CApitolo 43: Macanza profonda

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CApitolo 43:

È martedì mattina, un'altra giornata come tutte le altre. Le lezioni scorrono lente, con i soliti argomenti. Matematica, storia, fisica... tutto si mescola mentre cerco di concentrarmi, ma il pensiero di Davide non mi lascia. È come una presenza costante, un sottofondo che non posso ignorare. Ogni tanto mi sembra quasi di sentire il suo odore o la sua voce. Ma sono solo qui, seduta in classe, con i miei pensieri.

Nel pomeriggio, vado al corso di robotica. È un corso organizzato dalla scuola, e partecipare è uno dei pochi modi per distrarmi, per impegnare la mente. Programmiamo, facciamo esperimenti, ed è interessante, ma non riesco a concentrarmi come vorrei. La nostalgia di Davide è troppo forte. Anche tra i circuiti e i cavi, penso a lui.

A dire la verità non capisco come si programma, per meglio di fare profumi come fanno gli altri.

La sera, invece, mi aspetta l'orchestra. Suonare mi aiuta a liberare un po' di tensione. Jerome, il mio  amico, è lì con me. Ci conosciamo da 10 anni e non abbiamo mai provato dei sentimenti per entrambi, lui è svizzero ma non uno di quelli freddi. So praticamente tutto di lui. Lui suona la tromba mentre io suono il flauto contralto.

Durante una pausa, apro Instagram. Scorro il feed finché non vedo un post di Davide. È una foto normale, forse scattata con la squadra. Ma sotto, i commenti di molte ragazze che lo riempiono di attenzioni, e lui risponde con gentilezza. Le sue risposte, così dolci e simpatiche, mi colpiscono come un pugno. Non posso farci nulla, ma mi fanno sentire... insicura. Mi chiedo se riserva quelle parole anche a me, o se sono solo una delle tante.

Chiudo l'app e mi chiudo in bagno per un attimo. Mi guardo allo specchio e sento una morsa stringermi il petto. Davide mi manca da morire, e il pensiero di tutte quelle ragazze che gli ruotano intorno mi fa male. Tiro fuori il taglierino che porto sempre con me. Non è un gesto di debolezza, ma un modo per ricordarmi di lui, di quel legame che mi fa sentire viva, anche se a volte è doloroso.

Un piccolo taglio sulla pelle e provo a fare un 16, il numero della sua maglia. È il mio modo segreto di sentirmi vicina a lui, di tenerlo sempre con me, anche quando non posso parlargli o vederlo. Non è facile da spiegare, ma è come se quel gesto mi ancorasse alla realtà, mi facesse sentire qualcosa di concreto.

Quando torno in sala, mentre vedo Jerome che mi aspetta.  Continuo a suonare con il mio solo "Show must go on". Davide è lontano, e anche se è solo per qualche giorno, la distanza mi sembra infinita.

l'amore-- Davide Frattesi&meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora