e dopo matematica. Due materie che richiedono tutta la mia concentrazione. Prendo una penna e comincio a rispondere, cercando di non pensare a Giulia, a Davide, a tutto il resto. Solo i numeri e le formule. Respiro profondamente, sperando che tutto vada bene.

Quando finisco, consegno i fogli e me ne vado senza parlare con nessuno. Non vedo l'ora di tornare a casa.

Al mio arrivo, trovo i miei genitori seduti in soggiorno. Mi lanciano un'occhiata interrogativa, ma non sembrano troppo curiosi.

"Com'è andata?" chiede mio padre, senza nemmeno distogliere lo sguardo dal giornale.

"Normale," rispondo, cercando di evitare domande approfondite.

Mia madre mi osserva con il solito sguardo severo. "Bene. Speriamo che ce l'hai fatta."

Annuisco, cercando di non mostrare la mia frustrazione. Ceno velocemente, senza troppa conversazione, poi mi ritiro subito in camera mia.

Non appena mi metto a letto, il cellulare vibra. Un'email dal mio insegnante.

Giovedì alle 7:30 puoi venire a prendere i test.

Ottimo, almeno non devo aspettare troppo. Spengo il telefono e mi infilo sotto le coperte, stanca sia fisicamente che mentalmente. Penso a Davide, a Kris, e a quanto mi mancano entrambi. 

l'amore-- Davide Frattesi&meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora