CApitolo 63: Il gioco delle maschere

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Capitolo 63:

La mattina dopo la serata con il team, io e Luis ci svegliamo nel nostro appartamento a Milano. Il sole è già alto, e i suoi raggi tagliano la stanza come lame sottili, illuminando gli abiti che ieri sera abbiamo buttato sul pavimento. Mi sento ancora scossa, con l'eco di tutto ciò che è successo che mi pulsa dentro. Ho visto Davide, ho sentito il suo sguardo addosso, e quell'incontro ha riaperto una ferita che pensavo di aver nascosto in qualche angolo oscuro di me stessa.

Facciamo colazione in fretta e usciamo per firmare i contratti dell'appartamento, poi passiamo il resto della giornata a girovagare per la città, esplorando quartieri che non vedevo da anni. Luis è entusiasto, non fa altro che parlarmi del suo nuovo lavoro. Tra un paio di giorni inizierà la ristrutturazione di San Siro, e sembra quasi incredulo di essere stato scelto. Ogni tanto mi parla dei suoi progetti con l'Inter, e il solo sentire quel nome mi manda in tilt. Mi sforzo di sorridere, di fare commenti, ma la mia mente è altrove, intrappolata nei ricordi.

La sera appena arriviamo al locale, la musica è già alta e il locale è pieno. Mi sento osservata, ma mi faccio strada tra la folla tenendo Luis per mano, fingendo di non vedere i volti conosciuti. Barella è lì, accanto a Kris e Lautaro, e poi lo vedo anche lui: Davide. È con loro, mi guarda, e lo stesso sguardo della sera prima torna a colpirmi. Mi sembra che la musica scompaia, che tutto diventi muto e distante, come se il locale si fosse svuotato lasciando soltanto me e lui.

Cerco di ignorarlo, e mi avvicino a Luis con un sorriso ancora più sfacciato, come se fossi in controllo.

Mi stringo a lui, consapevole della mia figura riflessa negli specchi del locale, in questo abito corto, le gambe esposte, il trucco deciso. 

Il mio sguardo incrocia per un istante quello di Davide, ma mi costringo a girarmi. Non posso permettermi di cedere a questo gioco, non stasera, non dopo aver fatto di tutto per ricostruire una nuova vita. Fingo di ignorarlo, concentrandomi solo su Luis.

Dopo un po' Luis si china al mio orecchio, spostandomi una ciocca di capelli e mi sussurra: "Vieni con me." Il suo tono è basso e deciso, e avverto una scintilla di tensione. Il cuore mi batte forte, ma non per le stesse ragioni di un tempo.

Mi trascina via dalla pista, prendendomi per mano e conducendomi verso il bagno privato in fondo al locale, sussurrandomi parole che mi fanno sentire desiderata e potente. Dentro, le luci sono soffuse, e ci sono solo noi due. I suoi baci sono intensi, e io mi lascio andare, dimenticando tutto il resto.

Mi spinge contro la parete, e sento le sue mani lungo la mia schiena, sulla pelle esposta del vestito, mentre i nostri respiri diventano più profondi e veloci. Chiudo gli occhi, cercando di godermi solo questo momento, senza pensare ad altro. Luis mi tiene stretta, e per un istante sento una scarica di adrenalina che mi fa dimenticare ogni cosa.

Ma il momento si frantuma quando la porta si spalanca all'improvviso. Alessandro Bastoni rimane lì, immobile sulla soglia. La sua espressione è di puro sbigottimento, e un silenzio denso cala tra di noi. Mi scosto immediatamente da Luis, il cuore che batte all'impazzata.

"Scusate," mormora Bastoni, voltandosi rapidamente, evidentemente imbarazzato, ma non prima che i nostri sguardi si incrocino. C'è qualcosa nei suoi occhi, una consapevolezza scomoda che mi colpisce più di quanto vorrei.

Luis mi guarda, indifferente all'imbarazzo, e poi sussurra qualcosa che nemmeno sento mentre mi riaccompagna verso l'area riservata. Cerco di calmarmi, ma le emozioni si mescolano dentro di me in un groviglio. Il locale mi sembra opprimente, quasi soffocante. Sento di aver bisogno di prendere aria, di stare sola.

"Vado un attimo in bagno," dico a Luis, con una scusa che suona quasi vuota.

Esco dal bagno con la mente che gira, affollata da sensazioni contrastanti che non riesco a decifrare. La serata è diventata un groviglio di emozioni intense, e ogni volta che incrocio gli occhi di Davide, sento un magnetismo che non riesco a ignorare. Respiro profondamente e mi costringo a tornare da Luis, cercando di fingere una tranquillità che non sento più.

