Sorelle

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«Fuori

Non attesi un attimo.

Mi sollevai subito in piedi, con le gambe che ancora mi tremavano e il respiro incastrato in gola come fosse un coltello.

«V-Vado via su-»

«Statte ferma, Thaty.»

Sussultai, stupefatta nel ritrovarmi Dory in piedi a bloccarmi la strada, con le sopracciglia super corrucciate, il nasino all'insù.

«Che minchia di problemi hai rompipalle?» Dorian, come la sorella, si era messo in piedi davanti a Dante, per impedirgli a sua volta di marciare verso di me. Le mani sui fianchi, le braccia arcuate.

Il viso del fratello maggiore si corrugò di nuovo per la furia. «Che minchia di problema ho?» ripeté fuori di sé. «Che cazzo di problemi avete voi diavoli, semmai! Che c'avete in testa a portare qui, a casa mia, una criminale?!»

Soffocai.

«Thaty non è una criminale!» Dory si voltò per guardarlo. «Ma che c'hai pure tu le cimici in testa, rompicoglioni? Manco è mai stata arrestata!»

Il volto di Dante si stava facendo sempre più livido dalla collera, mi irrigidii ovunque, ogni nervo prese a pulsare per la vergogna. «È-È tutto ok, ha ra-ragione lui» mi ritrovai a farfugliare vittima del panico, «devo andarmene da qui e-»

«Thaty, statte ferma!» strillò Dorian, girando il capo con il viso corrucciato come quello della sorella. «T'hanno appena pestata e sei pure triste! Mica puoi rimane da sola!»

«Che cazzo sta succedendo?» tuonò ancora Dante, fissando entrambi i fratelli con il fuoco a mangiargli gli occhi. «Perché cazzo la figlia di quel pezzo di merda è qui?»

«I-Io-»

«Thaty stava venendo menata da quello stronzo di quel negozio di merda che t'avemo detto» spiegò Dory con voce sicura. «Era lei la tipa che c'ha aiutato con quello stronzo.»

Dante aggrottò la fronte, sgranò gli occhi.

Era evidente che non poteva credere a una situazione del genere, al fatto che la figlia di Lawrence Reid fosse capace di un gesto simile.

Risollevò il capo, tornò a fissarmi ed io sobbalzai ancora. Ebbi l'impulso di scostare lo sguardo, di evadere dal suo, ma l'immagine viva di Betsy e del suo viso di rimprovero mi ustionò i pensieri.

Serrai la mascella, mi violentai per non cedere a quel bisogno, per mantenere il contatto visivo. «I-I tuoi fratelli... mi hanno salvata» bisbigliai alla fine con un filo di voce. «Mi dispiace... di essermi introdotta qua senza il tuo-»

«Ma che introdotto! T'abbiamo invitato noi!» mi bloccò ancora Dorian. «Dante, ma che te sei rincoglionito di più oggi? Non sei tu quello che dice sempre che quando qualcuno te salva il culo tu poi lo salvi a lui?»

«Ma certo!» esplose lui. «Già che ci siamo, perché non salvate il culo pure a Ted Bundy, eh?»

Mi morsi il labbro, percepii subito il sapore ferroso sul sangue imbrattarmi la bocca.

«Ma se la polizia ha detto che non c'entra con quello che ha fatto quel pezzo de merda!» strillò Dory.

«E sai perché l'ha detto, Lilith? Perché non c'erano prove! E sai quant'è brava la gente a nasconde le prove? Tutto quello che v'ho insegnato non v'è servito a niente?»

Avrei solo voluto scoppiare a piangere di nuovo, ma non ce la facevo, avevo la sensazione che così avrei solo peggiorato tutto quanto, specie il giudizio di lui con cui già mi aveva condannata.

Ignobili affettiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora