Ciliegina

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Di solito, la gran parte dei condannati a morte in America non muore per la condanna in sé.

La scelta della data della loro pena capitale tende sempre a venir posticipata nel corso degli anni e perciò coloro che devono subirla finiscono per morire per cause diverse: malattie, vecchiaia, infarti, uccisi da altri carcerati o fattori esterni.

Non era questo il caso di mio padre.

Quello che si era scoperto su di lui – la natura dei suoi orrori, il numero delle sue vittime, il lungo periodo di tempo in cui aveva operato senza mai farsi beccare, le sevizie che aveva applicato – era stato un vero e proprio ordigno di dolore e agonia, una bomba nucleare d'abominio che aveva indignato il mondo intero e l'America specialmente, il luogo in cui quei crimini erano stati commessi.

La pressione da parte del procuratore e, soprattutto, dell'opinione pubblica era stata troppo forte e violenta; il tribunale, a soli tre anni e mezzo dalla sua sentenza, si era ritrovato per forza di cose a stabilire una data che in alcun modo avrebbe dovuto o potuto essere prorogata.

Lawrence Reid sarebbe stato giustiziato il 5 agosto dell'anno prossimo, a dieci mesi di distanza da quella scelta.

La sua esecuzione sarebbe avvenuta nel carcere di Wimborne, una metropoli sempre in Arkansas, dove era stato trasferito subito dopo tale decisione.

Iniezione letale.

Ma dopo quanto successo, né Lawrence né io ne eravamo rimasti sorpresi.

Anzi, si può dire che entrambi stessimo aspettando quasi con impazienza quel momento.

Il segreto di Lawrence Reid era stato scoperto dalla polizia la notte del 7 gennaio di quattro anni prima.

A mettere in moto quell'intrinseco meccanismo che aveva distrutto per sempre la mia vita era stata una segnalazione anonima che aveva indicato Lawrence come un pericolo per il pubblico.

Aveva detto che stava fabbricando delle bombe, che era un terrorista.

Così la polizia era irrotta nella sua villa, prima, in quel momento vuota poiché sia io che lui eravamo fuori casa, e poi nel capanno del terreno privato, a metri e metri e metri di distanza dal retro della villa stessa.

E forse aveva pensato, una volta averlo fatto, che se avesse scovato solo delle bombe sarebbe stato molto meglio di ciò che in verità si era trovata davanti.

Che le bombe, in confronto, erano il paradiso.

La notizia non aveva atteso un istante a diffondersi a macchia d'olio non solo in America, ma anche nel resto del mondo.

Il caso più scandaloso dell'ultimo decennio, secondo solo al famosissimo caso Murray, scoppiato sette anni prima, la cui natura, però, era completamente diversa.

Il caso Murray aveva riempito i cuori della popolazione mondiale con un affetto profondo, uno spirito di solidarietà mai visto prima d'ora nei confronti delle vittime.

Il caso Reid, invece, aveva corrotto gli animi di tutti con un odio viscerale, primitivo, un bisogno impellente di vendetta nei confronti di Lawrence.

E nei confronti miei.

Lettere minatorie, minacce di morte, continui atti di vandalismo alla nostra villa, insulti, sputi, da parte di tutti: anziani, bambini, donne, uomini, adolescenti, dei ceti sociali più diversi e da ogni parte del globo.

Ero stata aggredita tre volte nel corso degli ultimi quattro anni, in una di queste ero finita in ospedale, in prognosi riservata, devastata e in fin di vita.

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