˚ʚ one of two ɞ˚

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Eravamo allo Chateau e avevamo deciso di fare qualcosa in onore di John B, tipo una specie di addio, che nel profondo speravo non fosse vero

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Eravamo allo Chateau e avevamo deciso di fare qualcosa in onore di John B, tipo una specie di addio, che nel profondo speravo non fosse vero.

A breve sarebbero iniziate le lezioni ed io avrei dovuto affrontarle senza il mio migliore amico, senza una delle poche persone che mi era stata sempre al fianco, senza l'unico in grado di avere i miei stessi voti, abbastanza bassi.

Avevamo deciso di intagliare un albero davanti allo Chateau, c'era scritto "2003/2020 John B Routledge P4L" contornato da un cuore. Il passero mancava come l'aria ed era difficile ormai andare avanti senza aiuto. Soprattutto quando il piano estivo era andato a monte e avevamo passato le ultime settimane a sperare che lui fosse vivo. 

«A John B.» dissi, alzando la fiaschetta colma di alcool, che ormai avevo sempre dietro.
«E a Sarah.» aggiunse Kie.

Bevemmo tutti davanti alla sua finta tomba, o almeno così speravamo. Seppellimmo una scatola con dentro dei piccoli oggetti che appartenevano a John B, tipo braccialetti o cose simili.

"Per me è ancora vivo." Questo era quello che diceva la mia ragazza e che sosteneva anche suo padre. Una parte di me gli dava ragione, l'altra stava perdendo le speranze.

Una volta tramontato il sole, Kie e Pope si appropriarono dell'amaca, mentre io mi sedetti su un ramo ad intagliare un bastone. Aryan ci aveva appena raggiunto con delle birre e si mise a distribuirle, passando prima dagli altri, per poi raggiungermi e sedersi affianco a me.

«Peterkin ha avuto un gran funerale.» disse, aprendosi la lattina. Ogni volta che si toccava il tasto John B, sembrava come spegnersi.

Come al solito, i Kooks avevano vinto. La piccola commemorazione per John B non era durata nemmeno un secondo in confronto al funerale che avevano organizzato per Peterkin. Nessuno chiedeva né di Sarah né di John B.

Da quando erano scomparsi avevamo ritardato il piccolo funerale il più possibile e avevamo deciso che saremmo andati avanti tutti quanti, ma non era facile come facevamo sembrare. Non stavamo bene, nonostante rispondessimo a tutti in quel modo.

Io avevo addirittura trovato lavoro in un bar, o meglio venivo sfruttato per essere sottopagato, pur di staccare il cervello. Servivo ai tavoli ogni giorno ed ogni giorno era la stessa storia, tutit sparlavano del mio migliore amico.

«John B ha avuto quello che meritava, si è risparmiato anche il processo» disse una donna, a cui mi avvicinai e a cui finsi versare l'acqua «Andrà all'inferno per quello che ha fatto allo sceriffo Peterkin.»

Vicino a quella chiacchierona, per mia grandissima sorpresa, trovai proprio Topper. Quel bastardo sapeva e faceva finta di niente, solo perché ce l'aveva a morte con lui «Ragazzi, stanno ancora indagando.» fece, non appena mi vide li vicino.
«Lo so, è ovvio che sia stato lui!» esclamò qualcuno.
«Esatto.» concordò qualcun altro.

«Okay, zitti!» urlai, interrompendo quell'assurda conversazione. Appena Topper provò ad aprire bocca, mi girai verso di lui «Stai zitto, Topper!»
Lui mi guardò male «JJ, vattene! Non è il momento!»
«Non parlavamo con te, Pogue.» si intromise Kelce, marcando la parola finale, come se essere Pogue fosse un peccato.

Non Con Te || JJ MaybankDove le storie prendono vita. Scoprilo ora