Tra le varie strategie a cui mi affidai per non pensare all'appuntamento-non-so-se-romantico con Dante, attraverso il metodo Betsy, ci fu quella di investire tutto il mio tempo in altre attività che non riguardavano solamente i dolci da preparare per Minnie e il prendermi cura dei gattini.
Una delle attività fu preparare qualcosa per la signora Melissa, la poverella che era stata tragicamente coinvolta nei miei problemi dal giorno in cui mi ero beccata quel febbrone da cavallo.
Ad esser sincera, avevo esitato a contattarla, nonostante tutti i favori che aveva fatto per me pur consapevole di chi fossi anche se in modo parziale; era inevitabile, d'altro canto, visti i miei quattro anni passati a subire condanne da chiunque: faticavo a credere che una sconosciuta qualsiasi fosse stata disposta a tanto per una come me.
Lo stesso, però, decisi di tentare, soprattutto dopo la mia ultima conversazione con Minnie in merito al mio senso di colpa e all'evento che l'aveva portata a diventare una gattara assoluta. Ero in debito nei confronti della signora Melissa, d'altronde, non potevo fingere ignoranza.
Mi presentai davanti alla sua porta, in fondo al corridoio del nostro piano, quattro giorni più tardi il mio trasferimento temporaneo da Minnie e Max, con gli abiti più semplici che avevo: un paio di pantaloni neri e una maglia ai ferri grigia dal colletto alto. Una mise scelta nella speranza di stemperare almeno di poco l'inquietudine che trasmettevo con la mia mascherina e il cappello che portavo sempre in testa per nascondermi il volto. Tra le dita della mano destra stringevo una scatola per torte bianca.
Esitai per circa un quarto d'ora, prima di trovare il coraggio di suonare al campanello, e solo perché dalle porte circostanti avevano iniziato a uscire altri condomini.
La porta in legno rovinato si aprì pochi secondi dopo, rivelando la figura minuta di una donna che doveva avere poco più o poco meno di cinquant'anni.
Ciò mi stupì.
Per motivi che non sapevo spiegarmi, avevo pensato che la signora Melissa fosse relativamente anziana, alle soglie della pensione, visto che lavorava ancora, e invece non solo era più giovane di quanto credessi, ma era anche incantevole.
Di prima acchito, appariva severa e austera, con il viso così spigoloso e il mento talmente affilato da farti credere potesse tagliare l'aria solo con un cenno del capo. Gli zigomi erano molto pronunciati: la sola forma curvosa e gonfia su quel volto tagliente. Le sopracciglia sottili e bionde avevano una linea arcuata per natura, gettavano ombre dure sugli occhi già scuri fino a farli sembrare neri, e i capelli tinti in un biondo platino accentuavano ancor più quella sensazione.
Ma non appena mi scorse, non appena vide la mia mascherina, prima ancora che potessi presentarmi e provare a spiegare la mia posizione, quel volto intransigente cambiò forma: le labbra sottili si sollevarono in un sorriso che le gonfiò le guance, i getti d'ombra nello sguardo vennero scacciati via dalla luce che le riempì le iridi, si trasformò in una donna dalla bellezza gentile e straziante, dalle delicate forme sia nei modi che nella voce.
«Sono felice di conoscerti, finalmente, cara» mi disse, e non so perché, pur avendo un aspetto opposto al suo e un accento straniero, mi ricordò Joanne. «Il tuo amico Dante mi ha spiegato che si è risolto tutto con quei due criminali, ne sono sollevata.»
Non sembrava mentire, per niente, non era nemmeno intimorita di ritrovarsi la figlia di Lawrence Reid. In sé conservava una stabilità emotiva e razionale che mi lasciò incantata. Il suo era un corpo che non portava alcun tipo di volume, all'opposto era esiguo, magro, carente di floridità e generoso in asprezze, quasi un bambino avesse ritagliato con scatti decisi i contorni dei poligoni stampati nel suo libro di geometria e li avesse assemblati in maniera maldestra per comporla. Nemmeno la vestaglia di lana spessa che aveva addosso, di un blu notte e dalla cinta che le serrava il vitino già minuscolo, riusciva a lenire quell'impressione.
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Ignobili affetti
ChickLitAgatha e Lawrence sono figlia e padre e il loro era un amore talmente profondo da non lasciarsi fermare nemmeno dal grande ostacolo che li separava: i loro rispettivi segreti. Insieme, infatti, avevano riscoperto l'incanto e la meraviglia dell'affet...