˚ʚ eighteen of one ɞ˚

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Dal riflesso del finestrino, vidi due figure avvicinarsi all'auto

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Dal riflesso del finestrino, vidi due figure avvicinarsi all'auto. Mi immobilizzai, non appena compresi chi fossero.

Kie e Pope stavano tornando.

«Stai bene, Ary?» mi domandò JJ, che stava ancora sotto di me, probabilmente perché ero sbiancata in volto.
«JJ, Kie e Pope stanno tornando» dissi, guardandolo subito in faccia «Siamo fregati!»

Il ragazzo spalancò gli occhi, appoggiò le mani sulla mia vita e mi spinse giù da sopra di lui, facendomi cadere sul sedile. Inutile dire che sbattei la testa sulla portiera «Cazzo, JJ!»
«Scusa, amore!» fece immediatamente, aiutandomi a rimettermi in piedi. Lanciò uno sguardo ai due ragazzi che si stavano avvicinando sempre di più «Che facciamo?»

«Facciamo finta di nulla» risposi io «Quello sappiamo farlo bene.»
JJ mi strinse a lui per la vita, facendomi appoggiare al suo petto «Facciamo finta di dormire?»
Scossi la testa «Non dormiamo mai, Jay.» gli feci notare, guardandolo negli occhi.
«Hai ra-»

Non riuscì a finire la frase, che la portiera si spalancò e i due nostri amici entrarono, portando una certa tensione, abbastanza negativa.

Lanciai uno sguardo a JJ, anche lui abbastanza confuso, per poi tornare a guardare la mia migliore amica «Quindi?»
Lei sospirò «Sarah è rinchiusa nella sua camera, le finestre sono sigillate. Avevi ragione tu Ary, vorrebbe scagionare John B, ma non può.»

Serrai la mascella, stringendomi al mio ragazzo «Quel bastardo di Ward.» sibilai.
«Fin dove si spingerà?» domandò JJ preoccupato.
Kie scosse la testa «Non ne ho idea.»

Feci passare lo sguardo verso Pope, che era fermo a fissare davanti a se stesso, con una sorta di espressione strana. Ma non era la sua solita stranezza. Mi sporsi in avanti e gli toccai la spalla, attirando la sua attenzione «Stai bene?»
Lui tornò a guardare davanti a lui ignorandomi, cosa che non andò giù a JJ «Ehi Pope! Che hai?»

Ci ignorò e non parlò per tutto il tempo, non ci salutò nemmeno quando Kie decise di lasciare a casa mia, sia me che JJ. Quest'ultimo ormai viveva da me, era di casa. Avevamo approfittato per accennare la situazione a mio padre ed ora, che era mattina, né stavamo parlando ancora meglio.

Lui credeva a  noi e continuava a dire che la polizia non avrebbe mai creduto a noi, poiché eravamo senza soldi, oltre ad insultare ogni organo statale perché era palese che John B non fosse in grado di fare una cosa del genere.

«La risposta è sempre quella: crederanno solo a chi ha influenza.» ripeté mio padre, che si stava scapestrando dalla notte precedente, per trovare una soluzione.
«John B non merita tutto questo.» sussurrai, facendo concordare JJ con me.

«Non c'è modo di scagionarlo?» domandò papà.
Scossi la testa, raggiungendo la mano di JJ e intrecciando le nostre dita «Le uniche testimoni sono state tagliate fuori; una è morta, l'altra è rinchiusa.»
«E non può permettersi un avvocato, tra l'altro.» aggiunse il mio ragazzo, stringendomi la mano.

Non Con Te || JJ MaybankDove le storie prendono vita. Scoprilo ora