Lui mi accoglie con un sorriso rilassato, l'aria di chi si sente in completo controllo. Parla di progetti, di sogni condivisi e di quanto sia entusiasta per il futuro, ma io sono assente, intrappolata in una battaglia tra presente e passato. Davide è lì, distante ma sempre presente, e sento il suo sguardo che mi brucia addosso.

Per evitare di guardarlo, mi concentro su Luis e lo bacio, sfidando me stessa a dimenticare tutto ciò che è accaduto e a vivere solo questo momento. Siamo avvolti dalla folla, la musica risuona come un eco lontano, e io cerco disperatamente di ancorarmi a Luis, di farmi trascinare dalla sua sicurezza.

Ma poi, mentre ci allontaniamo dal centro del locale, prendo una boccata d'aria e sento una presenza dietro di me. Mi volto appena, il cuore che batte più veloce. Davide è lì, fermo, a pochi passi. I nostri sguardi si incontrano, e stavolta non riesco a evitare il peso di quella connessione, di quel passato che credevo di poter seppellire.

"Devo parlarti, Noemi," dice, la voce tesa, quasi come una supplica.

Luis è a pochi metri da me, intento a salutare alcuni amici. Fingo un sorriso tranquillo e guardo Davide, come se non mi facesse alcun effetto. "Non credo ci sia niente da dire," rispondo, ma la mia voce tradisce un'emozione che non riesco a soffocare.

Davide avanza di un passo, e l'aria tra di noi sembra vibrante, carica di parole non dette. "Noemi, non posso più far finta di nulla. Ho bisogno di sapere. Perché?" Il suo sguardo è intenso, pieno di una vulnerabilità che non ho mai visto prima.

Sento le lacrime che mi bruciano gli occhi, ma le trattengo. "Non posso farlo, Davide," sussurro, appena udibile. "Non posso permettermi di rimanere incastrata nel passato."

"Ma sei ancora lì," ribatte lui, la sua voce che riesce a scivolarmi dentro. "Ti vedo, Noemi. Non sei cambiata, non per me."

Il cuore mi batte talmente forte che temo di non riuscire a nascondere l'effetto che mi fa. Ma prima che possa rispondergli, Luis ritorna al mio fianco e mi avvolge con un braccio, interrompendo quella tensione, quell'elettricità. Mi sorride, ignaro di ciò che si è appena creato tra me e Davide, e io cerco di restare nella sua orbita, sperando che mi dia la stabilità che ho perso.

"Va tutto bene?" chiede Luis, guardando Davide con una punta di sospetto.

"Sì, va tutto benissimo," mento, costringendo un sorriso e stringendo Luis per la mano. Davide abbassa lo sguardo, il suo volto si vela di un'espressione indecifrabile, come se stesse cercando di trattenere qualcosa di profondo. Poi, senza dire altro, si volta e scompare nella folla, lasciandomi con il cuore che batte all'impazzata.

Il resto della serata è una nebbia confusa. Mi lascio trascinare da Luis, cerco di affondare nella sua presenza e di dimenticare, ma ogni istante, ogni respiro mi riporta lì, al momento in cui ho incrociato Davide e ho sentito che tutto ciò che pensavo di aver lasciato andare è ancora vivo dentro di me.

Appena arrivati a casa Luis mi tira a sé con un sorriso, e appena varchiamo la soglia dell'appartamento, chiude la porta e mi guarda con quegli occhi carichi di desiderio e curiosità. Si avvicina e le sue mani scivolano lente lungo le mie spalle, mentre mi spoglia con la stessa intensità della sua attenzione.

Mentre abbassa la zip del mio vestito, senza mai distogliere lo sguardo dal mio viso, mi domanda in tono basso e curioso: "Ma cosa voleva quel Davide? Di nuovo?"

Il mio cuore perde un battito, ma mi impongo di mantenere la calma. "Oh, nulla di importante," rispondo con una risata leggera, scrollando le spalle. "Solo... cose del passato. Mi ha chiesto come stavo."

Luis sembra soddisfatto dalla mia risposta e lascia che il vestito scivoli sul pavimento, posando poi le mani sulla mia vita, un cenno di possesso e sicurezza. Mi tira a sé e mi bacia intensamente, e io colgo l'occasione per perdere me stessa in lui, sperando che questo momento cancelli ogni traccia di incertezza.

Ma anche se mi aggrappo a Luis, sento che la bugia si è già insediata dentro di me, in modo pericoloso e radicato.

l'amore-- Davide Frattesi&meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora