˚ʚ two of three ɞ˚

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«Chi diavolo sono quelli?!» esclamò Pope, dopo che ci fummo rifugiati lontani dalla spiaggia

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«Chi diavolo sono quelli?!» esclamò Pope, dopo che ci fummo rifugiati lontani dalla spiaggia. Eravamo in mezzo a degli alberi con dei pezzi di legno sparsi in giro, sembrava una sorta di luogo abbandonato. Tant'era che io e JJ eravamo appoggiati al muro di una specie di container e lui aveva un braccio intorno alle mie spalle.

«Cosa vogliono da Kiara?> continuò Pope, sempre più confuso «Non ha alcun senso!»
«Si chiama trappola.» rispose JJ con fare ovvio, tirando indietro la testa. La canottiera era più larga del previsto per colpa dell'usura e i suoi capelli erano bagnati per la nostra caduta in mare. In quel momento, era dannatamente bello. Non che non lo fosse mai.
«Io... ne ho abbastanza di tutto questo.» sospirò Sarah.

JJ si alzò di scatto, sbattendo sul muro e facendomi sobbalzare per lo spavento. Gli lanciai un'occhiata e preoccupata, mi alzai di colpo per controllare che stesse bene «Jay, tutto-»
Non feci in tempo a pronunciare la domanda, che le sue braccia mi circondarono, aggrappandosi al mio corpo, come se fossi l'unica ancora.

Appoggiò la testa sulla mia spalla, immediatamente lo strinsi a me, ricambiando l'abbraccio «Andrà tutto bene.» provai a tranquillizzarlo, sentendo il mio corpo stretto al suo.
«Cazzo...» sussurrò al mio orecchio, la voce arrabbiata e preoccupata.

«Pensate che... che potremmo fidarci della polizia?» chiese Sarah, facendomi strabuzzare gli occhi.
Mi voltai verso di lei, staccandomi da JJ controvoglia «La polizia? Stai scherzando?!»
«Credi davvero che tuo padre non l'abbia già chiamata?!» alzò la voce il mio ragazzo, facendo sprofondare tutti quanti nel silenzio.

Eravamo tutti preoccupati a morte per Kiara e stanchi della vita da naufraghi. Per quanto fosse bella, era comunque un'esistenza difficile, soprattutto per degli adolescenti. Soprattutto per noi. Era come rinchiudere un animale cresciuto in cattività in una sorta di luogo pacifico. Ci si crogiolava, ma finiva con il distruggersi da solo, dato che era abituato alla cattiveria.

La mano di JJ trovò la mia e la strinse, come per darsi coraggio. Ciò che non sapeva era che serviva più a me che a lui, però.

«Ho un'idea folle» se ne uscì Pope «Perché non chiamiamo i miei genitori?»
«Per dire cosa, Pope?» domandò John B, dando voce ai pensieri di tutti i presenti.
Il ragazzo rispose con tono malinconico «Per dirgli che siamo vivi! Non vedo la mia famiglia da non so quanto tempo, saranno preoccupatissimi per me!»

I miei occhi viaggiarono sul viso di JJ che, con gli sguardo vuoto e stanco, tornò a stringermi tra le sue braccia, obbligandomi a giocare con i suoi capelli. Stava iniziando a preoccuparmi il fatto che fosse così sconnesso dal mondo, diversamente da come lo era sempre.

«Potremmo chiedergli di spedirci dei soldi, che ne dite?» propose Pope.
«E metterli in pericolo?» fece John B.

JJ si staccò da me lentamente, come avesse avuto un'illuminazione divina da non so quale Dio «Ho un'idea migliore. E più veloce.» disse, tirando fuori un portafogli, che io sapevo bene da dove aveva preso.
«Di chi è quello?» domandò Sarah confusa.
La guardai, alzando un sopracciglio «Credi che si metta a frugare nello zaino di qualcuno senza rubargli il portafoglio?» chiesi retorica.

Non Con Te || JJ MaybankDove le storie prendono vita. Scoprilo ora