˚ʚ six of three ɞ˚

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«Sei sicura che non do fastidio?» quella era minimo la ventiseiesima volta che sentivo JJ farmi quella domanda, e non ne potevo più

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«Sei sicura che non do fastidio?» quella era minimo la ventiseiesima volta che sentivo JJ farmi quella domanda, e non ne potevo più. Non stavo scherzando, avrei voluto tirargli un altro schiaffo.
«Jay, non dai mai fastidio» ripetei per l'ennesima volta, con la voce più convincete possibile «Smettila di pensarlo.»

Quando ci fermammo davanti alla porta di casa mia, JJ strinse la mia mano. Mi feci forza a quel contatto e portai la mia verso la maniglia della porta, prendendo un bel respiro.

Esitai, tremando.

Avevo troppa paura, veramente troppa. Non volevo ritrovarmi Kate dall'altro lato, non volevo proprio. Ero terrorizzata dall'idea che ci potesse essere e quello era uno dei principali motivi per cui non volevo tornare a Kildare. Affrontare quella possibilità non era una cosa che ero riuscita a fare, mai nella vita.

«Vedrai che non ci sarà.» mi sussurrò all'orecchio JJ, stringendo la mia mano.
Lo guardai negli occhi, annuendo lentamente e prendendo il coraggio che non avevo mai avuto. Presi un secondo respiro, per poi bussare.

Appena la porta si aprì, tirai un sospiro di sollievo nel vedere mio padre, sano e salvo. Rimase immobile non appena ci vide e piano piano i suoi occhi divennero lucidi «Voi... Voi...» provò a dire con il labbro tremante.
«Siamo a casa.» dissi, sforzandomi di sorridere e non facendomi trascinare dall'emozione.

Mio padre ci abbracciò di scatto, stringendoci entrambi nelle sue braccia. Fui sollevata nel sentire l'odore della sua solita colonia intatto, senza l'odore di alcool a rovinarlo, e automaticamente mi sciolsi in quella stretta.

Lo sentivo singhiozzare e sparare parole a caso, farfugliare come se fosse in uno stato di trance. Continuava a ripetere che aveva sempre creduto in noi, che sapeva fossimo vivi. Ci aveva aspettato per tutto quel tempo, facendosi forza e andando avanti da solo. Forse non servivo più.

«State bene per fortuna» disse con un filo di voce, asciugandosi le lacrime «Entrate forza.»
Feci per entrare, ma la mano di JJ mi tenne ferma sul posto «Robert sei sicuro?» domandò incerto «A me hanno sfrattato, non vorrei stare in mezzo ai piedi.».
Mio padre sorrise, quel sorriso che mi scaldava il cuore ogni volta, che mi faceva sentire fortunata «Questa è casa tua, JJ.»

Una volta entrata, vidi lo chignon di mia nonna fare capolino. In tutta la sua regale e mancata altezza, si piazzò davanti a noi. Ci scrutò attentamente e poi si girò verso mio padre «Metti su da mangiare, idiota!» gli urlò contro, per poi cercare le mie braccia.

«Ciao nonna.» la salutai, sorridendo come un'idiota.
«I miei bambini!» esclamò lei, iniziando a baciare la guancia di JJ «Mamma mia, come siete dimagriti!» piagnucolò e io quasi avevo l'intenzione di dire che, di sicuro, perdere qualche chilo non mi avrebbe fatto male.

Ci mettemmo a tavola, tutti insieme, come ai vecchi tempi. Io e JJ raccontammo ogni cosa, ogni dettaglio ed io parlai pure della situazione Kiara, finendo con il dovere tappare la bocca a mia nonna, che aveva iniziato ad insultarla a manetta, senza mai fermarsi. Aveva addirittura preso a raccontare che, quando era giovane, le era successa una cosa simili e che poi era finita con il far chiamare a papà "zia" quella stessa ragazza che l'aveva pugnalata.

Non Con Te || JJ MaybankDove le storie prendono vita. Scoprilo ora